“Mare nero”, il ritorno del commissario Lolita Lobosco
Gabriella Genisi torna in libreria con Mare nero (Sonzogno, 2016), sesto episodio della fortunata serie di thriller che hanno per protagonista Lolita Lobosco, intraprendente commissario della polizia di Bari.
Anche stavolta ci troviamo quindi nel capoluogo pugliese, scenario che abbiamo già imparato a conoscere nei romanzi precedenti. Siamo a settembre e l’estate non accenna a finire. Un gruppetto affiatato di amici esce in barca a vela per compiere, come è loro abitudine, un’immersione al largo della costa barese, ma qualcosa va storto e due giovani fidanzati annegano insieme. Sembrerebbe una tragica fatalità, ma dai rilievi di rito emerge una verità molto più inquietante: non si è trattato di un incidente, ma qualcuno ha causato deliberatamente la loro morte. Nel corso dell’indagine, a Lolita toccherà far luce su altri misteri, ancora più inquietanti del duplice omicidio iniziale.
A distanza di sei anni dall’esordio con La circonferenza delle arance (Sonzogno, 2010), il personaggio di Lolita Lobosco, poliziotta intraprendente e sexy, profondamente legata alla sua Bari, città di mare e di antiche tradizioni, comprese quelle culinarie (di cui troverete le ricette al termine del romanzo), ha ormai conquistato un bel pubblico di lettori fedeli, abituati a leggere ogni anno una sua nuova avventura.
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Noi abbiamo fatto qualche domanda a Gabriella Genisi su questa sua ultima fatica letteraria.
Mare nero è la sesta puntata delle avventure di Lolita Lobosco, che ormai si è conquistata un solido pubblico di lettori affezionati. Si aspettava di scrivere così tanti romanzi sullo stesso personaggio quando ha dato alle stampe il primo volume, ormai sei anni fa?
Sono i lettori a decretare il successo e la continuità di un personaggio letterario, e anche per il commissario Lolita è così. Ho scritto La circonferenza delle arance, convinta di non scriverne altri episodi, invece la Lobosco è diventata un personaggio seriale, e io sono diventata giallista mio malgrado. Bello …
Senza svelare troppo della trama, possiamo dire che in questo romanzo si parla non solo di delitti, ma anche di traffici illeciti e di inquinamento ambientale. Sono molti gli autori che, di recente, hanno miscelato elementi di denuncia di particolari problemi contemporanei alla classica indagine poliziesca. Da cosa nasce questa scelta?
Oggi il giallo ha sostituito il romanzo sociale, e in parte – quando sconfina nel noir mediterraneo – anche il giornalismo d’inchiesta. Non ha più senso raccontare delitti fini a sé stessi, per quelli c’è sin troppa cronaca pronta a svelarli in ogni dettaglio. Il giallo è un modo per raccontare la provincia italiana, il tessuto sociale, i chiaroscuri delle città di ambientazione. Nel caso specifico dei miei libri, accanto alla vita della protagonista, al suo lavoro e a Bari, cerco di raccontare tematiche importanti e contemporanee. L’usura, il terrorismo dell’Isis, il traffico di rifiuti tossici, la pedofilia, il femminicidio.
La Puglia, negli ultimi anni, ha prodotto un numero davvero notevole di scrittori importanti. Si tratta di un caso, oppure esistono dei fattori speciali che hanno favorito questa fioritura letteraria?
Verissimo. È come se questa terra si fosse svegliata dopo anni di torpore, colmando una lacuna troppo grande.
Il merito credo vada attribuito alla riscoperta vocazione dell’accoglienza, alle nuove culture che si sono mescolate con il tessuto autoctono, e all’aver imparato a dirsi finalmente pugliesi. Orgogliosamente e senza vergogna. Sono lontani i tempi in cui Domenico Modugno si vide costretto a negare la propria origine per essere accettato nel mondo della canzone. Anche i nostri vini non vengono più imbottigliati con le etichette del Nord. Da un certo numero di anni la Puglia è sinonimo di qualità, a livello mondiale. E anche il mondo letterario si è accorto di noi. Bisogna riconoscere a Gianrico Carofiglio il merito di aver portato alla ribalta internazionale la scrittura pugliese. Dopo di lui, siamo arrivati in tanti. Qualcuno c’era anche prima, va detto. Oggi tra autori pugliesi residenti, e autori della diaspora, quelli cioè che hanno lasciato la Puglia da una ventina d’anni, ma qui continuano ad ambientare le storie, ce n’è più di una dozzina, e tutti di qualità. Perfino un recente Premio Strega è legato alla Puglia, con una storia ambientata a Bari.
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In Mare nero compaiono brevemente il commissario Montalbano e Alice Allevi, creature letterarie di Andrea Camilleri e Alessia Gazzola. Come mai ha pensato a queste “contaminazioni letterarie”? E come sono i suoi rapporti con questi due colleghi scrittori?
Ho cominciato l’esperimento del crossover sin dal primo episodio della serie, come omaggio ad Andrea Camilleri. Perché senza aver letto i libri del Commissario Montalbano, la mia Lolita non l’avrei neppure pensata. Ho continuato a mescolare investigatori letterari in ogni episodio della serie, facendo interagire il mio commissario con Salvo Montalbano, Fabio Montale, Pepe Carvalho, Hector Belascoaran, Bernardette Bourdet, Pedra Delicado, Alice Allevi. È un esperimento che al pubblico piace molto, forse perché i personaggi letterari appartengono ai lettori, non agli scrittori. Ho scritto una lettera a Camilleri per informarlo, non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo personalmente, ma adesso fa anche lui dei crossover nei suoi libri, e la cosa mi rende felice, perché ne rivendico la primogenitura, almeno per quanto riguarda l’ultimo decennio. Con Alessia Gazzola invece siamo buone amiche, e insieme abbiamo deciso di inserire i nostri personaggi nei prossimi libri.
I suoi romanzi sono ambientati a Bari, così come la maggior parte di quelli scritti da Gianrico Carofiglio, ma Mare nero si apre con la notizia del trasferimento della protagonista a Padova. Abbiamo dunque perso la possibilità di assistere a un incontro tra Lolita Lobosco e l’avvocato Guido Guerrieri?
Voglio rassicurare i miei lettori sul fatto che Lolita rientrerà a Bari quanto prima. Per quanto riguarda un eventuale incontro con Guido Guerrieri, sono tanti i lettori a chiederlo, tuttavia non saprei dire. L’ultima volta che ho incontrato il dottor Carofiglio, l’ho salutato con un sorriso, ma lui non ha nemmeno risposto. Quindi, chi si azzarda a chiederglielo?
Ho conosciuto invece, e proprio di recente, Petros Markaris. Eravamo entrambi nel programma di Ombre Festival a Viterbo. A colazione gli ho chiesto se posso far incontrare Lolita con Charitos, e lui mi ha risposto: «Certo, perché no? Magari ad Atene!».
A un’autrice seriale come lei non si può che fare una domanda sui progetti futuri. Ha già un’idea di quanti romanzi scriverà su Lolita o seguirà l’ispirazione? Oppure prevede di scrivere presto qualcosa di completamente diverso?
Ci sarà sicuramente un nuovo episodio in uscita il prossimo anno, per il resto continuo a scrivere anche altro. E spero di uscire presto con un nuovo libro di genere diverso. Conservando i miei lettori, pur senza il Commissario Lolita.
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