“Presenza oscura”, in bilico tra la vita e la morte con Wulf Dorn
Il nuovo romanzo di Wulf Dorn, Presenza oscura (Corbaccio, traduzione di A. Petrelli), nelle librerie italiane dalla fine di agosto, sviluppa un tema che da sempre interessa buona parte dell’umanità, indipendentemente dalle convinzioni religiose e dalle possibili differenze culturali: cosa ci aspetta nel momento in cui cessiamo di vivere? E cosa c’è di autentico nelle testimonianze di quelle persone che sono state davvero a un passo dalla morte, ma sono state riportate alla vita, da cui a volte è possibile ricevere un resoconto delle sensazioni provate nel momento in cui si trovavano in bilico tra la sopravvivenza e la scomparsa definitiva?
Nikka, la protagonista di Presenza oscura, appartiene a questa categoria di persone. È una tranquilla studentessa tedesca di sedici anni, che vive con la nonna Ella dopo la prematura scomparsa dei genitori, che non ha mai conosciuto, studia con profitto e trascorre molto tempo con Zoe, la sua migliore amica. La sera di Halloween, le due ragazze si recano a una festa mascherata organizzata nell’unica discoteca della loro cittadina, ma qui accade un fatto terribile: qualcuno offre loro dei cocktail contenenti delle sostanze nocive. Mentre Zoe si precipita nel bagno in preda al malessere, Nikka ha una reazione ben peggiore e per ventun interminabili minuti il suo cuore va in arresto. Solo grazie al coraggio e all’esperienza di Shasha, uno dei dj del locale che presta anche servizio come volontario sulle ambulanze, Nikka viene mantenuta in vita, fino a risvegliarsi nel reparto di rianimazione dell’ospedale locale.
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Quando si riprende, però, scopre che nella confusione nata nella discoteca al momento del suo malore Zoe è scomparsa senza lasciare nessuna traccia di sé. È stata rapita o uccisa?
Mentre tutto tace e la polizia brancola nel buio, Nikka cerca disperatamente di ricostruire ciò che può essere accaduto, partendo dai ricordi confusi di quei momenti in cui il suo cuore era fermo ma il suo cervello continuava a funzionare, fino a scoprire una realtà sconvolgente e del tutto inaspettata.
I romanzi di Wulf Dorn uniscono sempre agli elementi tipici del genere thriller/noir un forte interesse per il mondo psichiatrico, in cui lo scrittore ha lavorato per diversi anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla narrativa, facendone spesso lo scenario in cui ambientare le sue storie. In particolare, di un suo forte interesse per la problematica inerente al tema della vita dopo la morte ci aveva già parlato in occasione della presentazione di uno dei suoi libri precedenti, per cui ci aspettavamo una storia di questo tipo.
Al di là della maestria con cui Dorn conduce, com’è sua abitudine, il lettore lungo un percorso sempre ricco di colpi di scena e di cambi di prospettiva, nel caso di Presenza oscura certi comportamenti dei personaggi appaiono a volte un po’ troppo forzati e scarsamente realistici (ad esempio la rapidità con cui Nikka torna operativa dopo l’esperienza di un lungo arresto cardiaco), ma il tentativo di esaminare un tema cruciale per tutta l’umanità è senza dubbio molto interessante, soprattutto per il fatto che lo scrittore lo fa in modo non ideologico: non è un credente in cerca di conferme alla sua fede, ma un uomo che vorrebbe magari trovare delle risposte di tipo scientifico a domande che, però, sono destinate a restarne prive.
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I numerosi lettori italiani di Wulf Dorn ritroveranno comunque anche in Presenza oscura lo stile personale e le forti tensioni che hanno sempre apprezzato nei suoi romanzi precedenti.
Per la prima foto, copyright: sebastiaan stam su Unsplash.
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