La guerra afghana vista con altri occhi. Il racconto di Elliot Ackeman
Con Prima che torni la pioggia (Longanesi, 2016 – traduzione di Elisa Banfi) assistiamo all’esordio come romanziere di Elliot Ackerman, un veterano dell’esercito statunitense, nel quale ha prestato servizio per otto anni, diventando ufficiale delle forze speciali e guadagnandosi un’onorificenza al valor militare. Dopo il congedo, ha svolto altre mansioni per l’amministrazione del presidente Obama: attualmente vive a Istanbul, da dove segue le vicende della guerra siriana.
Il romanzo è ambientato in Afghanistan, Paese dove Ackerman ha svolto la maggior parte della sua esperienza militare, e racconta una vicenda che si colloca approssimativamente nei primi anni Duemila, subito dopo l’arrivo nel Paese del contingente di truppe americane impegnate a combattere le milizie talebane.
Protagonista del romanzo è Aziz, un adolescente che, a seguito della distruzione del suo villaggio da parte di una banda armata, perde entrambi i genitori e si ritrova a vagabondare nel paese più vicino col fratello maggiore Alì, mantenendosi grazie a lavoretti occasionali e al buon cuore dei commercianti del bazar. Alì vorrebbe mandare Aziz a scuola, ma il giorno in cui una bomba esplode all’improvviso nel bazar viene gravemente ferito, finendo in ospedale. Qui, mentre cerca di capire cosa ne sarà di Alì, Aziz incontra un ufficiale dello Special Lashkar, una milizia composta da afghani, reclutati dagli americani per combattere le tribù ribelli, che lo convince ad arruolarsi: con la sua paga, Aziz potrà pagare le cure al fratello e permettergli di restare in ospedale il più a lungo possibile.
Da quel momento in poi, il ragazzo si trova quindi coinvolto in prima persona nella guerra, impegnato non solo a partecipare a numerose azioni di guerriglia, ma anche a cercare di comprendere i ruoli giocati dai vari personaggi con cui entra in contatto, sia afghani, sia americani, e gli oscuri moventi che guidano le loro azioni.
[I servizi di Sul Romanzo Agenzia Letteraria: Editoriali, Web ed Eventi.
Leggete le nostre pubblicazioni
Seguiteci su Facebook, Twitter, Google+, Pinterest e YouTube]
Nel corso della sua lunga permanenza in Afghanistan, Ackerman ha avuto modo di conoscerne a fondo il territorio e gli abitanti, che vivono in un ininterrotto stato di guerra da quasi quarant’anni, da quando cioè l’ex Unione Sovietica invase il Paese nel 1979: in pratica, la stragrande maggioranza della popolazione, la cui età media non supera i cinquant’anni, non ha tuttora la minima idea di cosa significhi vivere in tempo di pace.
Ackerman ci racconta perciò una vicenda che potrebbe essere assolutamente reale, e che contiene di sicuro molti elementi attinti alla sua esperienza personale di militare in guerra.
La narrazione è semplice e lineare, senza fronzoli di nessun tipo, come può essere quella di un adolescente cresciuto in un villaggio sperduto, la cui istruzione non è mai andata oltre i primi rudimenti delle materie di base: leggere, scrivere, contare, imparare il Corano.
Eppure, è proprio questa totale mancanza di enfasi nel raccontarci la storia di Aziz che fa apparire ancora più sconvolgenti agli occhi del lettore le realtà descritte nel romanzo.
In particolare, ciò che colpisce di più di questa guerra è la sua continua ambiguità: se da un lato ci sono gli americani, che pure si muovono in uno stato d’incertezza, non è per nulla chiaro chi si trovi davvero sul fronte opposto, così come non è possibile comprendere del tutto chi siano i loro alleati.
Le milizie locali, divise per bande che agiscono agli ordini di improvvisati comandanti, il cui tratto distintivo è spesso solo la ferocia con cui ordinano ai loro uomini di uccidere la popolazione inerme e devastare i centri abitati, non sembrano perseguire un disegno politico preciso: manca del tutto la volontà di combattere allo scopo di costruire un paese unito e moderno, mentre ciò che spesso sembra contare più di ogni altra cosa è il regolamento di conti personali e vendette tribali rimaste in sospeso.
Un bel romanzo di guerra, in definitiva, che potrà piacere sia agli amanti del genere, sia a coloro che siano interessati a saperne di più riguardo all’Afghanistan e alla sua tormentata situazione attuale, ai quali consigliamo la lettura di Prima che torni la pioggia di Elliot Ackerman.
Speciali
- Conoscere l'editing
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi
Commenti
Invia nuovo commento