Internet e il sesso nel “Diario erotico di un cybernauta” di Tommaso Agnese
Come internet ha cambiato il nostro modo di relazionarci al sesso? Sembra rispondere a questa domanda Diario erotico di un cybernauta (L’Erudita, 2017), romanzo d’esordio del regista e sceneggiatore di Tommaso Agnese. Sua la regia di film come La vita contro e Così è la vita, e la sceneggiatura di 2047 Sight of Death e di Mi chiamo Maya.
Riccardo Rea, giovane titolare insieme alla mamma di una galleria d’arte milanese, decide d’inscriversi a un sito di dating online su insistenza di un amico che gli promette sesso in quantità industriale con donne bellissime. E da qui hanno inizio le avventure del nostro Riccardo che, tra il serio e l’ironico, ci racconta le sue esperienze di cybernauta che usa il web, o meglio i siti di dating online (quelli in cui è possibile conoscersi virtualmente con l’obiettivo d’incontrarsi poi nella realtà), per connetterci nella virtualità e nella realtà con nuove ragazze.
Le esperienze vissute da Riccardo offrono uno spaccato sul mondo virtuale dal punto di vista delle relazioni, passando attraverso il sesso e l’amore, in un continuo gioco tra virtuale e reale.
Ne abbiamo parlato proprio con Tommaso Agnese che offre non pochi spunti di riflessione e analisi del mondo del web e dei siti per appuntamenti.
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Il libro si apre con una Premessa affidata allo stesso protagonista, Riccardo Rea, che dichiara fin da subito le sue intenzioni: «L’incredibile viaggio che sto per narrare nasce da un’inspiegabile curiosità per l’inconoscibile.» Di quale inconoscibile stiamo parlando? Cos’è che attrae la curiosità del suo protagonista?
Difficile descrivere qualcosa che non può essere conosciuto dalla mente umana. Diciamo che il protagonista è attratto da tutto quello che crede impossibile da conoscere, da tutto ciò che sembra irraggiungibile. Riccardo si getta alla ricerca del nuovo, di ciò che è più distante da se stesso per far vibrare le corde delle emozioni e per uscire dal torpore della solitudine.
Riccardo Rea definisce il suo come uno «“studio” partecipativo sull’uomo e la donna del XXI secolo». Quanto i social network o i vari portali web nati per fare conoscenze online hanno inciso su chi li utilizza? Ed è ipotizzabile secondo lei un ritorno al passato, cioè alla tradizionale forma di conoscenza e frequentazione?
Basta leggere i numeri, alcuni li ho anche riportati all’interno del libro fra le note. I social network hanno rivoluzionato la nostra vita, come lo ha fatto internet a suo tempo, come lo ha fatto il cellulare e tante invenzioni del passato. Non è altro che statistica e numeri. L’utilizzo dei social, delle applicazioni d’incontri sta avendo uno sviluppo esponenziale. Non credo si potrà mai tornare indietro. La storia ci insegna che la tecnologia va solo in una direzione, in avanti. Bisognerebbe inventare il telecomando di Jena Plissken che spegne per sempre ogni forma di tecnologia per tornare al passato. Io credo che con la realtà virtuale ci sarà un’ulteriore e nuova forma d’interazione tra individui. Per fare una citazione finiremo come nella scena in Demolition in cui Sylvester Stallone ha un rapporto sessuale completamente virtuale, con un casco in testa uno di fronte all’altro.
Molti ritengono che tutto questo ricorrere alla realtà virtuale anche nell’ambito delle relazioni umane abbia tolto qualcosa. Vorrei provare invece a ragionare in termini diversi: cosa la realtà virtuale, i social network e i vari siti di dating hanno regalato alle relazioni umane?
Hanno regalato più possibilità d’interazione, hanno permesso a tante persone d’incontrarsi, persone caratterialemnte timide, introverse. Hanno creato una nuova forma di socialità. Anche se secondo me molto effimera e superficiale. Dipende sempre dai punti di vista. Hanno creato più promiscuità sicuramente, per tanti può essere una cosa bella e divertente, per altri meno.
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All’inizio del libro, dopo essersi iscritto al primo sito di dating, Riccardo scrive: «Sul web non c’è spazio per l’amore, ma solo per l’istinto selvaggio...» Che ruolo gioca il sesso nel successo di questo tipo di siti? Esiste una differenza di approccio tra l’utente di sesso maschile e quello femminile?
Nella maggior parte dei casi il sesso è tutto. L’uomo cerca principalmente quello, la donna ne è consapevole, ma molte volte maschera questa consapevolezza. Sul web si è molto diretti soprattutto quando è possibile nascondere la propria identità, I tempi di conoscenza per arrivare a un rapporto sessuale sono rapidissimi. Sul web si è tutti predatori, ognuno con le sue tecniche di caccia.
Il racconto di Riccardo è un continuo alternarsi tra la dimensione del virtuale e quella del reale, soprattutto nella prima parte. Ma è ancora possibile proporre un’alternanza oppure il virtuale è già parte del reale al punto da non poter più fare distinzione?
Si può fortunatamente spegnere tutto e vivere solo la realtà, ma credo ancora per poco. Tutto sarà più facile e più raggiungibile nel mondo virtuale, esso ci addomesticherà. Quando la realtà virtuale sarà accessibile a tutti, ci sarà una successiva rivoluzione, o “involuzione”?
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In questa ricerca di Riccardo, a un certo punto il virtuale viene invaso dai sentimenti che, pur essendo intangibili, danno concretezza a una relazione vissuta solo nella dimensione cyber. In questi casi, quali possono essere i rischi nel passaggio alla realtà?
Rischi ce ne sono sempre anche nelle relazioni che nascono nella realtà. Si può dire che quelle che nascono dal virtuale a mio parere partono da un grado di proiezione fantastica maggiore. Ci si illude di più e non si può sapere chi si ha davanti veramente perchè non esistono più i sei gradi di separazione. Su internet, incontriamo persone che mai avremmo conosciuto nella vita di tutti i giorni.
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Per la prima foto, copyright: Parker Byrds.
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