Perché Aleksandr Puškin è il più grande poeta russo? Ecco 10 motivi
Un sondaggio di poco tempo fa ha evidenziato che il poeta più grandi di tutti i tempi per i russi è Aleksandr Puškin. Il sondaggio, però, non prova a chiarire le ragioni di questo risultato.
Ci ha pensato, dunque, «Russia Beyond the Headlines», che ha chiesto a Ekaterina Aleeva di individuare dieci ragioni per cui Aleksandr Puškin è il più grande poeta russo.
1. Ha creato la lingua russa moderna
Aleksandr Puškin è a ragione considerato il padre fondatore della lingua russa moderna. Ha rifiutato lo stile aulico della poesia classica russa, rompendo le barriere tra il linguaggio colloquiale e le odi del passato. I russi usano ancora oggi la lingua di Puškin.
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2. Ha padroneggiato un’ampia gamma di generi
Puškin ha avuto un’elevata quantità di interessi come scrittore. Ha scritto odi classiche, poesie romantiche, versi d’amore e politici, romanzi in versi, drammi storici, prosa realista, novelle, racconti, fiabe, diari di viaggio, e altro ancora. Molti dei suoi lavori sono diventati testi fondamentali nel loro genere.
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3. Ha indicato la strada ai futuri grandi
Puškin ha identificato i temi principali a cui si sono dedicati gli scrittori russi del XX secolo. La sofferenza di un individuo umile di basso rango, il confronto tra un personaggio speciale e la società, la scelta dolorosa tra il dovere e la felicità personale, la ribellione del singolo contro il sistema. Tutti questi argomenti sono stati trattati per la prima volta da Puškin prima di essere al centro di opere di altri grandi autori russi come Dostoevskij, Tolstoj e Čechov.
4. Ha creato “un’enciclopedia della vita russa”
Una delle opere chiave di Puškin è il romanzo in versi Eugene Onegin. Un importante critico della metà del XIX secolo l’ha definito “un’enciclopedia della vita russa”, considerando che nell’opera veniva offerto un ritratto della vita e della cultura del Paese in quell’epoca.
Un’opera, un balletto e numerosi adattamenti per il teatro hanno contribuito a supportare e promuovere la reputazione internazionale di Eugene Onegin, scritto nel corso di molti anni, dal 1823 al 1831.
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5. La precisione e l’illusione della semplicità sono le sue caratteristiche principali
Un’altra ragione per cui la popolarità di Puškin continua a crescere è l’apparente semplicità delle sue opere. Ha avuto la capacità di creare immagini vivide con solo due o tre parole, imprimendole nella mente dei lettori. C’è un’illusione di spontaneità nel suo uso preciso del linguaggio, e le sue note mostrano come egli lavorasse con estrema meticolosità su ogni verso.
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6. Era un audace bon vivant
La reputazione di Puškin è cresciuta molto dopo la sua morte, ma non ha goduto di un posto così alto nella società russa mentre era in vita. Aveva uno spiccato senso dell’umorismo e amava inserire parolacce nei suoi versi. Era anche un autore prolifico di sferzanti epigrammi, e si divertiva a prendere di mira anche i funzionari di alto rango. Questo gli causò non pochi problemi con le autorità e qualche sfida a duello.
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7. Ha sofferto per la verità
Puškin ha trascorso molti anni in esilio per la sua ode alla Libertà.
Lo zar Alessandro I esiliò il poeta nel sud della Russia e quindi lo sottopose agli arresti domiciliari nella regione Psov. Puškin ebbe molti amici tra i rivoluzionari Decabristi. Non ha mai sostenuto la necessità di rovesciare il regime zarista, ma è diventato il campione del diritto individuale alla libertà e ha combattuto contro la censura.
8. Ha scritto poesie d’amore senza tempo
Puškin è stato un famoso ammiratore della bellezza femminile e si è guadagnato la fama di Don Giovanni. Ha scritto forse i più famosi versi d’amore nel patrimonio poetico russo.
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9. È stato discusso e ammirato da grandi scrittori
Molti scrittori hanno riconosciuto la grandezza di Puškin. Dostoevskij ne lodava l’empatia e la profondità; Turgenev sostenne che la vera essenza delle sue opere risuonasse all’unisono con l’essenza del popolo russo.
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10. È diventata una figura di culto nell’Unione Sovietica
All’epoca dell’Urss Puškin è diventato un vero e proprio simbolo dello stato. Ogni aula di letteratura esibiva un suo ritratto. Nel 1937, furono organizzate celebrazioni su larga scala per il centenario della sua morte, seguite da celebrazioni altrettanto importanti per il centocinquantesimo anniversario della nascita.
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