I social network vi rubano l’anima. Parola di Zadie Smith
Social network sì oppure no? Il dibattito è davvero ampio, e molti sono gli scrittori intervenuti nella discussione.
Jonathan Franzen ad esempio ha chiarito in passato i suoi sentimenti sull’argomento, mentre Salman Rushdie ha di recente lasciato Twitter, dichiarando al «Guardian»:
«Ho iniziato a non amare più il tono di voce di Twitter. Questo tipo di tono irascibile, scortese, sempre più aggressivo. Ho solo pensato che non mi piace. Queste persone non parlerebbero così se fossero sedute in una stanza con te. Avevo progettato di fermarmi prima e poi c’è stata la campagna elettorale e sono rientrato, e l’ultima cosa che ho twittato è stato questo patetico tweet: «In attesa del Presidente Hillary»… dopo di che il silenzio totale. E ho pensato di fermarmi, e l’ho fatto e non mi è mancato per un solo secondo».
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Altri scrittori, invece, come J.K. Rowling, Philip Pullman e Bret Easton Ellis si solo lanciati nei social media, Martin Amis invece ha dichiarato al «Guardian»: «Non è incredibile, i pozzi dell’odio? È una confessione vergognosa, in un certo senso, ma non ho mai guardato i social media».
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L’ultima a intervenire sull’argomento è stata Zadie Smith che, in un evento pubblico organizzato dal «New Yorker», si è espressa contro l’uso dei social network da parte degli scrittori, o meglio ha evidenziato come stare lontana dai social media le abbia dato «il diritto di sbagliare» senza temere le reazioni degli altri, e ha aggiunto che se lei conoscesse tutte le reazioni dei lettori rispetto ai suoi libri, probabilmente non scriverebbe più.
«Dato che non sono su Twitter, non sono su Instagram, non sono su internet, non sento mai la gente che grida contro di me».
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E riguardo a questo punto la scrittrice si sofferma anche sul modo in cui avvengono le discussioni sui social:
«Ho visto che su Twitter, cioè l’ho visto a distanza, le persone intorno alle 9 del mattino hanno opinioni abbastanza forti, e poi entro le 11 sono state ampiamente sgridate e possono avere un’opinione completamente opposta quattro ore dopo. Trovo che questo sia davvero spiacevole. Voglio avere i miei sentimenti, anche se sono sbagliati, anche se sono inappropriati, esprimerli a me stessa nel privato del mio cuore e della mia mente. Non voglio essere vittima di qualsivoglia violenza per questo».
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L’autrice di romanzi come Denti bianchi e Swing Time ha poi risposto alle critiche mosse sul web a un suo recente saggio apparso su Harper:
«Se le conoscessi, non sarei in grado di scrivere. Ho bisogno di una certa dose di ignoranza per conservare i miei sentimenti».
E ha aggiunto: «Capisco che sia importante tenere comportamenti appropriati nella vita pubblica, nella vita sociale, nella vita politica. Ma nella nostra anima? No, questa è una cosa diversa».
«Dovremmo essere in grado di conservare il diritto di avere torto» ha affermato la scrittrice. «Io ho torto quasi sempre. Va bene avere torto. Va veramente bene, devi solo sederti nei tuoi sentimenti e affrontarli. Non mi sento mai sicura subito, così questo procedere per errori è proprio quello che io chiamo i miei romanzi».
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