Saper leggere le vite degli altri per giungere alla verità. “Il fratello unico” di Alberto Garlini
A chi non è addetto ai lavori il mestiere dello scrittore potrà sembrare facile, nulla di complicato. In realtà, scrivere, o meglio scrivere bene, è un’arte tutt'altro che semplice. Saper raccontare una storia, coinvolgere davvero chi la legge e saper cogliere tutte le possibili narrative nascoste in un personaggio sono qualità che in pochi hanno. E quando ti capita un libro tra le mani e, nel leggerlo, non ti accorgi del tempo che passa, ti senti trascinato dalle sue pagine e non vuoi opporre alcuna resistenza, allora la lettura di quel romanzo diventa davvero memorabile, degna di essere ricordata e raccontata con piacere.
Questo piacere ha suscitato in me la lettura di Il fratello unico. Un'indagine di Saul Lovisoni, l'ultimo lavoro di Alberto Garlini, pubblicato per Mondadori a febbraio 2017. La sua storia è un giallo ambientato nelle pianure parmensi che ha per protagonista un enigmatico ed eccentrico investigatore, Saul Lovisoni. Ex poliziotto e con un passato da scrittore, Saul però non è solo in questa avventura. Come insegna Sherlock Holmes, infatti, «il miglior modo per chiarire le proprie idee è quello di spiegarle a un'altra persona» e in questa indagine, che si svolge tra le rive del Po, la nebbia della pianura padana e un castello nobiliare, è Margherita, giovane segretaria di Saul, ad accompagnarlo sulla strada tortuosa verso la verità.
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I due sono chiamati a indagare su una strana sparizione. Bernardo Allandi, figlio di una ricca famiglia nobiliare, sparisce dopo un litigio con la sua compagna, lasciando le due sorelle, Cosima e Franca, in uno stato di grande agitazione. Tutto questo proprio nel momento in cui la famiglia sta per portare a termine un grande affare. È Cosima a rivolgersi a Saul, famoso in tutta Parma per la sua bravura nel risolvere casi del genere e da poco rientrato nel giro delle investigazioni private. Saul e Margherita, tra un battibecco e l'altro, si ritroveranno quindi fianco a fianco a indagare su un incidente stradale in cui è rimasto ucciso un bambino della zona, sulla vita tutt'altro che trasparente di Bernardo e sui rapporti che lo legano alle due austere sorelle.
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È proprio lungo questo percorso investigativo che le vite di Saul e Margherita si intrecceranno sempre di più. Saul sente che può fidarsi ciecamente di lei. Margherita, invece, lo detesta cordialmente, ma non può far a meno di sentirsi attratta da lui, dal suo magnetismo e dal suo essere così complicato e indecifrabile. Inoltre c'è un mistero nella vita di Saul, qualcosa del suo passato che Margherita vuole scoprire a tutti i costi e che potrebbe mettere in discussione i sentimenti che la giovane donna sente di provare per il suo datore di lavoro.
Il fratello unico di Garlini non è soltanto un giallo estremamente interessante nel recente panorama italiano, ma anche una dichiarazione d'amore dell'autore nei confronti della sua terra: Parma e le sue pianure, «dove l’orizzonte si perde in lontananza, dove tutto è visibile e lontano allo stesso tempo». Con queste parole, nella sua nota conclusiva Alberto Garlini tiene a ricordare ai suoi lettori quanto possa essere intrisa di storie, fantasie e racconti incredibili una terra all’apparenza così placida e pianeggiante. Una pianura, sì, che però è attraversata da un fiume imponente e fragoroso, che può inghiottire e accogliere. Che anche nel buio e nella nebbia può diventare un luogo dell'anima, proprio come per Saul.
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In ultima analisi, questo romanzo giallo celebra il suo genere, le sue dinamiche più tipiche e l'influsso che la forma letteraria del racconto può avere sulla vita reale. Ognuno di noi, infatti, ha la sua narrativa, ecco di cosa è convinto Saul. Le nostre storie possono essere lette, comprese e persino anticipate se riusciamo a mettere insieme tutti i puntini, a dare cioè un senso a tutte le strategie, gli autoinganni, le convinzioni e le paure che ci portiamo dentro. Queste storie, tuttavia, hanno capitoli lunghi e complicati e a volte non basta sommare gli indizi. Come afferma Saul, «la fiction è dappertutto, ci siamo letteralmente immersi, ma fatichiamo a capire le regole che la governano».Siamo immersi nelle storie degli altri e in quelle che ci raccontiamo, ma queste storie non sono virtuali, anzi, sono assai solide, e molto, molto reali. Il segreto per capirci qualcosa, in fondo, è soltanto uno: saper leggere bene.
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