“I divoratori”, il complesso gioco al massacro di Stefano Sgambati
In uscita per Mondadori I divoratori di Stefano Sgambati, scrittore romano che si è già messo in luce negli anni scorsi grazie a un paio di romanzi interessanti: Gli eroi imperfetti (Minimum Fax, 2014) e soprattutto La bambina ovunque (Mondadori, 2018), che raccontava una difficile maternità, a partire dai tentativi frustrati e dalla conseguente scelta della fecondazione in vitro, dal punto di vista meno prevedibile della figura paterna.
Questo nuovo romanzo è ambientato a Milano, dove Sgambati si è trasferito recentemente, e si svolge tutto nell’arco di una serata, con doverosi flashback che ci raccontano il vissuto precedente dei protagonisti e i motivi che li hanno condotti a ritrovarsi insieme a cena nello stesso luogo.
Siamo nello sfarzoso ristorante dell’Hotel Principe di Savoia, uno dei più lussuosi alberghi di Milano, regno del celebre chef Franco Ceravolo e diretto in modo impeccabile dal giovane maître Carlo Di Martino, dove sta per avere luogo una serata indimenticabile. Tutti aspettano infatti l’arrivo di una celebre coppia di attori provenienti da Hollywood, il bellissimo Daniel William King e la moglie Sally Parson, ma i due non sono ovviamente i soli ospiti del ristorante. Ci sono Elena e Saverio, romani che dopo una lunga fase interlocutoria hanno deciso di concretizzare la loro relazione trascorrendo insieme un weekend a Milano. C’è Giordano, maturo traduttore e intellettuale frustrato che ha invitato a cena la giovane ammiratrice Frida nella speranza di sedurla. E poi c’è l’impresentabile famiglia di Carlo Di Martino, con i genitori che hanno voluto a tutti i costi venire a cenare nel ristorante quando hanno saputo della presenza del divo americano, ma hanno trascinato con loro una serie di parenti incapaci di adeguarsi all’eleganza e alla discrezione del luogo.
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Partendo da questo quadro iniziale, Sgambati racconta lo svolgimento della serata passando da un tavolo all’altro e da un personaggio all’altro, raccontandoci tutti i retroscena che hanno portato al momento attuale: l’incontro tra Elena e Saverio, quello tra Giordano e Frida, i vizi segreti dello chef di successo e il passato di Carlo, approdato al ristorante proprio per liberarsi dall’ingombrante fardello di una famiglia in cui non riesce a riconoscersi. Al centro di tutto, però, rimane lui: Daniel William King, bellissimo e adorato da milioni di fan in tutto il mondo, ma in realtà uomo fragile e in perenne conflitto con se stesso, incapace di sostenere fino in fondo il ruolo di maschio attraente e di successo perché prigioniero di troppe ossessioni. Sarà lui, quindi, a conferire alla serata un risvolto del tutto inaspettato, segnando in qualche modo la vita e le scelte di tutti i personaggi seduti come lui ai tavoli del ristorante.
I divoratori è un romanzo che fotografa in modo impietoso molti aspetti della realtà contemporanea ed è disseminato di accenni ironici ai tanti miti del ventunesimo secolo, dalla smania di apparire in televisione a quella di costruirsi una posizione nel mondo dei social, anche quando magari non se ne è compresa del tutto né la funzione, né il modo migliore per muoversi al suo interno, passando per la nuova mania della cucina e la mitologia degli chef stellati. Soprattutto, ci racconta quanto spesso, persino dietro alle facciate più brillanti, le persone siano in realtà profondamente diverse da come intendono mostrarsi, ma finiscano prima o poi per pagare la fatica di sostenere la loro schizofrenia esistenziale.
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«Io sono solo un pasto da divorare»,confessa a un certo punto uno dei personaggi de I divoratori: e non è facile offrirsi in pasto a coloro che ci circondano.
Per la prima foto, copyright: Jason Leung su Unsplash.
Per la terza foto, la fonte è qui.
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