Premio Campiello 2016, ecco i cinque finalisti
I cinque finalisti del Premio Campiello 2016 sono stati annunciati oggi, insieme al vincitore del Premio Campiello Opera Prima.
Questa mattina, infatti, presso l’Università degli Studi di Padova, la Giuria dei Letterati, composta da Federico Bertoni, Riccardo Calimani, Chiara Fenoglio, Philippe Daverio, Luigi Matt, Ermanno Paccagnini, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Roberto Vecchioni, Stefano Zecchi ed Emanuele Zinato, e presieduta quest’anno da Ernesto Galli Della Loggia, ha proceduto all’iter delle votazioni che hanno portato alla scelta dei cinque libri finalisti, alla presenza, tra gli altri, di Roberto Zuccato, Presidente di Confindustria Veneto, di Massimo Finco, Presidente di Confindustria Padova, e di Valentino Vascellari, Presidente del Comitato di Gestione del Premio.
Ad aprire i lavori della Giuria è stato il presidente Ernesto Galli Della Loggia che, tra le altre cose, ha dichiarato: «Quella del Campiello è un’esperienza travolgente, che permette di capire il senso della letteratura. Da storico mi ha colpito che nei romanzi c’è una forte ambientazione storica, così come la varietà dei punti di vista. La vitalità della letteratura è data dalla capacità di farsi leggere, di uscire dagli scaffali».
A seguire Chiara Fenoglio che ha tracciato una panoramica dell’annata editoriale: «Da 54 anni il Premio Campiello è il laboratorio dove si misurano i punti di continuità e rottura della letteratura italiana. Uno degli elementi più evidenti di questa annata è la molteplicità degli esperimenti letterari. Possiamo individuare cinque contenuti principali: il racconto di generazione, la narrazione messa a servizio di una necessità etica, una letteratura dallo sguardo ironico e dalla presa al contrario delle cose, racconti distopici e romanzi che esprimono un cortocircuito tra Io e potere, Io e storia».
Lo stesso Presidente Zuccato ha ricordato che: «Il Campiello non è solo un concorso di narrativa. Certo, l’aspetto letterario è fondamentale e oggi, come accade da oltre 50 anni, la Giuria ha selezionato i 5 migliori romanzi italiani dell’anno editoriale. Ma il Campiello è qualcosa di più: è un ponte tra la cultura e il mondo dell’impresa. Investire in cultura è vitale, perché forma cittadini consapevoli, ci rende più aperti al cambiamento, ci permette di valorizzare la qualità dei prodotti del Made in Italy e di raccontarli al mondo, di rendere più competitivo il territorio, di sostenere il nostro patrimonio storico e artistico. Il Campiello è il cuore e l’emblema dell’impegno degli imprenditori veneti nella promozione della cultura. Un impegno rivolto anche e soprattutto verso le nuove generazioni, per valorizzare il talento di tanti ragazzi e ragazze che ogni anno partecipano al Campiello Giovani».
Vediamo da vicino quali sono i cinque titoli finalisti:
Elisabetta Rasy, Le regole del fuoco, Rizzoli
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Simona Vinci, La prima verità, Einaudi
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Luca Doninelli, Le cose semplici, Bompiani
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Andrea Tarabbia, Il giardino delle mosche, Ponte alle Grazie
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Il Premio Campiello Opera Prima è stato assegnato a:
Gesuino Némus, La teologia del cinghiale, Elliot
Questa la motivazione della Giuria per la sua scelta: «Gioca di sovrapposizione onomastica col suo personaggio l’autore della Teologia del cinghiale. Gesuino Nemus (ossia Nessuno) è infatti lo stesso della voce narrante, che ci offre un sorprendente esordio, ambientato a Telèvas, “un’enclave a se stante” in Sardegna e che ha quale centralità temporale il 21 luglio 1969 del ritrovamento del corpo di Bachisio Tudìnu e, il 22 luglio, di sua moglie Elvira Bòttaru, impiccata a casa. Sarebbe però sbagliato leggere un simile romanzo come giallo, pur poggiando su misteri, silenzi, ancestralità, segreti. Una voce ricca di affabulazione, quella di Nemus: umori, sapori, parlate, sguardi, silenzi, canzoni, tradizioni che fanno della Teologia del cinghiale un romanzo saporosamente antropologico, in una ambientazione subito presentata come “poco normale”, come del resto sono un po’ tutti i personaggi che vi si muovono. Un romanzo che si fa apprezzare anche per una lingua ricca di venature, con ricchi inserti di lingua sarda (quasi sempre resa comunque dialogicamente comprensibile). In un'orchestrazione davvero sapiente, che sa tenere la tensione. E che approda a un finale insospettato e inatteso».
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Il vincitore assoluto della 54^ edizione del Premio Campiello verrà proclamato sabato 10 settembre a Venezia, durante la tradizionale manifestazione al Teatro La Fenice, alla luce dei risultati della votazione Giuria dei Trecento Lettori, selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, e che resteranno anonimi fino alla serata finale.
In attesa di scoprire chi si aggiungerà a Ugo Riccarelli, Giorgio Fontana e Marco Balzano, vincitori rispettivamente dell’edizione 2013 (con L’amore graffia il mondo, Mondadori), 2014 (con Morte di un uomo felice, Sellerio) e 2015 (con L’ultimo arrivato, Sellerio), a noi non resta che leggere i libri dei cinque finalisti, augurandoci che anche per il 2016 il Premio Campiello sappia regalarci tante emozioni letterarie.
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