L’essere umano è come un’anguilla. Intervista a Patrik Svensoon
Non sai di non sapere finché non ti addentri in un argomento. L’anguilla, mio nonno, la mangiava sottaceto ogni Natale, e la considerava una prelibatezza. A nessun altro in casa piaceva mangiarla, come neanche a Patrik Svensson, lo scrittore svedese che ha dedicato all’anguilla un intero libro. Nel segno dell’anguilla è uscito per Guanda, nella traduzione di Monica Corbetta, ed è, sin dalle prime pagine, una scoperta, una piacevole rivelazione.
Accanto alla storia e alle indagini scientifiche, Svensson racconta la sua personale esperienza con l’anguilla, soprattutto come la pescavano, lui e suo padre. Diventa così un simbolo, un punto di incontro, un elemento che lega padre e figlio. Il simbolismo però – e questa è una delle bravure di Svensson – è più denso, più ricco ed esteso. Non solo legame filiale, ma il destino stesso dell’essere umano si rispecchia in quest’animale curioso e affascinante.
Aristotele, l’ultimo uomo a sapere tutto del mondo conosciuto, pensa che l’anguilla nasca dal fango. Quasi un miracolo. Gli antichi non trovano gli organi riproduttivi delle anguille e ci vorrà molto tempo finché si potrà catturare una femmina, per esempio. Lo stesso Freud passa parecchi mesi a vivisezionare anguille, a Triste, per cercare la femmina.
Vuoi conoscere potenzialità e debolezze del tuo romanzo? Ecco la nostra Valutazione d’Inedito
Ciò che la accomuna all’uomo è il comportamento. Nata nel Mar dei Sargassi, inizia il suo viaggio in mezzo alle correnti oceaniche fino a raggiungere le acque europee. È piccola, quasi trasparente, di una fragilità straordinaria eppure sa già dove deve andare. Infatti, diventa marrone quando sceglie un posto e rimane anche per anni nelle stesse acque. Non c’è un tempo limite, ogni anguilla ha il suo. È un richiamo quello che la fa abbandonare la casa prescelta per mettersi in movimento verso il Mar dei Sargassi, rinunciando al cibo, cambiando per la terza volta aspetto e diventando nera. Deve riprodursi. Ed è il momento della sua maturazione, proprio durante il viaggio verso il Mar dei Sargassi.
Nel segno dell’anguilla alterna diverse storie. Oltre a quella dell’anguilla e dei suoi misteri, c’è la storia di un ragazzo e di suo padre, di una passione da condividere, di lezioni di pazienza e di rispetto nei confronti della natura.
In Italia per promuovere il suo libro, Patrik Svensson ha spiegato alcuni dettagli che si celano dietro la stesura di Nel segno dell’anguilla.
Come mai ha deciso di dedicare un libro all’anguilla?
Non è stata una scelta cosciente. All’inizio volevo scrivere un libro sulla mia esperienza, quindi ho radunato immagini e ricordi di quando ero bambino, di come sono cresciuto. Più pensavo, più rivedevo il fiume con limpidezza, sentivo i suoi rumori, percepivo l’umido dell’aria. È scattato qualcosa. Mi è tornata con vigore l’immagine dell’anguilla e il fatto che viaggiasse così a lungo per riprodursi. Questo mi ha posto davanti alla questione dell’origine. Mi sono chiesto: quanto sicuro puoi essere delle tue origini?
Per esempio, tutt’oggi, le origini dell’anguilla rimangono supposizioni.
Dice: l’anguilla non sa di essere un pesce, per via del modo in cui si comporta. Ma il suo atteggiamento mi ha ricordato con forza quello umano. Certe volte nemmeno l’uomo sa di essere umano, infatti spesso, per definirsi, tende a chiamarsi per metà divino e per l’altra animale. Ma forse, mi conceda la metafora, è più anguilla…
Pensavo di essere diventato pazzo quando mi sono reso conto di questa similitudine tra gli esseri umani e le anguille. Se ci pensiamo, l’anguilla nasce lontano, poi trova un posto dove vivere che non è mai quello scelto dai genitori, ci resta per un tempo indefinito e poi ritorna alle origini. A meno che non si trovi in cattività, dove, tra l’altro, non si riproduce. Tornata alle origini, muore.
Allo stesso modo, gli esseri umani. Nascono in un punto, poi partono, chi più lontano chi meno, in cerca della propria strada, e poi si torna alle origini.
Quando penso alle anguille, penso per esempio alle celebri due del cartone La Sirenetta, per fare un esempio. Sono i simboli della cattiveria, della malvagità. Quale immagine ci restituisce la letteratura? Qual è la percezione generale?
