L’arte di voltare pagina. “Business per Bamboccioni” di Marco Parracciani
Puntata n. 59 della rubrica La bellezza nascosta
«Non aveva mai avuto, fino a quel momento, una gran forza di volontà. Ripassare mentalmente quelle righe e collegare il tutto con i fatti della sera prima, gli aveva fatto ricordare di quei viaggi che Camilla aveva sempre sognato di fare con lui. Il massimo fu un fine settimana a Lucca (poco meno di 50 chilometri) nel 2012, ma solo perché un suo zio stava male ed erano andati a trovarlo. Un giro in centro e via verso la sicurezza di via Maremmana, la comodità del quotidiano, la certezza del niente. Quando morì, il vecchio non gli lasciò neanche un centesimo.»
Ci sono momenti che fanno da spartiacque, quello che c’era prima si dissolve, e prende vita qualcosa di nuovo, forse inusuale, che ci fa comprendere come alcune parti di noi restino nascoste fino a quando un evento non le faccia uscire allo scoperto.
Tratti peculiari di un carattere possono venire asfaltati dalle pagine nuove, luoghi in cui la vita decide di renderci protagonisti. Il peso della vita, il fardello di una routine che a tratti può somigliare a un cappio alla gola, a qualcosa che ci succhia l’ossigeno costringendoci a boccheggiare, e spesso l’unico modo per uscire fuori dalla ripetitività dell’esistenza è rinunciare a tutto quello che ci è familiare per andare incontro all’ignoto.
Marco Parracciani è nato a Castel del Piano nel 1985, il romanzo Business per Bamboccioni, pubblicato da Caffèorchidea è il suo esordio.
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Lando Caporossi decide di licenziarsi da un lavoro sicuro ma noioso dopo aver messo a punto una custodia per smartphone con asta da selfie estraibile. Ma proprio quando questo progetto inizia a diventare concreto, viene a conoscenza del fatto che quella stessa custodia è già venduta su Amazon da un’azienda cinese. Lando piomba nello sconforto, provando ad affogare i suoi dispiaceri nell’alcol, nell’unico locale aperto a quell’ora: un ristorante cinese. Qui incontra due strani personaggi che stanno progettando un tour nelle capitali dell’Europa dell’Est. Preso dalla tristezza e deciso a ottenere una sorta di vendetta dalla vita, decide di unirsi ai due in quel viaggio. Il suo obbiettivo reale però è raggiungere Pechino per un faccia a faccia con l’amministratore delegato dell’azienda che lo ha derubato della sua idea.
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Ci troviamo al fianco di Lando, e ne possiamo sentire la vicinanza riconoscendoci nei suoi malumori, nelle sue repressioni, nel suo disagio di appartenere a una società che lo rende inerme e troppo spesso lo fa sentile inutile.
Marco Parracciani ci consegna un romanzo che si riallaccia alla tradizione delle storie da strada, delle avventure da viaggio, e riesce a costruire una trama interessante e per niente scontata, usando uno stile semplice. Il tutto appare quasi come una cronaca di fatti e persone e situazioni che ci spingono, incuriosendoci, a voltare continuamente pagina.
«La storia della pressione ballerina aveva accompagnato Lando per gran parte dell’adolescenza. Spesso questi ricordi profumavano di vacanze rimandate, appuntamenti saltati, pomeriggi passati sul divano con una pezza sulla fronte e molti caffè lunghi e zuccherati. Franca salutò suo figlio con un’affettuosa carezza, mostrandogli, nel suo largo sorriso, tutto ciò di cui lui aveva bisogno. Con rinnovata sicurezza, l’accompagnò alla porta. Un bacio sulla guancia, un lungo abbraccio, e se ne andò.»
Business per Bamboccioni è una storia divertente ma al contempo molto seria; un romanzo da leggere per chi cerca una boccata letteraria di aria fresca e ha bisogno di sorridere soffermandosi su situazioni tragicomiche e a tratti grottesche. Ma non bisogna tralasciare il messaggio di base che ci lascia Marco Parracciani, e non bisogna mettere da parte la bravura dell’autore nel muovere tutti i personaggi come fossero delle pedine, senza mai diventare confusionario.
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«E poi chissà cosa avevano combinato, conciati in quel modo, tumefatti ma con uno strano sorrisetto che non riuscivano a togliersi. Michel sembrò anche più chiacchierone del solito, ma questa volta i suoi discorsi avevano un sapore più dolce. Mise quasi tutti sullo stesso piano, una vera rarità nel mondo di quel megalomane. Lando decise di fare il gradasso e disse loro che, sì, che in effetti si era divertito un po’con quella là, in fondo che male c’era? Dalle sue parole, però, trasudava una falsità che non era per niente in grado di gestire: ci teneva davvero a quella là, in un modo in cui non aveva mai tenuto a nessun altro.»
Quando tutto incomincia a essere stretto, arriva il momento in cui bisogna smetterla di voler cambiare il mondo fuori, e provare, magari, a cambiare ciò che siamo.
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