Le prove Invalsi
Sono iniziate martedì le prove Invalsi nel sistema dell'istruzione pubblica. Le classi coinvolte sono il secondo e il quinto anno della scuola primaria, il terzo della scuola secondaria di I grado e il secondo della scuola secondaria di II grado. In particolare, martedì e mercoledì le classi coinvolte sono state quelle della primaria, che hanno diviso in due giorni la prova di italiano e quella di matematica; gli studenti delle superiori si cimenteranno in entrambe le prove martedì 13 maggio, mentre quelli delle terze di I grado dovranno aspettare giugno e gli esami: il voto della prova, infatti, fa media con quello delle altre prove per il risultato finale della promozione. Da quest'anno è stata eliminata la prova del primo anno della secondaria di I grado, perché, stando a quanto riferisce il sito del MIUR, «dal prossimo anno scolastico sarà possibile fornire i risultati della prova di quinta primaria anche alla scuola media che gli allievi frequenteranno da settembre».
Ma che cos'è la prova Invalsi, di cui si sente spesso parlare ma di cui magari si sa poco? È una prova standardizzata per tutto il territorio nazionale, effettuata lo stesso giorno e con le stesse modalità, che prevede la risposta a dei quesiti sulla comprensione del testo, sulla conoscenza della lingua italiana e su matematica e geometria. In questo modo si dovrebbe avere una fotografia comparabile della situazione del sistema scolastico nelle diverse regioni del Paese che sia oggettiva, perché non dipendente dal giudizio personale dell'insegnante.
La prova è in continua evoluzione, e ora appare sul sito la notizia ufficiale che si sta lavorando "anche all'ampliamento degli ambiti disciplinari oggetto di misurazione (lingua inglese, scienze naturali)"; ma per ora gli studenti e le studentesse si devono misurare solo con Italiano e Matematica.
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Le prove Invalsi sollevano sempre numerose polemiche e molte sono le opinioni sul loro conto; difficile giungere a una sintesi, visto che è un argomento che divide gli animi degli insegnanti. Per quanto mi riguarda, credo che avere un sistema di valutazione standard per tutto il suolo nazionale sia positivo, perché consente di avere un'immagine il più possibile oggettiva e soprattutto confrontabile con quella degli altri stati. Se si crede in questo, però, bisogna aumentare le risorse, per fare in modo che le prove non siano somministrate dagli insegnanti di classe, ma da persone esterne che possano vigilare attentamente. Inoltre, far dipendere i finanziamenti alla scuola, come si propone, dal risultato delle prove Invalsi è delicatissimo, perché talvolta sono proprio gli ambienti più svantaggiati ad avere i risultati peggiori, ma anche la maggiore necessità di fondi.
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