“Le donne erediteranno la terra”, Aldo Cazzullo pronostica uno storico sorpasso
Le donne erediteranno la terra. Il nostro sarà il secolo del sorpasso (Mondadori, 2016) è l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, inviato speciale ed editorialista del «Corriere della Sera» che attraverso gli articoli e i numerosi saggi pubblicati nel corso degli ultimi vent’anni ci racconta da un lato momenti salienti della storia italiana (La guerra dei nostri nonni. 1915-1918: Storie di uomini, donne, famiglie. Mondadori, 2014), dall’altro alti e bassi dell’identità nazionale, spesso in difesa delle potenzialità del nostro Paese (L’Italia s’è ridesta. Viaggio nel paese che resiste e rinasce. Mondadori, 2012).
Quest’ultimo libro è dedicato, come indica il titolo, all’evoluzione in positivo del genere femminile e alla sua conquista di ruoli che fino a non molto tempo fa erano di esclusivo appannaggio degli uomini. Raccontando storie di grandi donne del passato e del presente, Cazzullo sostiene che il futuro sarà dominato da loro e che quindi “il nostro sarà il secolo del sorpasso”, anche se questa affermazione potrebbe essere letta con un certo scetticismo, soprattutto in un momento in cui la cronaca nera riporta ogni giorno resoconti di crimini e violenze commessi contro le donne.
Proprio di questo abbiamo parlato con Aldo Cazzullo nell’intervista che ci ha gentilmente concesso.
Come mai, da uomo prima che da scrittore, ha deciso di scrivere quello che, in definitiva, è un elogio del ruolo delle donne e un riconoscimento della loro importanza nella società contemporanea?
È un’idea nata dall’amore: tutti noi siamo nati da una donna e continuiamo ad amarla anche quando non c’è più. Poi dall’amore per mia figlia, sedicenne, a cui ho dedicato il libro, e a tutte le ragazze come lei che erediteranno la terra. Sono convinto che le donne conquisteranno il mondo e lo salveranno: le ragazzine sono più in gamba dei loro coetanei. Anche Hillary Clinton è molto più in gamba di quel signore dalla testa arancione...
Tante donne in gamba ora fanno mestieri che un tempo si credevano riservati solo agli uomini. La donna è colei che resta, colei che cura, che guarda lontano: siccome la terra e la specie umana non sono immortali abbiamo bisogno di persone che se ne prendano cura.
C’è un mito latino molto bello sulla creazione dell’uomo. La dea Cura, donna, impasta il fango e crea l’uomo, poi chiede a Giove di dargli l’anima. Nasce una discussione su a chi appartenga la creatura. Giove sostiene che sia sua per l’anima, la Terra che sia sua perché è fatta di fango, Cura sostiene di averla creata, finché si arriva a un compromesso: dopo la morte l’anima tornerà a Giove e il corpo alla Terra, ma finché vivrà l’uomo apparterrà a Cura, una donna. Ognuno di noi appartiene a una donna.
Per buona parte del libro lei compie un viaggio nel tempo raccontando figure di donne notevoli. Come mai ha scelto di iniziarlo con due mistiche come Giovanna D’Arco e santa Caterina da Siena?
Io mi sono chiesto: per quale motivo la donna, così ricca di talenti, è stata soggiogata per secoli dall’uomo? L’egemonia maschile è stata tale che la donna che voleva ritagliarsi degli spazi di libertà, di autonomia, di comando, doveva diventare uomo, o almeno sembrarlo. Giovanna d’Arco viene arsa viva perché si veste da uomo: tutte le altre imputazioni, compresa quella di stregoneria, cadono al processo.
Caterina da Siena è una ragazzina analfabeta che a un certo punto scrive ai grandi della terra, Papa compreso, per dire loro quello che devono fare, ed è per me un personaggio meraviglioso. La storia delle donne è anche una storia di grande dolore. L’uomo bruciava le streghe perché aveva paura delle donne, della loro libertà, soprattutto sessuale. Il problema della violenza sulle donne è un problema “nostro”: siamo noi uomini che dobbiamo isolare i violenti.
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E poi mi piace pensare a certe grandi donne che ho conosciuto, come Rita Levi Montalcini e Franca Valeri. Quest’ultima, quando le ho parlato del libro, mi ha detto: “Sì, le donne erediteranno la terra. Speriamo che ne lascino un pochino anche a voi uomini, che non siete poi così male”.
