Intervista a Luca Bianchini su “La cena di Natale”
A pochi mesi dall'uscita e dal successo di Io che amo solo te, Luca Bianchini torna in libreria con un nuovo romanzo, La cena di Natale, sempre edito da Mondadori. Il sottotitolo del testo lascia poco spazio ai dubbi: si tratta, infatti, della continuazione ideale del romanzo estivo. Ritroviamo quindi, quando pensavamo di averli lasciati per sempre, Chiara e Damiano, Ninella e don Mimì, Matilde, Nancy e Orlando; ma fanno la loro comparsa anche altri personaggi "secondari", come la signora Labbate o Pascal. Qualcun altro, pure, entra a far parte della storia, ma meglio non svelarne l'identità ai lettori.
Nel complesso, il libro appare quasi un omaggio ai lettori, un regalo affettuoso per chi sentiva il bisogno di tornare in contatto con le vicende del grande matrimonio di casa Scagliusi; non è, però, un sequel in senso stretto: la struttura del nuovo romanzo, infatti, non si regge più intorno al matrimonio, ma alla cena di natale del titolo; questo nuovo capitolo, comunque, conserva un legame col romanzo precedente, in quanto la storia non si presente come del tutto autonoma da quella precedente. Si potrebbe piuttosto parlare di una sorta di lungo capitolo aggiuntivo, una sezione ulteriore che ci permette di osservare i protagonisti alle prese con la continuazione delle loro vite dopo il matrimonio di Chiara e Damiano. Non mancano, come l'autore ci ha abituato, i colpi di scena.
L'elemento più interessante è costituito dall'extratesto, ossia dal tam tam che in questi mesi ha accompagnato Bianchini e che si è letteralmente propagato in tutta Italia (Sul Romanzo lo ha seguito ad Asiago, Finale Ligure, Arezzo, Montecatini Terme, Puglia). Le ragioni del successo possono essere molteplici. Luca non è un esordiente assoluto, anzi, e si è conquistato il suo pubblico affezionato, che vuole comunque leggere le sue storie; si deve anche considerare la sua presenza fissa su «Vanity Fair», che di certo ha contribuito a farlo conoscere al pubblico, diciamo fuori dal circuito strettamente librario (che è in definitiva l'unico modo per sfondare con i grandi numeri). La casa editrice ha poi senza dubbio investito sul libro e sull'autore. Tutto questo, però, giustifica solo in parte il successo, e in particolare non spiega il clima di affetto che si percepisce sul suo profilo FB o alle presentazioni. Il punto di forza risiede proprio, come Luca stesso dice, nella storia, nel racconto di sentimenti, primo su tutti l'amore, che tutti viviamo e che sono esplorati in svariate declinazioni, senza eccedere mai nella volgarità, come sembra essere, invece, la tendenza attuale, ma puntando piuttosto sull'ironia e sulla capacità di sdrammatizzare.
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Abbiamo posto qualche domanda a Luca Bianchini.
E dunque, quando a luglio avevamo parlato di spin off di Io che amo solo te non c'eravamo andati distanti. Ci pensavi già, allora?
No, te lo giuro! Mi è venuto in mente a settembre, quando un amico mi ha fatto notare che parlavo ancora e solo dei miei personaggi… Avendo incontrato così tanti lettori, durante il tour, era come se ormai facessero parte della mia vita, e farli incontrare di nuovo a cena è stato molto naturale. Cosa c’è di più bello di una cena per conoscere qualcuno?
Cosa ti ha spinto a scrivere? Il bisogno di raccontare ancora o l'affetto verso i tuoi lettori?
Entrambe le cose. Il libro, idealmente, è dedicato ai lettori che mi hanno voluto veramente bene e mi hanno dato la spinta a essere ancora più libero nella scrittura. Non mi sono mai divertito tanto a scrivere come con La cena di Natale.
Parlando del libro precedente, ti aspettavi un successo di questo tipo? Cosa l'ha favorito, secondo te?
Ma vaaaa. Ero convinto che non lo leggesse nessuno, e forse proprio quello è stato il segreto. Scrivere senza pensare mai ai lettori e lasciarsi andare al proprio cuore. È la storia di un grande amore, e i grandi amori piacciono a tutti, anche a chi pensa di avere un cuore duro.
Possiamo parlare già ufficialmente del film? Anticipazioni?
La cosa bella è che lo volevano in molti produttori, anche dall’Inghilterra, ma alla fine abbiamo scelto d’istinto chi non ha avuto dubbi sul progetto lasciandoci libertà. Lo scriverò col mio amico Marco Ponti, che ne sarà il regista. Il cast sarà la cosa più difficile, soprattutto per i due protagonisti. Se ci fossero ancora, sarebbero perfetti Mariangela Melato e Clark Gable.
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