“La coppia inattuale”, un’analisi spietata dei rapporti di coppia contemporanei
La coppia inattuale (Tau Editrice, 2019) è un manuale in cui Elio Paoloni, scrittore salentino autore del bel libro sul Camino de Santiago Abbronzati a sinistra (Melville Edizioni, 2019) analizza lo stato attuale dei rapporti di coppia.
Il suo è un approccio che parte dalla visione personale di un cattolico tradizionalista, anche se l’autore sostiene di voler indirizzare le sue pagine agli atei, agli agnostici e ai tiepidi: a coloro, insomma, che appaiono lontani dalle certezze della fede e presumibilmente confusi dai cambiamenti avvenuti nella società negli ultimi decenni, a partire proprio dal concetto di coppia e, di conseguenza, di famiglia.
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Per Paoloni, prima di tutto, non esiste una “famiglia tradizionale”, nel senso che non concepisce nemmeno la possibilità che esistano tipi di famiglie alternative: esiste dunque solo ed esclusivamente la “famiglia naturale”, con buona pace di chi ha reso possibili e legali le unioni civili fra gay, considerate un falso abominevole, seconde nell’orrore soltanto alla possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali.
Famiglia, dunque, composta da un uomo e una donna e allietata dai loro figli, ma messa oggi duramente in crisi dal mutamento profondo avvenuto nei ruoli “naturali” di maschio e femmina. Per Paoloni, l’uomo deve fare il capofamiglia, la donna deve essere subordinata, e va da sé che il fatto che lavori fuori casa e non sia perennemente occupata a gestire figli, famiglia e possibilmente fare la calza (considerato un impegno positivo e rilassante per tutti, visto che lo praticano persino le dive di Hollywood) è considerato il peggior attentato possibile all’equilibrio e all’armonia della famiglia.
Bisogna dire che alcuni punti toccati nel corso di La coppia inattuale sono senz’altro condivisibili. La spettacolarizzazione delle nozze, ad esempio, divenute molto spesso spettacoli fastosi e pacchiani a uso e consumo di parenti e amici, più preoccupati di fotografare, filmare e registrare i momenti salienti della cerimonia anziché riflettere sul suo significato, se non religioso, perlomeno morale: anche un matrimonio civile è uno scambio di promesse, un impegno che due persone si assumono per costruire qualcosa di profondo e di possibilmente duraturo nel tempo.
La possibilità di divorziare, però, ha reso il matrimonio qualcosa di “facile” e di superficiale, a cui si può porre fine con troppa facilità e noncuranza, svuotandolo quindi del suo significato primario di patto indissolubile. Ci si sposa troppo tardi, così da perdere anche in molti casi la possibilità di avere dei figli, e si divorzia troppo spesso: questo è lo sconfortante quadro contemporaneo secondo Paoloni, che però dimentica il fatto che lo spostamento in avanti dei matrimoni è dovuto spesso non solo a egoismo personale, ma anche, se non soprattutto, alla precarietà economica in cui sono relegate le ultime generazioni.
Sposi superficiali e poco consapevoli non possono che diventare genitori altrettanto poco responsabili nei confronti dell’eventuale prole,soprattutto perché i padri hanno smesso di essere severi e autoritari e le madri non sono abbastanza madri, per non parlare della mostruosità delle cosiddette “famiglie allargate”, che qui diventano semplicemente “famiglie sfasciate”.
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Che dire ancora? Si possono senz’altro apprezzare alcune analisi negative sulle famiglie attuali e sui modelli educativi, o piuttosto diseducativi, che si sono diffusi negli ultimi anni, perché è innegabile il fatto che il passaggio dall’eccesso autoritario delle generazioni passate all’eccessiva permissività più recente in molti casi non sia propriamente positivo, ma il tipo di società auspicata e rimpianta da Paoloni nella sua analisi deLa coppia inattuale, al netto di molte osservazioni acute e condivisibili, appare ormai francamente anacronistico.
Per la prima foto, copyright: Marc A. Sporys su Unsplash.
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