“L’ora di lettura”, intervista a Carole Lanham
È appena uscito, per i tipi di BookMe, marchio editoriale di De Agostini, L’ora di lettura di Carole Lanham, nella traduzione di Letizia Sacchini. Ne abbiamo parlato con l’autrice che ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
Dal suo libro affiora l’idea che l’universalità della letteratura possa superare, o almeno attenuare, molte barriere tra le persone, comprese quelle di razza e di ceto sociale che dividono inevitabilmente i due protagonisti. È così?
Un buon libro è una cosa che incanta. Quando condivido l'amore per lo stesso libro con qualcun altro, trovo che sia positivamente emozionante. Questa è la scintilla che ha dato inizio al mio viaggio con L’ora di lettura. Come la musica, un quadro, o di qualsiasi altra forma di bellezza, un unico libro può cambiarti l’anima. Hadley e Lucinda non possono sviluppare le connessioni più autentiche attraverso i libri, ma non c'è dubbio che ne sono trasformati.
Sul suo sito definisce i suoi romanzi «deliciously dark fiction». Può spiegare meglio ai lettori questa definizione?
Le persone che mi conoscono sono spesso sorpresedalle cose violente che si rovesciano fuori dalla mia immaginazione nei miei libri. Pensano che io sia troppo dolce per queste cose. Per anni, ho lottato per descrivere il genere nel quale rientra il mio lavoro. È dark, certo, ma non cruento. Non ci sono serial killer. Mi piace la magia, ma non scrivo fantasy. Io voglio che le cose siano carine. Mi piace scavare nel lato sgradevole della storia (c'è così tanto da scegliere!), ma mi piace anche scoprire le parti più succulente. In realtà, tutta la scrittura dovrebbe essere deliziosa a modo suo. " Deliciously Dark Fiction " mi dà qualcosa per cui impegnarmi.
Il protagonista, Hadley Crump, mi ha ricordato lo Stoner del celebrato romanzo di John Williams, anche se il contesto in cui vivono è molto differente. Sono entrambi uomini che si sottomettono in modo passivo a tutto ciò che capita, e soprattutto alla volontà di una donna. È d’accordo su questo paragone?
Sono molto lieta che lei abbia sollevato questo punto e mi piace molto il confronto.
Quanto incontro I book club che hanno letto L’ora d lettura, la relazione di Hadely con Lucinda ispira sempre forti discussion. Con Hadley, ho voluto creare un personaggio bloccato in un luogo dove il fanatismo è parte integrante della cultura, al punto da passare per qualcosa di normale.
Ogni generazione ha I suoi eroi – uomini e donne che coraggiosamente s’impegnano per rendere il mondo un posto migliore. La maggior parte di noi, comunque, considera che questo funzioni abbastanza bene al punto da limitarsi a sopportarlo. Non tutti quelli che lottano in questa vita lo fanno per il cambiamento. Hadley Crump non ha mai realmente smesso di pensare a come le cose potrebbero essere diverse solo perché abituato a vedere le cose funzionare in un certo modo.
Mentre il suo carattere non è inteso ad essere rappresentativo della tipica esperienza di un uomo che vive in questi tempi, ho voluto scrivere una storia che potrebbe costringere i lettori a pensare da quale sorta di bigottismo e di comportamento odioso siamo accecati nelle nostre vite moderne, non perché siamo individui crudeli o indifferenti, ma perché alcune cose sono così fortemente integrate nella nostra cultura che siamo semplicemente incapaci di riconoscere quanto siano terribili.
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Dal romanzo emerge un problema che è sempre rimasto in ombra, anche ai tempi delle grandi battaglie per i diritti civili, quello dei mulatti e del loro essere rifiutati sia dai bianchi, sia dai neri. Le cose sono migliorate in tempi recenti o permane una certa diffidenza nei loro confronti?
Credo che ci sia stato un miglioramento. Internet ha reso il mondo un posto più piccolo. Mi piacerebbe pensare che un certo livello di sofisticatezza sia stato raggiunto grazie a questo. Possiamo raggiungere e trovare persone che la pensano come noi e sentirci meno soli, e possiamo anche raggiungere e incontrare persone con qualunque percorso di vita e apprendere qualcosa da solo. Le nostre differenze diminuiscono quanto troviamo modi per entrare in contatto con gli altri. Detto ciò, resta il fatto che le notizie da tutto il mondo ci ricordano che le ostilità persistono. Ma guardo ai comportamenti dei miei cari e dei loro amici e allora mi sento speranzosa.
Hadley fa il giardiniere, e i fiori hanno un ruolo significativo nella sua vita. Quest’idea nasce da una sua passione personale oppure è rimasta colpita dalla “moda” di romanzi sui fiori che ha attraversato la narrativa in questi ultimi anni?
Deriva senz’altro da una passione personale. L’amore della mia vita sono i fiori e ultimamente mi sto anche interessando a come usarli in cucina. Amo molto anche tanti romanzi che pongono i fiori al centro della loro storia. Alice Hoffman è la mia preferita. Ho iniziato a scrivere L’ora di lettura molti anni prima che notassi questa “mora”, altrimenti sarei stata tentata di tenerli fuori proprio per rendere il libro diverso dagli altri. Avrei cambiato anche la storia. Sono liete che ci siano tutti questi fiori nel libro. Mi rendono felice.
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