Il femminicidio sembra crescere in modo direttamente proporzionale all’aumento del ruolo femminile nella società. È davvero così, oppure è solo un’impressione, dovuta magari al fatto che certe notizie in anni passati non venivano diffuse come oggi?
Sono vere entrambe le cose. L’uomo ha paura della donna e della sua libertà, confonde l’amore con il possesso, è incapace di accettare un “no” o un “basta”, e può anche darsi che questa ascesa della donna leda l’orgoglio di uomini malati. Pensiamo anche ai grandi passi fatti dall’emancipazione femminile in Italia: fino al 1981 esisteva il “delitto d’onore”, per cui chi, tornando a casa, trovava la moglie con un altro e l’ammazzava, non veniva nemmeno processato. I femminicidi non facevano notizia perché non esistevano come tali. Fino al 1975 la patria potestà era solo del marito, che per la Cassazione la poteva esercitare anche con mezzi coercitivi, vale a dire che poteva picchiare la moglie. La prima donna ministro è del 1976 e comunque alle donne vengono assegnati quasi sempre i ministeri della sanità e dell’istruzione: infermiera e maestra sono lavori da donne.
Arriverà però un giorno in cui non faremo più caso se un ministro è uomo o donna, penseremo solo se è bravo o no.
Lei ha due figli, un maschio e una femmina. Oggi secondo lei è più difficile crescere un figlio maschio o una figlia femmina?
È difficile allo stesso modo. Per fortuna stiamo superando la mentalità per cui il maschio può fare quello che vuole, mentre la femmina deve fare quello che vogliono i genitori. Mia figlia potrà avere tutti i fidanzati che vorrà, ma di padre ne avrà sempre uno solo… Per me i padri che sono gelosi delle figlie sono dei poveracci. Aggiungo che queste ragazzine di oggi sono cresciute leggendo saghe come Hunger Games o Divergent, in cui c’è sempre un’eroina adolescente che salva il mondo, così come neicartoni animati non c’è più il principeazzurro ed è la principessa a prendersi il potere. Potere non è una parolaccia, dipende dall’uso che se ne fa: credo che le donne ne faranno un uso migliore degli uomini.
LEGGI ANCHE – Intervista ad Aldo Cazzullo: il futuro torni a essere un’opportunità
All’estero le donne ricoprono già da molto tempo ruoli di potere anche in politica, mentre in Italia quel mondo sembra ancora decisamente maschilista. Come mai?
Non c’è dubbio che l’Italia resti un Paese maschilista, anche se bisogna ricordare che il maschilismo è insegnato ai figli maschi dalle madri. Le donne in politica sono soggette a pressioni molto forti, più degli uomini, e in questo siamo davvero indietro. In Gran Bretagna è apparso del tutto normale, in un momento drammatico come la Brexit, affidarsi a una donna. Il politico più potente d’Europa, Angela Merkel, è una donna, anche se possiamo benissimo criticarla: non voglio certo dire che le donne hanno sempre ragione. La Federal Reserve e il Fondo Monetario Internazionale sono affidate a una donna, e si sa che le aziende che affidano ruoli importanti alle donne vanno meglio di quelle che fanno firmare loro dimissioni in bianco. Spero proprio che la Clinton diventi presidente!
Azzardi una previsione: tra quanti anni potremo avere in Italia una donna Presidente della Repubblica, o meglio ancora Presidente del Consiglio?
Penso prestissimo. Occorre solo vedere quando emergerà una vera leader donna. La Meloni, se non esagerasse con l’estremismo potrebbe essere un capo del centrodestra. La Boschi ha sbagliato qualcosa ma potrebbe diventare l’erede di Renzi, probabilmente comparirà qualche altra persona, ma penso che presto potremo avere una donna in una posizione di potere anche in Italia.
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Commenti
Spero che il futuro ci riservi qualcosa di meglio, in campo femminile, delle ministre.attuali (tutte, compresa la bellona toscana) e di quelle di un passato più prossimo (le varie Carfagna, Gelmini, Moratti...). Tutte da scordare, assolutamentre.
Il passato più lontano (vedi Nilde Jotti, Rosy Bindi, Livia Turco, e soprattutto Emma Bonino, tanto per fare qualche nome tra i primi che mi vengono in mente) è stato decisamente più generoso..
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