“Non chiedermi come sei nata” di Annarita Briganti, tra maternità negata e fecondazione assistita
È una delle novità del 2014 l’esordio come scrittrice di Annarita Briganti, che ha pubblicato per Cairo Editore Non chiedermi come sei nata. Vincitore del Premio Comoinrosa (sezione esordienti) e finalista al Premio del Mio Libro di Milano il romanzo della Briganti, giornalista freelance, affronta il delicato tema della maternità negata, e cercata attraverso la fecondazione assistita. Si potrebbe dire buona la prima, mutuando il gergo cinematografico, per Non chiedermi come sei nata.
La protagonista del romanzo è Gioia Lieve, giornalista freelance che vive e lavora a Milano: apparentemente la sua vita sembra scorrere a gonfie vele, tra un’intervista a un big della letteratura, un aperitivo nei locali trendy della città e un party esclusivo con il gotha dell’editoria. Sebbene precaria, e costretta ad arrotondare con un lavoro part time da segretaria in uno studio notarile, Gioia si gode il fidanzato Uto, ricco, colto e sempre super impegnato. La vicenda di Non chiedermi come sei nata si sviluppa a partire da una vacanza molto chic e raffinata in Costa Azzurra in cui Gioia, alla soglia dei quaranta anni, perde il feto che aveva in grembo. L’evento scatena in lei una ridda di sensazioni contrastanti, atroci dilemmi e ingenue fantasie cui non si era mai abbandonata prima, ovvero quella di avere un bambino dal suo uomo e di provare a formare, forse, una famiglia. L’aborto, in realtà, porta alla luce la difficoltà di concepire naturalmente e lascia aperto l’unico spiraglio possibile per diventare madre, ovvero la fecondazione assistita.
Inizia per Gioia un lungo e doloroso calvario cui decide di sottoporsi con coraggio e determinazione, nonostante lo scarno sostegno di Uto (ad eccezione di quello economico): la somministrazione di ormoni, gli sbalzi di umore, tra ecografie ed esami diagnostici, i jeans che non entrano per i chili in più. Gioia si trova sola ad affrontare un insieme travolgente di difficoltà: la solitudine ritorna come leitmotiv del romanzo, specchio di una società che trita sentimenti con la velocità con cui cambia smartphone, dove ognuno è solo con i suoi problemi e non può manifestarli, né rivelarli in pubblico.
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Il flusso di coscienza, scandito da capitoli, godibili e dalle simpatiche denominazioni che sembrano richiamare Helen Fielding di Bridget Jones, è lo stratagemma narrativo che tiene incollato il lettore alle pagine nell’attesa di capire che cosa succede.
Non chiedermi come sei nata è un romanzo delicato, dalla scrittura intensa, ma decisa, dal tratto raffinato cui la Briganti, che ama tutto ciò che ha a che fare con i libri e gli scrittori, ci ha abituato dalle pagine culturali de «La Repubblica» e dalle pagine di questo libro, puntellato qua e là da riferimenti letterari mai banali. La trama scorre piacevolmente in un contesto ben noto all’autrice che ricrea con poche pennellate ambientazioni e scenari quali le strade deserte di Milano d’estate, le feste euforiche e cariche dell’istituzionale corollario di ipocrisie e di finzioni, le sedute mediche cui Gioia si sottopone: il confine tra la determinazione a essere madre a tutti i costi e l’impossibilità di sottrarsi a un destino ineluttabile è sottile e ci si trova a solidarizzare con la protagonista, condividendo talvolta angosce, dolori, speranze e patimenti.
Tra una parola di conforto del ginecologo-padre putativo Andrea e un sorriso dell’amica del cuore Clizia, ed altro ancora che non occorre svelare al lettore, Non chiedermi come sei nata sostiene la lettura con ritmo e un sapiente dosaggio di qualche colpo di scena che rende vivace lo sviluppo della vicenda che è certamente di scottante attualità, e non manca di sollevare questioni etiche. Questa storia è il paradigma di ogni donna spesso costretta a scelte estreme, coraggiose, mettendo da parte sogni, prospettive, desideri.
Non sembri azzardato il paragone con Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci: pur nelle loro differenze, determinate dalle epoche in cui sono stati scritti, anche in Non chiedermi come sei nata di Annarita Briganti c’è tutto il calderone meraviglioso, doloroso e struggente di emozioni e di scelte a cui ogni donna, prima o poi, si troverà dinanzi.
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