Ludwig Wittgenstein picchiava i bambini. Il terribile incidente Haidbauer
Ludwig Wittgenstein lavorò come maestro elementare in una zona rurale dell’Austria per tre anni, nel breve periodo che intercorse, dal 1918 al 1921, tra la redazione del Trattato logico-filosofico e la sua prima pubblicazione in Germania. «Nonostante fosse sulla buona strada per essere considerato il più grande filosofo vivente» scrive Spencer Robins in un articolo pubblicato su «Paris Review», egli era fermamente «convinto che fosse un fallimento morale», in riferimento alla situazione economica alquanto disagevole in cui si trovava. Per aggirare questa addirittura arrivò a sbarazzarsi del patrimonio di famiglia, abbandonando il palazzo in cui era cresciuto e recandosi a fare da insegnante ai bambini nel mezzo del niente.
«Sono un insegnante elementare in un piccolo villaggio chiamato Trattenbach» scrisse Wittgenstein il 23 ottobre 1921 al suo maestro e amico Bertrand Russell. Il mese successivo, in un’altra lettera, descrisse la sua situazione come «odiosa e vile» lamentandosi del fatto che «so che gli esseri umani in media non hanno un gran valore ovunque, ma qui sono molto più buoni a nulla e irresponsabili che altrove».
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Eppure molti resoconti ci restituiscono l’immagine di Wittgenstein come quella di un maestro esemplare e incredibilmente impegnato per il bene dei suoi studenti. Sempre Robins racconta di come insieme abbiano «progettato motori a vapore, e costruito modelli, dissezionato animali, esaminate cose al microscopio che Wittgenstein aveva portato da Vienna, letto letteratura, imparate le costellazioni e fatti dei viaggi a Vienna, dove soggiornarono presso la scuola gestita dalla sorella Hermine». La stessa Hermine ha ricordato i bambini che «si scavalcavano a vicenda spinti dal desiderio» di rispondere alle domande del loro maestro-filosofo. Almeno un bambino particolarmente promettente ricevette da Wittgenstein un’istruzione extracurricolare, e perfino un’offerta di adozione.
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Inoltre potremmo considerare Wittgenstein come un campione, ovviamente a modo suo, delle pari opportunità di genere a differenza degli altri insegnati impegnati nell’Austria rurale agli inizi del XX secolo. E infatti, ad esempio, si aspettava che le ragazze fossero in grado di risolvere gli stessi difficilissimi problemi di matematica in genere preparati solo per i ragazzi. E per lo stesso motivo, non lesinava punizioni corporali quando davano una risposta sbagliata o quando non comprendevano i concetti velocemente come lui avrebbe voluto.
Questo duro trattamento culminò in un famoso incidente, quando l’undicenne Haidbauer, studente di Wittgenstein, «perse conoscenza dopo essere stato picchiato in testa durante una lezione». L’episodio fu denunciato alla polizia e Wittgenstein fu chiamato a comparire in tribunale a Gloggnitz il 17 maggio 1926. Il giudice ordinò una perizia psichiatrica. Secondo alcuni, il giudice decise di esonerare Wittgenstein dall’insegnamento, anche se le risultanze del caso non furono mai rese pubbliche. Pare che la famiglia di Wittgenstein fosse intervenuta per mettere a tacere la questione.
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Comunque Haidbauer non fu il solo studente che Wittgenstein fu accusato di aver picchiato. Così, dieci anni dopo, mentre lavorava a Cambridge, ritornò nel villaggio dove aveva insegnato per chiedere perdono a tutti i bambini che aveva fatto oggetto di violenza.
In conseguenza di questi episodi, comunque, si creò un enorme solco tra gli abitanti di Trattenbach e il tirannico Wittgenstein, incapace di stabilire un rapporto empatico con i suoi allievi. D'altro canto va anche detto che, secondo alcuni biografi di Wittgenstein, le notizie diffuse sul suo conto, incluse quelle che lo portarono alla condanna, furono messe in circolazione da un suo collega alquanto invidioso per questioni interne alla gestione degli studenti.
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