Omosessualità e cristianesimo: omaggio a John Boswell
John Boswell morì il 24 dicembre 1994 all'età di 47 anni. Ricordarlo oggi nel pieno delle dispute sui diritti degli omosessuali è un doveroso omaggio e un motivo di riflessione.
La sua opera principale, Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. - La chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo, gli valse nel 1981 i premi American Book Award per la storia e lo Stonewall Book Award per le tematiche omosessuali. Le sue instancabili ricerche, le sue traduzioni raffinate, le sue interpretazioni inusuali dei testi classici e sacri fanno di John Boswell uno storico unico nel suo genere. Le sue lezioni all'Università di Yale hanno lasciato la loro impronta ancora oggi e i nuovi studenti mostrano interesse nel campo della storia medievale, degli studi religiosi e degli studi queer.
Tutto il lavoro di ricerca storica di John Boswell sulle culture LGBT nelle società antiche e nella letteratura cristiana si sviluppa tra il 1977 e il 1992. Un quindicennio importante nella storia delle persone omosessuali e del relativo movimento di liberazione che a mano a mano si vedono conquistare maggiore visibilità, giustizia e indipendenza. La data più importante di quel quindicennio di lotte resta il 17 maggio 1990 quando l'Oms cancellò l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali. Anche se in quegli anni si dovettero fare i conti con l'AIDS che fece numerose vittime tra i gay e accentuò l'omofobia specialmente da parte di gruppi mossi da fanatismo religioso.
Boswell morì a causa di una patologia legata all'AIDS. Omosessuale e cattolico osservante volle cercare una via d'incontro tra il modo di vivere la sua sessualità e la sua fede, e la trovò. Fu criticato ferocemente, ma nessun accademico può negare il valore delle sue rivisitazioni filologiche e storiche.
In Cristianesimo, tolleranza, omosessualità, evidenzia un mondo classico, greco e poi romano, aperto verso gli amori omosessuali insieme ad una chiesa cristiana primitiva particolarmente tollerante. A quel tempo nessun filosofo o dottore della chiesa considerò l'attrazione omosessuale come “innaturale”. Infatti il termine “innaturale”, associato all'omosessualità, fu usato nella letteratura teologica o giuridica solo secoli più tardi.
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Dal III al VI secolo, cioè durante l'indebolimento e la distruzione dell'Impero Romano, si sviluppò un'ostilità crescente verso gli omosessuali e la loro sessualità. Le ragioni sono molteplici e complesse, Boswell vide il fattore determinante nella scomparsa delle “culture” urbane a discapito di quelle rurali.
Per salvaguardarsi e per avere un maggiore controllo, i governi accrebbero le normative sulla moralità personale e furono aiutati dalla pressione pubblica verso l'ascetismo in tutti gli ambiti sessuali. In definitiva né la società né la teologia cristiane sostennero un'avversione particolare verso l'omosessualità, ma entrambe si lasciarono influenzare fino ad accettare le posizioni adottate da alcuni governi e teologi dominanti.
«Con semplice ed amabile grazia, si tolse la veste, la corona e i gioielli e li consegnò all'elemosiniera. Senza null'altro ornamento che i suoi capelli, con una semplice tunica di lino bianco, Richardis entrò nel chiostro. Durante gli anni in cui scrissi “Scivias”, ella fu per me come il soffio dell'anima che vivifica e consolida il corpo perché continui a vivere».
Così, nell'XI secolo, Santa Ildegarda di Bingen ricorda l'amata Richardis dopo la notizia della sua morte prematura. Santa Ildegarda fu una delle donne più stimate della sua epoca, persino l'imperatore Federico Barbarossa si rivolse a lei per chiedere consiglio. Nessuno, neppure il Papa o il potente filosofo Bernardo di Chiaravalle, la biasimò per il suo amore verso le monache Richardis e Adelheidis. Quindi, giustamente scriveva John Boswell che ci fu un'apertura verso l'omosessualità e un maggiore rispetto verso la donna da parte della chiesa cattolica in vari momenti storici. La lettera di Santa Ildegarda avvalora la teoria di Boswell che, a partire dall'XI secolo con la rinascita delle economie urbane, ritornò davvero una massiccia tolleranza nei confronti dell'omosessualità e anche di altre fasce più deboli come le donne e gli ebrei.
Per quanto riguarda gli omosessuali, fiorirono una letteratura e un'arte palesemente ispirate a quel tipo di erotismo. Nei primi decenni dell'XI secolo, gli omosessuali non ebbero più necessità di nascondersi e si mostrarono liberamente nelle comunità.
Tuttavia, a partire dalla seconda metà del XII secolo, riprese vita un'ostilità sempre più acuta che poi sfociò nell'Inquisizione, che inghiottì e distrusse tutte le culture e tutte le fasce deboli che male si potevano sintonizzare all'ideologia e alla “razza” dominante.
La nostra società è più complessa e sicuramente non è possibile fare un paragone con le comunità medievali, ma l'analisi di Boswell ci da modo di riflettere sulle mentalità umane che, cambiando di forma, restano nella sostanza invariate nel tempo. A vent'anni dalla sua morte l'opera storica di John Boswell resta attuale e sconcertante.
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