Leggere la terra e il cielo. Letteratura scientifica per non scienziati
L'11 marzo 1955 scomparve Alexander Fleming, lo scopritore della penicillina. L'allora direttore del «Corriere d'Informazione», Gaetano Afeltra, fece uscire un titolo in prima a tutta pagina: «Alt lettore, fermati! È morto Fleming, forse anche tu gli devi la vita!» Non era solo il doveroso omaggio a un grande scienziato, il titolo evidenziava anche il nesso, a volte dimenticato, fra le scoperte e il diretto, fondamentale beneficio che l'umanità ne trae. Che la scienza non è un'entità astratta, qualcosa di distante da tutti tranne che da chi la coltiva, ma la può avvicinare anche l'uomo della strada, sempre che chi ne parla o scrive la sappia raccontare. Oggi la letteratura scientifica a portata di semplici interessati, chiamata comunemente divulgativa, ammonta infatti a una biblioteca vera e propria, e fra i volumi che la compongono si contano anche diversi bestseller.
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Priva di ogni preparazione, anni fa anch'io mi cimentai nella lettura di un saggio scientifico sull'origine dell'universo. Convinta di doverlo abbandonare dopo una decina di pagine, constatai invece con piacere che era un libro interessante e persino affascinante. Quasi un giallo. Non apprendevo molto, senza solide basi e l'intento di uno studio mirato di una lettura del genere potevano rimanere soltanto impressioni, spunti di partenza, ma nacque in me la voglia di leggere di temi prima ritenuti di competenza solo degli addetti ai lavori. Da allora ogni anno leggo una mezza dozzina di saggi scientifici rigorosamente divulgativi, traendone sempre più profitto, in primo luogo un approccio generale più rigoroso, e la consapevolezza di sapere poco, pochissimo, pur facendo parte, come ogni essere vivente, di un mistero infinito, di cui però poter scoprire briciole ammalianti.
Nelle prime settimane di lockdown non riuscivo a leggere romanzi, quindi mi guardai intorno alla ricerca di un saggio che mi aiutasse a recuperare la capacità di concentrazione. La scelta cadde su Leggere la terra e il cielo. Letteratura scientifica per non scienziati (Laterza), perché avevo già letto sei dei diciannove libri che Francesco Guglieri, giovane editor di Einaudi e pubblicista, riassume e presenta al lettore come «diciannove sentieri verso il nuovo sublime», quel sublime che è «...l'esperienza di un fenomeno o di un'idea che trascende la finitezza umana, i suoi confini abituali. È qualcosa che ci strappa dalla dimensione quotidiana, dal modo solito di vedere le cose, di pensare il rapporto tra noi e il mondo, dall'abitudine di misurare tutto secondo il nostro piccolo metro». Ossia il sublime kantiano che è trascendente, un misto di bello e terribile. Ero quindi curiosa di confrontare le mie reminiscenze con il sommario e le sottolineature di un lettore forte di libri scientifici ormai con competenze di divulgatore scientifico, e di avere anche un'idea di massima di altri tredici, fra i quali poter scegliere letture future. Nel frattempo uno dei diciannove, Spillover di David Quammen, è diventato persino un bestseller ma a febbraio, quando Leggere la terra e il cielo uscì nelle librerie, il coronavirus non dominava ancora le nostre vite e il libro risultava solo ben inserito in una biblioteca che tocca i grandi temi dello scibile scientifico.
La biblioteca di Francesco Guglieri è racchiusa in sei sezioni che val la pena citare per dare un'idea degli argomenti trattati: 1. L'infinitamente grande e l'origine dell'universo, 2. L'infinitamente piccolo e la fine del tempo, 3. L'infinito matematico e le dimensioni superiori, 4. L'origine della vita e le sue infinite forme, 5. L'animale uomo: dall'infinito a qui, 6. La fine della terra: natura, cambiamento e Atropocene.
Il seducente concetto dell'infinito è il leitmotiv, e lo sviluppo dei diciannove capitoli – uno per libro – è un connubio di narrativa e saggistica da capogiro: scienza narrata, resa quindi una lettura accattivante, quasi romanzesca. Non riporto i titoli dei libri trattati perché formerebbero solo un elenco arido, preferisco piuttosto riportare le parole dell'autore:
«Ci sono diciannove titoli: più o meno i libri che si possono leggere in un anno, senza sforzarsi troppo concedendosi il giusto tempo per assimilare e approfondire cosa c'è scritto. Immaginatelo come un anno di detox intellettuale, un corso accelerato per imparare a tenere gli occhi aperti davanti al nuovo.» Mi sembra un ottimo proposito.
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Parte dal libro, anche se non strettamente legato a esso, il ciclo di conversazioni che Francesco Guglieri ha tenuto dal 27 aprile al 1° maggio su RSI (la radio della Svizzera Italiana). Cinque puntate per poco più di un'ora in tutto che regalano all'ascoltatore tante riflessioni molto utili in questo nostro tempo difficile e confuso. Il podcast può essere ascoltato qui.
Per la prima foto, copyright: Hal Gatewood su Unsplash.
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