"Sentimi", dialogo tra una scrittrice e la voce di cento donne
Sentimi è il nuovo romanzo della scrittrice siciliana Tea Ranno, edito da Frassinelli e di recente pubblicazione.
Cento voci, una storia recita il sottotitolo del libro, in una frase che raccoglie tutta l'essenza di ciò che Tea vuole narrare.
Le voci, infatti, appartengono a donne defunte che, una notte, si presentano in forma di nebbia a una giovane scrittrice. Tornata nel suo paese natale, passeggia per le strade rivivendo le atmosfere di un tempo, finché non arriva nella piazza principale dove, una dopo l'altra, si materializzano le voci delle donne.
Per un momento la scrittrice crede di essere in un sogno, e quasi si spaventa di ciò che sente, ma poi capisce che quelle donne sono lì per lei, in attesa di un'altra donna che ascolti i loro racconti.
Il fatto di non poterle vedere, forse, dà quasi più importanza alle loro parole. È come se anche lei si trovasse nei panni di un lettore che, purtroppo o per fortuna, non può conoscere realmente i personaggi della storia che sta leggendo.
Rimarrà, pagina dopo pagina, quella sensazione di mistero e inafferrabilità che solo le voci autorevoli delle donne scomparse sapranno dissolvere.
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Il “filo rosso”
La storia che fa da collante a tutte le altre è quella di Pietra e Rosa, due sorelle in conflitto da quando erano bambine. Pietra, moglie di Tano, non può avere figli, mentre Rosa, donna piacente, ne ha uno con il marito Rosario. Il destino, però, vuole che Rosa e Tano diventino amanti, e dalla loro relazione extraconiugale nascerà una bambina: Adele.
La somiglianza con il padre, data dai capelli rossi della piccola, però provocherà immediatamente la reazione violenta di Rosario, che si rende conto dell'avvenuto tradimento con Tano.
Rosario, ferito nel profondo, uccide i due amanti e a Pietra, disperata sia per la tragedia che per il tradimento subìto, non resta che tenere in custodia i figli della sorella, amandoli come fossero i suoi. Rosario viene dipinto da Pietra come il diavolo, di cui lei ha paura, anzi la donna è dominata dal terrore che possa uscire di prigione per vendicarsi ancora, questa volta agendo sulla figlia illegittima dai capelli rossi.
Questa prima storia si conclude perché subito un'altra voce prende il sopravvento, quella della levatrice di Adele, che racconta alla scrittrice la sua versione dei fatti.
Mano a mano, alla storia principale se ne aggiungono delle altre, che hanno come protagoniste le donne del paese che, in un modo o nell'altro, conoscevano la storia di Pietra e Rosa.
Le situazioni che si presentano all'orecchio attento della donna sono le più svariate: c’è Stella, una bella monaca violentata dal parroco, un'usuraia, poi Luisa, un'insegnante senza lavoro perché voleva badare alla nipote Nina, e poi ancora Cosima, che in convento fu quasi come una terza madre per Adele, e anche Graziella, la pasticcera che offrì lavoro alla bambina ormai cresciuta.
Tra le tante voci, anche quella di una donna di un vecchio romanzo della scrittrice che, a quel punto, emozionata e quasi incredula, non sa più se essere lei la donna che viene dall'aldilà o quelle che finora hanno narrato le vicende intricate del paese.
I rumori notturni della città, i latrati dei cani, le luci della bottega dello speziale che si accendono e si spengono, contribuiscono a creare un’atmosfera in bilico tra realtà e finzione.
Sono vere le voci delle donne che finora si sono confessate a lei, o sono solo frutto della sua fantasia di scrittrice?
Forse non c'è una risposta a questa domanda, ma c'è invece il filo rosso che tutto collega: rosso come i capelli di Adele, come il sangue versato dalle vittime, come il colore della passione, ma anche della rabbia e della vergogna.
Alla fine la scrittrice è stanca, vorrebbe alzarsi, ma cerca di resistere perché vuole conoscere il finale della storia di Adele, sperando si sia salvata dalle mani sporche di Rosario.
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Sono tutte queste le emozioni e i sentimenti che ci arrivano dal romanzo di Tea Ranno, dove il tema della violenza, del tradimento e del maschio padre-padrone ci fa riflettere sulla situazione delle donne nella nostra società.
La scrittrice siciliana riesce a fornirci, indirettamente, un quadro d'insieme che non riguarda solo alcune vicende del sud, perché ad oggi si possono estendere a tutta l'Italia.
Gli spunti su cui riflettere sono molti, ma su tutti domina la gelosia di alcuni uomini verso le proprie donne e la poca libertà che, spesso, si trovano a dover subire per non peggiorare la situazione in cui si trovano.
Per la prima foto, copyright: Marion Michele.
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