“La clessidra infranta” di J. L. Bourne
Dopo tre tomi da trecento pagine l’uno, finalmente posso dare un giudizio completo sulla saga del soldato che affronta un apocalisse zombie. Facciamo un piccolo riassunto per chi si è perso i primi due libri: in Diario di un sopravvissuto agli zombie, un militare senza nome si trova a dover lottare per la propria vita contro orde di morti viventi, bombe nucleari e morti viventi radioattivi (ovviamente). Alla fine riesce, insieme ad altri superstiti, a raggiungere una base militare chiamata “Hotel 23” e a stabilirsi all’interno.
In Oltre l’esilio il nostro, sempre innominato, protagonista si ritroverà faccia a faccia con l’esercito americano che risponde ad un, non ben definito, governo di continuità statunitense. In questo libro si ritroverà a passeggiare per lande infestate da zombie dopo un incidente e verrà aiutato da un misterioso gruppo chiamato “Remote six”. Infine conoscerà quello che sarà il suo compagno d’armi: Saien, un musulmano, ora senza Dio, abile con le armi e un mago con il fucile di precisione.
Come ho già spiegato nelle recensioni precedenti, le prime due storie sono narrate attraverso un diario tenuto dal personaggio principale. È un modo di raccontare già sperimentato nell’horror, ma Bourne, con il suo stile molto asciutto e specifico su termini balistici, aveva attirato la mia attenzione.
Ora pero l’autore mi deve spiegare perché, con La clessidra infranta (Multiplayer.it Edizioni, trad. di Francesca Pongiglione), è impazzito. Completamente. Avevo cominciato a sentire puzza di bruciato già dalle ultime pagine di Oltre l’esilio, ma non ho voluto dare giudizi avventati prima del tempo. Vi spiego perché secondo me l’autore è totalmente andato fuori di testa, in maniera pragmatica.
Per prima cosa l’inserimento in una storia "zombesca" di alieni (forse umani del futuro) e di cospirazioni di gruppi che vogliono controllare il mondo. Ma scusa, devi trovare un vaccino, un posto sicuro, altri sopravvissuti, i viveri, le armi, la benzina, farmaci, ecc ecc... e non ti basta come trama? C’era proprio bisogno di inserire malamente altri elementi? E sottolineo malamente perché niente viene approfondito. E qui passiamo al secondo punto della follia.
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Il diario non c’è più. Lo scrittore decide che la storia adesso deve essere raccontata da diversi punti di vista, in terza persona, con pochissime pagine in cui il personaggio principale tiene ancora un diario. E non ci sarebbe nulla di male, se solo il registro e lo stile tenuto dalla voce esterna non fossero identici a quelli che aveva il protagonista quando scriveva il diario. È una forzatura dovuta alla scelta insana di raccontare le vicende del soldato che sta salvando il mondo, del gruppo dell’“Hotel 23” ora spostatosi su una portaerei, di una stazione scientifica nell’Artico, di alcuni militari rimasti nella base sopracitata e, dulcis in fundo, del grande cospiratore che dietro le quinte tenta di uccidere (non ho capito perché, sul serio) il nostro caro soldato senza nome, come se fosse una prerogativa essenziale per dominare il mondo. Terzo punto, ma non ultimo, la fine.
È certo che se riempi di fronzoli e di cose inutili la storia non avrai più spazio per le cose importanti, e infatti, più si avvicinavano le pagine finali e più speravo che ci fosse un quarto libro in programmazione. Invece no. Il finale è tremendo, senza senso. Secondo me qualche amico se ne è accorto che faceva orrore la parte finale. Così alla fine è stata inserita una frase che recita così «Ci vogliono settimane, a volte mesi, per preparare una missione ad azione diretta con l’obiettivo di uccidere o catturare un bersaglio di grande importanza, e alla fine la missione finisce prima che te ne renda conto». Che è come dire al lettore «Cosa ti aspettavi? Una finale travolgente? Una storia che finiva decentemente? Questa è la vita, arrangiati». L’unica nota positiva è che scopriamo il nome del nostro soldatino, ma anche in questo caso viene buttato lì come se nulla fosse. Tanto valeva dirlo subito se non si era studiato a priori un vero motivo per tenerlo nascosto.
Il mio consiglio è di leggere i primi due libri, che rimangono comunque interessanti, e poi lasciar perdere. Sapiate solo che il nostro protagonista riuscirà nella sua impresa. Veramente, vi basti sapere questo. Lo dico per il vostro bene.
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