“La donna alla finestra”, un thriller voyeurista
La donna alla finestra (Mondadori 2018) il nuovo libro di A.J. Finn, tradotto in italiano da Stefano Bortolussi, è uscito in Italia solo poco tempo fa mentre negli Stati Uniti ha già riscosso un grande successo al punto che Joe Wright, fresco del successo di L'ora più buia, riporta su The Hollywood Reporter che ne trarrà un adattamento cinematografico.
Il romanzo stesso richiama a un elevato numero di riferimenti cinematografici, in quanto la protagonista, Anna Fox, trascorre le sue giornate rinchiusa in casa, in seguito a un brutto trauma familiare, bevendo vino, chattando con sconosciuti e, soprattutto, guardando vecchi film noir.
Anna ha una vera e propria passione per i misteri:
«Oggi leçon di francese, e stasera Les Diaboliques. Un marito bastardo, quel “piccolo rudere” di sua moglie, un'amante, un omicidio, un cadavere scomparso. Esiste qualcosa di meglio di un cadavere scomparso?»
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Il cinema noir fa da sfondo a tutto lo svolgersi del romanzo. Anna Fox spia i vicini, ipotizzando le loro vite e scatta immagini nascosta dietro la finestra con la sua Nikon D5500. Il suo essere voyeur spesso la riempie di vergogna ma ne ha bisogno per sentirsi viva e proprio non può farne a meno:
«Ma ora la vergogna mi percorre il corpo come una scarica elettrica. Ripenso a tutte le persone e le cose che ho catturato nel mio obiettivo: vicini, sconosciuti, baci, crisi, unghie mangiucchiate, monetine cadute, passi decisi, passi falsi. Il figlio dei Takeda che suona ad occhi chiusi, facendo fremere le corde del suo violoncello. I Gray con i bicchieri di vino levati in un brindisi gioioso...
… Penso al mio hard disk, zeppo di immagini rubate. Penso a Jane Russell, a come mi ha guardata attraverso il parco senza battere ciglio. Non sono invisibile. Non sono morta. Sono viva, ed esposta, e mi vergogno.»
Il mirino della Nikon è concentrato sui Russell, i nuovi vicini di casa, dalla vita apparentemente normale. Eppure una notte ciò che Anna mette a fuoco dalla finestra, ma che non riesce a catturare con i suoi scatti, è un episodio violento che metterà ancora di più a repentaglio il suo fragile equilibrio.
I colpi di scena si susseguono. Gli agenti di polizia coinvolti non le credono a causa della sua vita sgretolata, del tasso alcolico elevato e del numero di psicofarmaci dei quali è imbottita. Purtroppo l'alcool è un ingrediente necessario perché Anna possa sopravvivere ai suoi dolori pur causandole un mare di guai:
«Come diceva George Bernard Shaw: mi cito spesso, aggiungo pepe alle mie conversazioni. Shaw diceva anche che l'alcool è l'anestetico grazie a cui sopportiamo l'operazione della vita. Buon vecchio Shaw.»
Ma Anna non ha avuto un’allucinazione, ciò che ha visto corrisponde a verità, e la forza dei fatti sarà il motore che la farà di resistere fino all'ultimo scenario da brivido. Ogni intreccio del romanzo di Finn è sempre accompagnato o premesso da citazioni di film thriller. Prima dell'ultimo colpo di scena il televisore sta trasmettendo la scena finale di Nodo alla gola, film del 1948 di Hitchcock.
La donna alla finestra evoca senz'altro un altro grande noir del 1954: La finestra sul cortile di Hitchcock, nel quale James Stewart, immobilizzato su una sedia a rotelle e affiancato dall’iconica Grace Kelly, assiste a un omicidio. Sarà quindi una sfida anche per il regista Joe Wright cimentarsi con l'inevitabile paragone con il film di Hitchcock, eccezionale lezione di teoria del cinema e inesauribile fonte di spunti concettuali. Quello di Hitchcock è un cinema snello, privo di ogni inutile sbavatura, calibrato e perfetto nel susseguirsi degli eventi. Jeff, il voyeur di Hitchcock, esattamente come Anna, è impossibilitato a uscire e sono entrambi “guardoni”, pratica di per sé immorale, ma che inevitabilmente lo spettatore sostiene. Il rapporto che intercorre tra ciò che il voyeur guarda e la costruzione del film assume le forme del “cinema muto”. I film muti sono la parte più incontaminata del cinema, ed è su questo che Hitchcock gioca, sui movimenti della macchina da presa e le scenografie piuttosto che sui dialoghi seppur arguti.
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La donna alla finestra di A.J. Finn tiene avvinti fino all'ultima pagina, ricorda in parte il John Grisham dei primi tempi per il quale la giustizia privata sopperisce a quella pubblica che interviene solo in un secondo momento e viene invece valorizzata la sensibilità delle persone.
Non resta che rimanere in trepida attesa dell'uscita del film. Il film sarà prodotto da Scott Rudin e da Eli Bush, gli stessi di Lady Bird. Ancora non ci sono nominativi rispetto ai protagonisti.
Per la prima foto, copyright: Alexandre Chambon.
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