Momento editoriale storico fra Cuba e USA
Quello attuale sembra un momento storico nei rapporti fra Cuba e Usa, anche in ambito editoriale.
Il presidente Obama ha, infatti, annunciato pochi giorni fa un imminente viaggio a Cuba per sancire definitivamente il disgelo tra i due Paesi, considerato l’auspicio di ritirare l’embargo nei confronti del Paese sudamericano.
La decisione del presidente americano giunge al termine di una serie di accordi e di eventi che hanno visto consolidare la partnership tra gli Stati Uniti e l’isola governata dal presidente Raúl Castro.
All’interno di questo insieme di azioni si colloca anche il memorandum siglato tra i rappresentanti di Publishers Weekly (PW) e The Combined Book Exhibit, da un lato, e l’Instituto Cubano Del Libro, dall’altro.
L’annuncio è stato dato da Zuleica Romay Guerra, presidente dell’Instituto cubano (organizzatore tra l’altro della Feria Internacional del Libro de La Habana, che si è conclusa domenica scorsa), durante il primo dei due giorni di incontri professionali organizzati da Publishers Weekly, PubMatch e The Combined Book Exhibit incentrati sull’analisi dei mercati editoriali cubano e americano.
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L’accordo è stato siglato da Cevin Bryerman, vice presidente esecutivo ed editore di PW, Jon Malinowski, presidente di The Combined Book Exhibit, e dalla stessa Guerra. La cerimonia ha avuto luogo presso la Fortezza di San Carlos de la Cabaña, sede della Feria Internacional del Libro de La Habana.
Gli attori in gioco
Prima di entrare nel vivo dell’accordo, però, vediamo chi sono gli interlocutori, nonché firmatari.
Publishers Weekly è la «bibbia del settore editoriale», come si auto-definisce, una rivista di notizie edita con cadenza settimanale e incentrata sul mercato editoriale internazionale. Si rivolge a editori, librai, bibliotecari, agenti letterari, autori e media. Edita dalla PWxyz LLC e diretta da Jim Milliot e Michael Coffey, ad aprile 2015 contava una tiratura di circa 16 mila copie.
The Combined Book Exhibit è un’azienda americana che si occupa di supportare editori e autori nella promozione di libri sia presso fiere (in tutto il mondo) sia presso le librerie americane, con centinaia di editori che si servono dei loro servizi.
L’Instituto Cubano Del Libro è, infine, l’ente del Ministero della Cultura della Repubblica di Cuba che si occupa di produzione, commercializzazione e promozione di libri e pubblicazioni periodiche a Cuba, così come delle relazioni dello Stato cubano con gli scrittori, le loro organizzazioni rappresentative e tutti gli altri professionisti del settore.
Dunque, il memorandum, visti i firmatari, sebbene presentato come un memorandum d’intenti tra due Paesi, in realtà si configura come un accordo tra due aziende private statunitensi e il governo cubano.
Cosa prevede l’accordo?
L’obiettivo del memorandum, che PW non ha esitato a definire un vero e proprio “patto”, è di impegnare reciprocamente i due Paesi a promuovere la «cooperazione e la comprensione» tra le rispettive industrie editoriali.
I punti principali dell’accordo riguardano:
- presenza di editori americani alla Fiera del libro dell’Avana(che dovrà essere assicurata da PW e The Combined Book Exhibit);
- impegno reciproco a gettare le basi per la partecipazione degli editori cubani al BookExpo America del 2016;
- organizzazione di una fiera di libri ed editori cubani negli Stati Uniti;
- proseguire a organizzare panel e programmi educativi tesi a sviluppare la conoscenza dei due mercati.
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Le speranze cubane
Nel presentare l’accordo, Guerra si è detta anche ottimista circa le sfide che il settore editoriale cubano dovrà affrontare, alla luce dei profondi cambiamenti in atto: «Cuba sta attraversando un periodo di crisi. Abbiamo sempre lavorato in una direzione… ma le dinamiche adesso stanno cambiando e noi dobbiamo agire diversamente se vogliamo che il nostro sistema editoriale prosegua la sua attività». E uno dei modi per “agire diversamente”, secondo Guerra, riguarda proprio la necessità di apprendere a pubblicare i libri che i lettori cubani desiderano leggere.
A proposito dell’importanza dell’accordo, la stessa Guerra ha proseguito indicando che l’obiettivo degli editori cubani è quello di apprendere quanto più possibile dal mercano degli Stati Uniti in vista di una futura penetrazione. L’interesse è rivolto soprattutto alle fasce di popolazione statunitense (e portoricana) che parlano spagnolo: «Vogliamo che i classici cubani siano tradotti in inglese. Vogliamo che il meglio della letteratura americana e il meglio di quella cubana siano visibili e noti negli Stati Uniti».
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La missione americana a Cuba
Il primo passo in questo cammino di mutua comprensione è rappresentato dalla prima Missione Editoriale degli Stati Uniti a Cuba – così è stata presentata da PW –, che ha previsto la partecipazione di 40 editori americani alla Feria International del Libro de La Habana, insieme a un piccolo gruppo di operatori del settore, autori, agenti letterari e distributori, oltre all’organizzazione da parte di PW di sessioni formative rivolte a operatori cubani.
Per gli editori americani, quest’anno, si è trattato, come afferma la stessa PW, di gettare le basi per stabilire connessioni e future opportunità di affari con editori e operatori editoriali cubani. A cominciare proprio dalla fiera cubana che, nell’edizione 2016, ha contato 171 espositori, dei quali 101 provenienti dall’estero, tra cui editori, consolati, biblioteche nazionali e stand collettivi di diversi Paesi. La sola Germania, ad esempio, ha partecipato alla fiera con ben 450 titoli raccolti in un unico stand. Ancora, il Grupo Iberoamericano de Editores ha organizzato un programma professionale sul mercato del libro in lingua spagnola con partecipanti da Uruguay, Argentina, Paraguay, Messico, Brasile e Panama.
È il mercato, bellezza
Al di là degli obiettivi del memorandum, restano due importanti dichiarazioni.
«Il mercato cubano si sta aprendo» ha affermato Bryerman. «Così, mettere insieme editori di entrambi i Paesi faciliterà lo scambio di idee che porteranno a nuove partnership editoriali». E lo stesso Malinowski ha sottolineato che il patto è funzionale ad accedere a un mercato che è rimasto chiuso per 60 anni.
In attesa che lo storico embargo sia definitivamente chiuso, il mercato editoriale, in questo momento, si organizza, e l’assenza di organi istituzionali americani lascia manovra a organizzazioni private.
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