Mercato del libro in Italia 2015: dati Nielsen
Sul mercato del libro in Italia 2015 i dati Nielsen presentano un’immagine in chiaroscuro. L'indagine, presentata dall'Associazione italiana editori all'ultimo Salone del libro di Torino, sembra lasciare intravvedere un barlume di speranza in un mercato che comunque subisce ancora una volta un calo, scendendo del 3% rispetto all'anno precedente.
I dati Nielsen Bookscan, raccolti in oltre 35mila punti vendita distribuiti in tutto il mondo (Amazon esclusa), riportano che gli unici mercati dove le vendite dei libri sono in crescita sono la Cina (con un +10,2%), il Brasile (+9,6%) e gli Stati Uniti (+3,5%). Male, su questo lato, l'Italia, che registra un -3,0% come l'India, giusto un poco meglio della Spagna (-4%).
Nello specifico, il mercato del libro italiano registra l'ennesimo calo. Il 2014 infatti si è chiuso come i due anni precedenti, se non peggio, proseguendo un trend negativo che dura ormai da troppo tempo, complice anche il cattivo rapporto che gli italiani hanno con la lettura. Il mercato è sceso sia per volume di vendita (-6,5%, poco meno di 93 milioni di libri venduti contro gli oltre 99 milioni del 2013) che per valore (-3,8%, con un incasso di 1,19 miliardi di euro, contro l'1,24 miliardi dell'anno precedente). Poche le differenze tra hardcover e paperback, sebbene i primi abbiano subito una flessione minore.
Anche il trend Ytd (che confronta i periodi da inizio anno alla data attuale degli ultimi 3 anni) è da lacrime amare, con un -4,0% a volume per il 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, e un -2,6% a valore nello stesso periodo. In un confronto settimana per settimana il 2015, sinora, è sempre stato inferiore per volume di vendite rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti. Solo il tempo saprà dirci se si ripeterà, verso fine anno, lo stesso recupero che nel 2014 ha colmato il gap con il 2013.
Tuttavia possiamo trovare anche un motivo per sorridere, basta guardare a come sembrano cambiare i canali di vendita. Premesso che si parla di cifre non certo impressionanti, comunque sembra registrarsi un riscatto delle librerie indipendenti rispetto ai canali di grande distribuzione. Dopo anni di crisi, le librerie indipendenti hanno registrato, nei primi mesi del 2015, una crescita del +2,3% a volume e dell’1,9% a valore; tutto a spese delle librerie di catena, che nello stesso periodo scendono di -3,9% per numero di copie vendute e del -3,7% per valore, e soprattutto della grande distribuzione, che registra un -14,8% a volume e un -12,2% a valore.
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A determinare il successo delle librerie indipendenti (ormai sempre più presenti anche sul web) sono, in buona parte, i libri per bambini. In generale, come riportano gli analisti Nielsen, «i bambini sono l'unico genere che contribuisce in modo positivo alla variazione del mercato a volume» (+6,4%), e «le librerie indipendenti contribuiscono per il 75% alla crescita dei bambini». Anche se c'è da dire che, in generale, su 100 libri venduti in Italia, solo 21 sono per bambini. Ben lontani da mercati come quello austriaco (49%) spagnolo (46%) o neozelandese (43%).
A farla da padrona, in Italia, è sempre la fiction, con un 40% del mercato del libro. Nessun Paese ha una pari passione per i romanzi come il nostro. Dietro all'Italia c'è il Brasile, al secondo posto ma ben staccato, con 32 titoli di fiction venduti su 100, più lontano il Regno Unito, 28%. Se si guarda alla non-fiction, ossia la saggistica o, più in generale, tutto ciò che non è romanzo, in Italia si vendono/acquistano 39 volumi ogni 100 venduti. In linea con altri Paese come gli Usa (40%) e il Regno Unito (37%), ben lontani da Brasile (45%), Sud Africa (49%) e India (52%).
Pochi, dunque, gli elementi positivi. Presto per chiamarla rivoluzione, prematuro parlare di rinnovamento, ma i dati Nielsen 2015 intanto ci dicono che, nonostante continui la crisi, qualcosa si muove nel mercato del libro in Italia.
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