Un essere terrificante che vive in mezzo al fango, sui fondali, si ciba delle carogne, sta nascosto nell’oscurità. Per la psicoanalisi, è il nostro inconscio. Per le religioni antiche, invece, è simbolo della parte oscura degli esseri umani. In un racconto svedese, l’anguilla è il diavolo stesso.
Sono rari i casi letterari che hanno cercato di cambiare la percezione dell’anguilla e toglierle il peso della demonizzazione. Una di queste è una biologa marina statunitense della quale racconto nel mio libro. Lei amava il mistero delle anguille.
Il mistero dell’anguilla è antico, già oltre duemila anni fa ci si domandava che cosa fosse. Che cosa sappiamo oggi?
Resta una creatura misteriosa e per ciò che concerne la nostra conoscenza riguardo all’argomento questa è cambiata in funzione del modo in cui ci ponevamo, in base alle domande che formulavamo. All’inizio ci si chiedeva se fosse un pesce, come respirasse, se esistessero femmine e maschi, dove vivesse. Oggi l’anguilla è in via di estinzione, fa parte a pieno titolo di quello che gli scienziati definiscono come la sesta estinzione di massa. La domanda, oggi, è perché sta morendo.
In che modo i cambiamenti climatici influiscono sull’esistenza delle anguille?
Stiamo assistendo alla sesta estinzione di massa, la quinta risale all’era dei dinosauri, ma sono tempi in cui l’uomo non esisteva ancora. Oggi invece c’è ed è la causa dei cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda le anguille, negli ultimi quarantacinque anni abbiamo perso il 95% della popolazione. Ricordo che sono animali che non si riproducono in cattività.
Perché stanno scomparendo? È una domanda difficile da rispondere. Non sappiamo ancora molte cose riguardo alla loro migrazione e quindi non sappiamo come intervenire. Ci serve una maggiore conoscenza dei loro comportamenti, delle vie che percorrono. Serve una maggiore empatia nei confronti delle anguille per far sì che sopravvivano.
GRATIS il nostro manuale di scrittura creativa? Clicca qui!
A vederla, l’anguilla sembra un serpente, il fatto che riesca a sopravvivere anche sulla terra ferma rende ancora più difficile classificarla. Lo stesso mondo della scienza ne ha discusso a lungo sul tema. In definitiva, che cos’è l’anguilla?
Me lo chiedono in tanti.
È un pesce. Uno speciale, a dire il vero, con una vita lunga e una storia tutta sua, ma resta un pesce.
Leggi tutte le nostre interviste a scrittori e scrittrici.
Per la prima foto, copyright: Giancarlo Revolledo su Unsplash.
Speciali
- Conoscere l'editing
- Corso online di Scrittura Creativa
- Corso online di Editing
- Corso SEC online (Scrittura Editoria Coaching)
- Scrivere un romanzo in 100 giorni
- Interviste a scrittori
- Curiosità grammaticali
- Case editrici
- La bellezza nascosta
- Gli influencer dei libri su Instagram – #InstaBooks
- Puglia infelice – Reportage sulle mafie pugliesi
- Letture di scrittura creativa
- Consigli di lettura
- L'Islam spiegato ai figli
- Interviste a editor e redattori
- Interviste a blog letterari
- Interviste a giornalisti culturali
- Interviste a docenti
- Come scrivere una sceneggiatura
- Premio Strega: interviste e ultimi aggiornamenti
- Premio Campiello: interviste e ultime novità
- Premio Galileo: interviste
- I nuovi schiavi. Reportage tra i lavoratori agricoli
- La Webzine di Sul Romanzo
Archivio Post
Più cercati
- Quanto fa vendere il Premio Strega? I dati reali
- Che tipo di lettore sei?
- I 20 consigli di scrittura di Stephen King
- Test di grammatica italiana, qual è la risposta giusta?
- Classifica dei libri più venduti di tutti i tempi nel mondo
- Come scrivere un romanzo: 15 modi utili
- 11 consigli per trovare la tua writing zone
- 13 cose che gli amanti dei libri sanno fare meglio di tutti
- 7 posti che tutti gli scrittori dovrebbero visitare almeno una volta
- Carlos Ruiz Zafòn ci racconta il suo Cimitero dei libri dimenticati
- I 10 film più divertenti di tutti i tempi
- I consigli di scrittura di 11 scrittori
- La reazione di Cesare Pavese quando vinse il Premio Strega
- Le 10 biblioteche più grandi del mondo
- Marcel Proust pagò per le prime recensioni di “Alla ricerca del tempo perduto”
- Perché uscire con uno scrittore? 10 motivi validi
Commenti
Invia nuovo commento