Rapporto Annuale Federculture 2013: grandi eventi a parte, il quadro è desolante
Del fatto che in Italia, a ogni livello, si sappia valorizzare pochissimo la cultura abbiamo parlato varie altre volte. L’ennesima conferma arriva dal Rapporto Annuale Federculture 2013, presentato lunedì alla Camera dei Deputati, nella Sala della Regina di Montecitorio, e in diretta web. Si legge sempre meno, e questo si sapeva, ma si partecipa anche con sempre meno entusiasmo, spiega la Federazione delle Aziende e degli Enti di gestione di Cultura, Turismo, Sport e Tempo libero, agli eventi culturali del territorio.
Come emerge dalla ricerca annuale che Federculture, nata nel 1997, pubblica dal 2002, quattro italiani su dieci, nell’anno appena concluso, non hanno partecipato ad alcun evento culturale. Rispetto al 2012, assieme ai molti nostri connazionali che hanno saputo tenersi a debita distanza da qualsiasi stringa di lettere superiore al “mi piace” di un social network chiudendo l’anno senza leggere neppure un libro (qui pare siano addirittura 57 ogni 100), aumentano così anche coloro che sono riusciti a non aprire porte di musei, cinema, teatri e auditorium.
Così martedì, oltre agli strali della Presidente della Camera, Laura Boldrini, sui giornali si sprecavano titoli come Italiani, ignoranti per vocazione, Gli italiani sempre più poveri e meno colti o Beni culturali: bollino rosso da Federculture. Titoli di sensazione, contrastati solo dai dati degli eventi più famosi e pubblicizzati, insomma, dal solito marketing che, volenti o nolenti, anche in tema culturale ci guida. Così che tra le mostre più visitate del 2013 c’è la Biennale, che ha portato a Venezia 475 mila persone e, a distanza siderale, il cinese Zhang Huan, che ha portato a Firenze 208 mila visitatori, e Tiziano, ammirato da 204 mila paia d’occhi alle Scuderie del Quirinale a Roma (tutte le altre ben al di sotto delle 200 mila visite).
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Continuiamo a stupirci, ma la disaffezione italiana per la cultura va di pari passo con il calo degli investimenti (pubblici e privati) rivolti al settore e dell’offerta, senza che si riesca a capire quale dei due venga prima. Così il budget del Mibact, il Ministero dei beni culturali e del turismo, si è ridotto di quasi 1 miliardo di euro in dieci anni, nonostante l’aggiunta del settore turismo, appunto (oggi è di 1,5 miliardi, pari allo 0,20% del bilancio dello Stato). E le previsioni per il triennio 2014-2016 parlano di un ulteriore calo. Secondo alcuni, lo Stato dovrebbe favorire la crescita dell’offerta e la fruizione della cultura, ma chissà, visti i dati del Rapporto Federculture, forse hanno davvero ragione loro.
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