Gli influencer dei libri su Instagram – Intervista a Loris Insinna – loris_inthebook
Eccoci alla quarta puntata della nostra rubrica #InstaBooks, dedicata al mondo degli influencer che si occupano di promuovere i libri e la lettura su Instagram.
Questa settimana abbiamo chiacchierato con Loris Insinna, protagonista del profilo Instagram @loris_inthebook. Con quasi 10 mila follower, Loris pubblica fotografie in cui gioca con le cover dei libri, accompagnandole con frutta e/o altri oggetti, con una vivacità cromatica sempre molto curata.
Con lui abbiamo parlato di come questo possa aiutare a promuovere la lettura o più semplicemente un libro e del presente/futuro di Instagram.
Un tempo c’erano i blog letterari, poi arrivò Facebook, da qualche tempo Instagram sta veicolando molto della comunicazione sui libri. All’interno di questa evoluzione ‒ semplificata ma non così lontana dalla realtà ‒, tu cosa pensi del rapporto fra Instagram e libri?
Reputo Instagram una delle finestre sul mondo più ampie che siano mai state progettate. Contiene qualsiasi tipo di informazione, seppur in forma di immagine. Che i libri abbiano trovato un proprio spazio all’interno della comunità di Instagram è sicuramente un bene, questo sembra rendere l’oggetto libro più fruibile da una vasta moltitudine di persone e rende lontana l’idea che a leggere siano sempre meno persone. La comunità dei lettori è in fermento quando si parla di libri, novità editoriali o tutto quello che concerne il mondo dell’editoria. Il vantaggio del comunicare su questo social è quello di poter usufruire di un raggio d’azione molto vasto che arriva a colpire molti più utenti rispetto ad altri social. Ma, così come per tutte le cose che ci circondano, è bene non dipendere troppo da Instagram quando si parla di libri. Spesso noto una uniformità nelle letture degli utenti che seguo, trovare nuovi titoli diventa un tantino più difficile.
Ogni tua foto è stupire, colpire, provocare (in senso buono). Come ti vengono le idee? Quanto tempo impegni mediamente dietro le quinte per preparare foto e testo?
Il mio professore di progettazione architettonica al liceo diceva sempre che le idee migliori vengono nei momenti più inaspettati e sono tuttora convinto che l’idea improvvisa per una foto sia nettamente migliore di una idea pensata e studiata, come si sul dire, “a tavolino”. Anche il tempo che impiego per le foto è ben diverso. Alcune hanno bisogno di una preparazione preliminare, soprattutto quando impiego cartoncini e altri materiali artificiali. Per queste foto arrivo anche a impiegare quasi due ore. La prima ora e mezza per capire come posso farlo, i successivi venti minuti per creare la scena e gli ultimi dieci minuti per scegliere le millemila fotografie scattate. Per i miei #onthetable, invece, il discorso è differente. In questo tipo di fotografie, dove la frutta o gli ortaggi sono gli assoluti protagonisti, il tempo che impiego è molto minore, questo perché fare degli schizzi su oggetti così uguali ma diversi per forma e per colore non rende l’idea sulla carta e solo giocando con loro direttamente sulla scena riesco a farmi una idea su come posizionarli. E poi anche perché ciò che uso è prontamente reperibile nel frigorifero di casa mia! Il testo non sempre arriva di pari passo con la foto, nonostante io tenda a trovare un richiamo seppur sottile con gli oggetti che incorniciano il libro scelto. Questo perché è difficile trasformare in parole le scelte che faccio per le mie foto. Parto sempre da una citazione del libro, poi il resto viene da sé e la foto è completata da un testo diretto e breve.
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Quali mezzi (cellulare o macchina fotografica) e tecniche usi per arrivare alla foto definitiva?
