“La vita è un romanzo”, il nuovo thriller di Guillaume Musso
La vita è un romanzo (La nave di Teseo, traduzione di Sergio Arecco) è l’ultimo lavoro di Guillaume Musso, scrittore francese che ha saputo conquistarsi un largo seguito anche in Italia, grazie ai suoi thriller divenuti best seller tradotti in ben quaranta lingue. Per questo blog letterario abbiamo già recensito altri due recenti romanzi di Musso, quali La vita segreta degli scrittori e L’istante presente.
La vita è unromanzo presenta, in un certo qual senso, un fil rouge con i titoli menzionati, considerando le atmosfere mistery e il ruolo dei personaggi principali, essendo tutti scrittori. Il tema della scrittura è alquanto ricorrente nella produzione letteraria di Musso e, conseguentemente, del ruolo stesso come viene interpretato dallo scrittore nella vita reale. Personalmente ho avuto la percezione che ci sia molto dell’autore stesso nella narrazione, quasi come Musso volesse specchiare le sue recondite riflessioni sui temi della letteratura e di chi la crea, proprio attraverso l’avvincente trama che si dipana nel corso delle 260 pagine del libro.
Il romanzo di Musso ha gli stilemi del thriller, per la suspense di cui lo scrittore francese permea il plot, però non si può non citare l’elemento mistery che gioca un ruolo fondamentale nella narrazione, che vede i due protagonisti al centro dell’attenzione: Flora Conway e Romain Ozorski, entrambi scrittori di professione e al top del loro successo in campo professionale. La prima è di origini gallesi e residente negli Stati Uniti, in una zona esclusiva di Brooklyn, all’interno del rutilante e signorile Lancaster Building, il secondo invece è francese con dimora a Parigi. La prima parte del thriller è incentrata sulla figura della scrittrice Flora Conway, la cui vita viene segnata da un misterioso evento quale la scomparsa della figlia Carrie, di soli tre anni, di cui si perdono le tracce nel lussuoso appartamento di Brooklyn dove vive con la madre (che è separata dal compagno Romeo Filippo Bergomi, padre della bambina) mentre gioca innocuamente a nascondino con lei.
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La sparizione della bambina sembra essere un rompicapo angosciante, visto che l’appartamento è praticamente segregato e la polizia, allertata dopo la scomparsa, brancola nel buio, senza aver colto nessuna evidenza di intrusioni di estranei in loco. Il detective Mark Rutelli e il tenente Frances Richard non riescono a sbrogliare i fili dell’intricata matassa nonostante la perizia e la cura che mettono nelle loro indagini e interrogatori. La sparizione della piccola Carrie è causa di depressione, e talvolta anche di allucinazioni, per Flora, la quale non riesce più a trovare stimoli per impegnarsi nella stesura di un nuovo romanzo, provocando il risentimento della sua editrice Fantine de Vilatte. Proprio quest’ultimane aveva scoperto il talento, lanciandola nell’empireo letterario con la pubblicazione di La ragazza del labirinto, best seller che aveva consacrato la fama della Conway. L’esistenza della scrittrice sembra quasi dissolversi in un baratro, senza più certezze: «Nessuno può sapere se il mondo è fantasia o realtà, e nemmeno se esiste una differenza tra vita e sogno». La citazione di Borges da parte di Musso ci fornisce una chiave di lettura per questo romanzo proprio sul finire del primo atto.
Il secondo atto prende le mosse con l’introduzione dell’altro protagonista, lo scrittore Romain Ozorski, che sta vivendo un momento alquanto critico della sua carriera, visto che la moglie, la bella Almine, ex modella e ora impegnata come attivista, gli ha chiesto il divorzio e vuole togliergli il figlioletto Theo. Il thriller qui prende l’accelerazione così come il mistero che intrigherà il lettore per scoprire cosa lega Romain Ozorski a Flora Convay e viceversa. Lo spoiler è sempre dietro l’angolo per cui lasciamo al lettore che si avvicinerà a questo romanzo tutta la curiosità e il flavour della scoperta.
I colpi di scena non mancheranno nel terzo e conclusivo atto, che sarà come un gioco di magia dove entrerà in scena anche la figura di Theo. Lo stile utilizzato da Musso invoglia il lettore a continuare nella lettura, quasi come coinvolto in un gioco ipnotico. Inoltre il romanzo è ricco di citazioni che sono funzionali per il lettore a calarsi meglio nell’atmosfera creata ad hoc dal bravissimo e fantasioso Musso. L’autore francese si conferma un abile cesellatore lasciando a bocca aperta il lettore nel finale, a tal punto che lo stesso si potrà trovare facilmente spiazzato in un intreccio avvolgente, sapientemente architettato anche sull’asse dei tempi della storia, dal 2010 al 2023.
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Alla fine del romanzo, l’interrogativo su cui Musso ci invita a riflettere è incentrato sull’indefinito confine di realtà e finzione, dove è evidente il ruolo preponderante che può recitare chi svolge il difficile mestiere di scrittore, con i propri demoni e incertezze. Proverbiali, all’uopo, due citazioni del maestro Georges Simenon. In definitiva, un thriller consigliato soprattutto per l’originalità della trama e dei personaggi, che potrà anche far venire all’appassionato lettore la voglia di cimentarsi con la lettura di qualche altro romanzo di Guillaume Musso e divertirsi a scovare citazioni e collegamenti immersi voluttuosamente in essi.
Per la prima foto, copyright: DEVN su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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