Roberto Saviano: ecco perché continuo a scrivere
Sono trascorsi dieci anni da quando per Roberto Saviano, dopo la pubblicazione di Gomorra (Mondadori, 2006), è iniziato un periodo molto particolare. A un riconoscimento pubblico senza pari per la sua opera di denuncia e il suo coraggio si è subito affiancato un periodo di grande isolamento non solo morale ma anche fisico. Saviano finisce sotto scorta. È lo stesso scrittore a ricordare, in un articolo su «La Repubblica», come il maggiore dei carabinieri Ciro La Volla lo abbia informato della necessità di proteggere la sua persona con l’affiancamento costante di una squadra di carabinieri:
«Non dimenticherò mai le sue parole. Cercava di non spaventarmi, cercava di dare una comunicazione tecnica, ma lui stesso aveva la voce preoccupata: mi avvertiva che sarei stato messo sotto protezione. Quando vennero a prendermi, chiesi: "Ma per quanto?". E un maresciallo rispose: "Credo pochi giorni ". Sono passati dieci anni».
Dieci anni che Saviano prova a ripercorrere con precisione, non tralasciando un accenno ai momenti bui, ma soffermandosi soprattutto su chi si è occupato di lui per permettergli di continuare con le sue denunce a rendere chiare cose che spesso all’opinione pubblica sfuggono:
«Fare una sintesi di questi anni è difficilissimo, le prime parole che mi sento di spendere sono tutte di gratitudine per i carabinieri che mi hanno scortato ogni giorno, così come per gli ufficiali che li hanno coordinati. Ho vissuto con i carabinieri gran parte del tempo.
Ho visto il loro impegno, i sacrifici, le attenzioni, che in questo momento vorrei omaggiare. Sono diventati per me una famiglia, spesso le loro caserme mi hanno accolto».
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Nonostante tutte le minacce, nonostante la mancanza di libertà, nonostante la protezione diventi ben presto una limitazione del diritto alla vita privata, Saviano riconferma la sua forza e determinazione ad andare avanti con le sue denunce, con la forza delle sue parole:
«Eppure, nonostante tutto, quello che oggi mi sentirei di gridare loro in faccia è: non ci siete riusciti! Non siete riusciti a ottenere quello che volevate. Non mi sono fermato, non mi sono piegato, anche se più volte mi sono spezzato. Ma se c'è una cosa che insegna questa lotta che ho intrapreso con l'arma più fragile e potente che esista, la parola, è che proprio quest'ultima può di volta in volta rimettere insieme ciò che è andato in frantumi. Esattamente come scrissi dieci anni fa in Gomorra: "Maledetti bastardi, sono ancora vivo!"».
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Se Saviano non si è arreso, proseguendo a scrivere e a denunciare, a noi non resta che continuare a leggerlo, accettando la sfida che le sue parole ci pongono e di cui Saviano stesso è consapevole:
«È come se chi scrive di mafia mettesse in difficoltà il lettore. È come se si innescasse un senso di colpa nel lettore che si chiede: e io dov'ero mentre accadeva questo? Io che faccio?».
E per chi non sapesse da quale delle sue opere cominciare, forniamo qui di seguito una lista dei libri scritti da Saviano:
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Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Mondadori, 2006
*****
La bellezza e l'inferno. Scritti 2004-2009, Mondadori, 2009
*****
La parola contro la camorra, Einaudi, 2010
*****
Vieni via con me, Feltrinelli, 2011
*****
ZeroZeroZero, Feltrinelli, 2013
*****
La paranza dei bambini, Feltrinelli, 2016
*****
A noi non resta che tenere alta l’attenzione sui temi posti da Roberto Saviano e, perché no, dimostrargli che siamo in grado di accettare la sua sfida.
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