I più importanti blog letterari – Intervista a DoppioZero
Nell’ambito della nostra rubrica dedicata ai più importanti blog letterari, ospitiamo un’intervista a DoppioZero, con risposte dell’editor, Luigi Grazioli.
«La nostra idea è il lavoro culturale come costruzione di una comunità», questa la mission di DoppioZero. Cosa intendete per “lavoro culturale” e per “comunità”?
Siamo un quotidiano culturale che rivolge un’attenzione costante alle forme della società attuale. Non solo alla cultura, cui pure dedichiamo molte riflessioni, ma tutti i fenomeni, effimeri o di lungo respiro, della realtà in cui viviamo immersi. Il nostro è un lavoro di mappatura del contemporaneo che intende offrire ai lettori un ampio ventaglio di materiali per contribuire alla consapevolezza della complessità della nostra società e stimolare la riflessione pubblica più ampia possibile che sola, pur nelle differenze dei soggetti, può contribuire a creare una comunità. Vogliamo mettere il rinnovamento culturale al centro del dibattito, come valore capace di spingere il cambiamento in una direzione democratica e in cui sia fondamentale rispetto per il lavoro e la dignità di chi lo svolge. Il contenuto non prima della forma, ma nella forma migliore possibile per arrivare a più persone, per arrivarci prima e in maniera chiara ed efficace.
Intanto una piccola comunità l’abbiamo già creata, ed è quella dei numerosi collaboratori abituali a cui si aggiungono sempre più collaboratori occasionali e gli stessi lettori, attraverso le nostre iniziative aperte al loro contributo. Infine, più importante di tutte, c’è la comunità dei nostri lettori che ammontano a varie decine di migliaia, con una media sempre crescente di lettori unici che ormai si è attesta tra i 5000 e i 6000 ogni giorno con varie punte anche di molto superiori.
All’interno della vostra visione, «i fattori economici sono messi al servizio dello sviluppo collettivo». Può illustrarci qualche azione concreta messa in campo da DoppioZero per il perseguimento di questo obiettivo?
Il primo e principale esempio è stato il premio cheFare, che ora si è reso autonomo, che intende divulgare e stimolare, anche con un significativo contributo economico, nuove realtà imprenditoriali in campo culturale con forti legami nel loro territorio di origine e capaci di creare posti di lavoro.
Un fattore economico è anche la messa a disposizione delle nostre competenze (incontri, conferenze, presentazioni e altre attività di promozione socio-culturale) per attività di promozione culturale senza costi, o a costi minimi, per coloro che ce le richiedono, e varie forme si collaborazione con enti e associazioni culturali.
Poco tempo fa, avete lanciato un’iniziativa pubblica di raccolta fondi per il finanziamento di alcune vostre attività. Siamo ancora molto lontani dalla possibilità di progetti culturali in grado di autofinanziarsi?
In Italia sembra proprio di sì, soprattutto per chi intende mantenere una propria indipendenza a tutti i livelli, come è il caso di DoppioZero. Noi abbiamo raggiunto l’obiettivo di finanziare, attraverso il sostegno del nostro pubblico, il rinnovamento del sito, ma, restando una no profit, la gestione ordinaria non è comunque agevole.
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DoppioZero non è solo una rivista culturale online, ma è anche una casa editrice digitale. L'editoria digitale può rappresentare un cambiamento non solo nel medium ma anche nel contenuto?
Al momento l’editoria digitale ha fatto solo qualche piccolo passo nella direzione di un cambiamento nei modi e nella sostanza che la vostra domanda implica. L’argomento è uno di quelli che le nostre rubriche affrontano spesso e da più punti di vista disciplinari, ma lo scarso riscontro anche presso i grandi editori delle vendite degli ebook, se non per quegli stessi bestseller che già occupano i banconi del supermercato librario, non favorisce di certo questo percorso. Per conto nostro abbiamo avviato varie collane cercando di presentare testi innovativi per argomenti e struttura, ma anche qui il lavoro da fare è ancora tantissimo.
Il numero dei blog/riviste online culturali e letterari sta crescendo molto, soprattutto nell’ultimo periodo. Cosa ne determina la qualità e l’autorevolezza?
La competenza degli autori, ovviamente, un’attenzione alla scrittura che non vada a discapito della comunicazione e la serietà degli approfondimenti sono il presupposto qualitativo minimo del nostro lavoro; poi l’autorevolezza sono i lettori a deciderla: sia coloro che operano all’interno degli stessi campi dei blog in questione, sia i lettori “comuni”.
Anche il rimbalzo degli argomenti e, non diciamo il plagio (che è abbastanza ridicolo nel web), ma la presa di ispirazione da parte di siti e riviste (e giornali) simili è un discreto indizio dell’attenzione conquistata, e dunque dell’autorevolezza raggiunta.
Tenendo conto dei cambiamenti in atto nel mondo editoriale, come ritiene che evolverà il settore delle riviste online e dei blog culturali?
Ce ne saranno sempre tantissimi, ed è un bene. Alcuni dureranno di più, altri di meno. Alcuni si fossilizzeranno e periranno o sopravvivranno come copie di sé stessi; altri sapranno cambiare senza rinunciare alla propria identità.
Sarà sempre più difficile però, senza approntare adeguati strumenti economici che non penalizzino i lettori. Per chi desidera mantenere l’indipendenza, naturalmente. Chi, oltre alle idee, avrà più peso economico, avrà più possibilità di sopravvivere e espandersi. Sai che novità...
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