Si scrive gocce o goccie?
Si scrive “gocce” o “goccie”? In italiano questi sono casi che generano parecchi dubbi, poiché è molto difficile determinare la presenza o meno della “i” nel plurale di termini singolari che finiscono in -cia e -gia: in caso di “i” tonica, nel plurale la vocale viene di regola mantenuta (farmacìa-farmacìe). Ma per la “i” atona, per semplificare un po' le cose, è stata proposta una regola grammaticale molto più immediata: se -cia e -gia sono preceduti da vocale manterranno la “i” nel plurale (ciliegia-ciliegie), se sono preceduti da consonante, al contrario, la perderanno (goccia-gocce, ma anche provincia-province).
Questa regola fu suggerita proprio per agevolare chi con l'italiano scritto non aveva una grande dimestichezza e chi non poteva conoscere l'etimologia di tutti i termini che componevano la lingua (l'evoluzione storica delle parole è, infatti, spesso di grande aiuto nei casi di dubbi linguistici). Di alcuni vocaboli vengono accettate entrambe le forme grafiche, come nel caso di “province”, di cui viene accettata anche la forma “provincie”, poiché il suo plurale in latino era “provinciae” e la “i” è stata in seguito mantenuta nello scritto per molto tempo (“provincie” è presente addirittura nella Costituzione italiana).
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Tornando al nostro quesito, se gocce o goccie, il termine singolare deriva dal latino “gutta”, “guttae” al plurale. La “i” non era presente nemmeno nella forma antica, per cui, a maggior ragione, non c'è motivo di pensare che possa esserci in quella moderna.
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Ma, appunto, senza chiamare in causa nozioni non sempre alla portata di tutti, basterà ricordare la semplice regola sopra citata, per cui diremo che, essendo “goccia” un termine che finisce in -cia preceduto da consonante, il suo plurale si scrive “gocce” e non “goccie”.
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Commenti
Sempre belle le sue osservazioni e puntualizzazioni. Avrei bisogno mi/ci parlasse della coniugazione e sul corretto modo di scrivere certi verbi in -gnare noi sognamo insegnamo o sogniamo e insegniamo? O van bene entrambe?
La ringrazio. I verbi in -gnare mantengono la "i" nella grafia (per cui sarà sogniamo e insegniamo). Il dubbio può sorgere poiché la "i" non viene pronunciata nel parlato e so che alcune grammatiche accettano entrambe le forme, ma io suggerirei comunque la forma con la "i" come più corretta.
Allora per analogia (un computer, insegniatagli la regola, l'applicherebbe senza avere dubbi) noi quando piove senza ombrello ci bagniamo giusto? oppure piove sul bagniato sempre giusto no?
Guardi, suona strano, lo so. Il dubbio è comprensibilissimo, quindi è sempre consigliabile consultare qualche fonte. Ad esempio, qui: http://comesiscrive.it/dubbi/bagniamo-o-bagnamo/ ci forniscono questa spiegazione; qui: http://www.wordreference.com/conj/ItVerbs.aspx?v=bagnare, può osservare che vengono, invece, segnalate entrambe le opzioni; infine, la Crusca (che è di certo la fonte più autorevole finora segnalata) afferma che "la desinenza della prima persona dell'indicativo presente plurale di tutti i verbi è -iamo: quindi, come si ha am-iamo, così si ha sogn-iamo, bagn-iamo ecc.: omettere quella i significa "tagliare" una parte del morfema flessivo per quel tempo, modo e persona", ma ci dice anche che la regola è oggigiorno diventata più elastica.
In conclusione, penso che la forma più corretta da un punto di vista strettamente grammaticale sia "bagniamo", ma, ripeto, non escludo che la forma "bagnamo" possa venire accettata :-)
Ps. attenzione, quando ho appena detto vale per i verbi! "Bagnato" aggettivo, va scritto senza la "i"!
Sì bagnato può, nella frase, avere una funzione aggettivale (l'Inglese insegna: "a closed door" per es. io, in italiano, se ben ricordo, il bel titolo di un bellissimo film di Pupi Avati "Una sconfinata giovinezza") ma è e rimane pur sempre un participio passato. Quindi credo che nelle coniugazioni si possa anche scrivere bagniamo oppure accettare come altrettanto esatto bagnamo (si pensi a quante altre parole della nostra lingua han perso una vocale). Nei nostri casi la 'i' cade dei participi per il semplice motivo che questi sono voci uniche prive di persone (al pari l'infinito, del resto) mentre lo -iamo corrisponde al noi - già col voi e con essi la 'i' non c'è più: cfr http://www.wordreference.com/conj/ItVerbs.aspx?v=assegnare, http://www.wordreference.com/conj/ItVerbs.aspx?v=bagnare, http://www.wordreference.com/conj/ItVerbs.aspx?v=abbisognare
Sì, come le dicevo e lei ha confermato con l'esempio di bagniamo-bagnamo, l'italiano ha le sue regole grammaticali, ma ciò non significa che, con il tempo, non ci sia stata un'evoluzione, che siano entrate nell'uso comune (e, quindi, regolarmente accettate) anche delle forme che hanno subito una certa influenza del parlato. Insomma, l'italiano è una lingua complessa e ricca di eccezioni, se ne potrebbe parlare all'infinito. La ringrazio per questo confronto, comunque, utile e costruttivo. Le auguro una buona giornata :-)
L'ho sempre pensato: la lingua è come il cuore a lei come a lui "non si comanda".
la coniugazione della prima persona plurale fa - IAMO per ogni verbo. La I non e' un extra, e' parte della coniugazione. Parl- IAMO,
Dorm- IAMO, fin- IAMO, ecc, quindi sogn- IAMO , insegn-IAMO E COSI' VIA.
Sì, Elena ma, come evidenziato in alcune grammatiche, con il tempo si è finito per accettare anche altre forme (alcune le abbiamo suggerite durante la nostra conversazione io e SFranz, come http://www.wordreference.com/conj/ItVerbs.aspx?v=bagnare). Poi, lei ha perfettamente ragione da un punto di vista strettamente grammaticale, la "i" andrebbe di norma mantenuta :-) Un caro saluto.
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