Laudato si’, l’enciclica antisistema?
È proprio così antisistema l’enciclica Laudato si’? O non si tratta, piuttosto, di una necessaria presa di posizione di Papa Bergoglio nel momento meno felice dell’umanità? O, ancora, non è forse l’enciclica che rimette al centro della fede la terra, ferendo a morte l’antropocentrismo? È l’una e l’altra cosa, e l’altra ancora, ma nessuna delle tre sulle altre.
Si tratta di un’enciclica che prelude a una modalità diversa di produrre, dentro la ricerca di una riduzione dei consumi e di una ridistribuzione delle ricchezze, ma non mette davvero in discussione la proprietà, né il potere che da essa ne deriva.
È una presa d’atto e di posizione dettata dai conflitti in corso, che prova a porre un argine morale e politico all’estendersi della guerra contro i poveri e i miserabili. In ultimo, è certamente un documento rivoluzionario per la Chiesa, perché non sottopone il mondo all’essere umano, ma ricolloca quest’ultimo nel dialogo col mondo stesso.
Se vogliamo, è un’enciclica francescana priva, però, del lirismo di San Francesco.
Sono cambiati i tempi, e l’autorevolezza politica di Papa Francesco è sconcertante, perché colma il vuoto lasciato da tutto il consesso mondiale dei potenti: da Obama alla Merkel, a Hollande, a Cameron, a Putin. Dove l’Isis e l’Iran riempiono un vuoto politico-spirituale a Oriente, a Occidente deve farlo Bergoglio, altrimenti non lo fa nessuno. E lo fa provando a rimettere al centro dell’agenda mondiale il tema della convivenza sullo stesso pianeta, attaccando la smaterializzazione finanziaria dei valori che produce la materializzazione della povertà.
Del resto Bergoglio è persona del Sud del Mondo, non un salottiero ex cardinale europeo incline agli intrighi, ai tatticismi, alle ruberie… è un acuto conoscitore della povertà, ma anche della ricchezza: intuisce tra le pieghe le parole non scritte, i segreti dell’una e dell’altra, il candore non sempre immacolato della prima e il cinismo non sempre volontario della seconda. Deve tenere tutto dentro un quadro, spostando in avanti, verso un progresso morale e materiale, l’umanità. Lo fa nell’interesse della Chiesa, certo, ma con una dose di ecumenismo che è giustamente eccessiva: parla a tutti, non soltanto ai cristiani.
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Parla fuori dai denti a ogni singolo potente o impotente, perché quest’epoca è eccessiva: eccessivamente languida, violenta, spudorata, depravata. Allora tutti applaudiamo l’eccesso di Papa Francesco, che fa tremare non le borse, ma le fondamenta etiche della finanza mondiale. Un surplus di volontà che dovrebbe aprire la strada a un dibattito epocale: ma questo non è avvenuto e non avverrà.
Obama ha elogiato l’enciclica come fosse un qualunque cittadino americano, non l’artefice di una serie innumerevole di episodi di guerra, come non fosse il garante di uno squilibrio mondiale che trucida i bambini con la fame nel mondo.
Di fronte all’indiscussa autorità morale di un papa argentino, la discutibile politica statunitense ringrazia e dopo si chiude nel suo orgoglioso contegno da ex primo della classe, senza muovere un dito nella direzione indicata da Bergoglio. In fin dei conti, Laudato si’ è un’enciclica antisistema il cui effetto reale è ancora, sfortunatamente, un miraggio.
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Commenti
condivido ogni parola che ha scritto Leonardo in questo articolo molto approfondito
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