Quando sono dentro il mio atelier (un modo più artistico e raffinato per chiamare la mia stanza) utilizzo una Nikon D5200. Quando sono in giro e i presupposti per scattare una foto ci sono tutti scatto con il mio smartphone. Dopo una varietà infinita di foto apparentemente tutte uguali scelgo la migliore e la modifico prima su Photoshop, dove tolgo le distorsioni causate dall’obbiettivo e regolo la fotografia. Successivamente utilizzo Snapseed, un’applicazione per smartphone. Per mezzo di questa regolo colori, luminosità, contrasto, saturazione, nitidezza. La prerogativa per realizzare le mie foto è l’utilizzo della luce naturale, il fotoritocco deve essere impiegato per esaltare la luce e le ombre naturali. Le composizioni variano dagli ortaggi, alla frutta, ai fiori. Ma anche cartoni, cartoncini e oggetti particolari e colorati. Sono fotografie semplici, le mie, ma devono avere sempre un particolare che le rende diverse e allo stesso tempo divertenti.
Instagram è un hobby che ti diverte oppure ti piacerebbe farlo diventare un’attività lavorativa?
La mia attività su Instagram è iniziata senza saperlo. Improvvisamente, mi sono reso conto della community di lettori che la popola e aggiornare il mio profilo con foto sui libri che leggevo mi ha dato la possibilità di entrare a conoscenza di moltissime cose, allargare i miei orizzonti, parlare a diretto contatto con gli autori. Poi quest’hobby è divenuto una vera passione che mi spinge a realizzare contenuti sempre diversi e non nascondo che mi piacerebbe farlo diventare una vera attività lavorativa, così da avere accesso a strumenti nuovi e spazi tutti dedicati che mi possano permettere di realizzare foto che spesso sono costretto ad accantonare dati gli spazi e le strutture mai sufficientemente adatti. Spero che Instagram sia il trampolino di lancio verso un lavoro creativo e stimolante.
Hai collaborazioni attive in questo momento con editori e aziende grazie al tuo profilo?
Sì, ed è una delle parti più divertenti e importanti. Le collaborazioni sono gli strumenti che mi hanno permesso di capire che il mio lavoro su Instagram interessa e viene apprezzato da qualcuno e che soprattutto ha un riscontro in chi mi segue. Negli ultimi anni le collaborazioni sono aumentate ma cerco sempre di scegliere quelle che si addicono di più alle linee guida del mio profilo. Così come per i titoli freschi di stampa che gli editori mi consigliano. Ho imparato a non essere precipitoso nella scelta e a valutare ogni singolo aspetto. Collaboro attivamente con Einaudi Editore, Feltrinelli. Recentemente, Hoppípolla («un progetto che ha la missione di sostenere la cultura indipendente, attraverso la creazione di un nuovo canale distributivo nella forma di una scatola a sorpresa») ha apprezzato dei miei scatti e abbiamo avviato una collaborazione. Sono sempre aperto verso nuovi stimoli e nuovi punti di vista con cui affrontare il mio “lavoro”.
Quale rapporto hai con i lettori? Sei una persona che vive il mezzo in maniera biunivoca vagando su altri profili e commentando o tendi a concentrarti su quanto pubblichi?
Tendo più a concentrarmi su quanto pubblico ma allo stesso tempo a seguire i profili delle case editrici e di coloro i quali sono garanzie di ottimi suggerimenti. Il commento è sempre un ottimo modo per mantenere vivo un rapporto di continuo scambio con l’interlocutore. Soprattutto nell’ambito letterario è davvero bello scambiare pareri, idee o consigli. C’è sempre qualcuno pronto a commentare e a fare sapere la propria idea anche sulla foto. C’è voluto un po’ di tempo per entrare in questa community di lettori e conoscere chi ne fa parte, ma è una grossa risorsa, se usata nelle giuste dosi, condividere questo spazio con altri lettori affezionati e partecipi.
Fra i tuoi colleghi, chi ti piace seguire?
Il bello di questo social è che ognuno affronta le proprie passioni in maniera differente e il modus operandi dei veterani è diventato un marchio di fabbrica. È il caso delle colazioni d’autore e le composizioni di Stefania Soma (@Petuniaollister), sempre così geometricamente e cromaticamente perfette. Seguo con curiosità le dirette di Veronica Giuffrè (@icalzinispaiati) appassionata lettrice di libri e in particolare di Calvino.
Si sta molto parlando dei profili noti che pubblicizzano prodotti in cambio di denaro senza però palesare l’accordo commerciale. Che cosa pensi di questo argomento?
Credo che non sia un problema pubblicizzare qualcosa in cambio di denaro. Diventa un problema se si pubblicizza un prodotto solo per denaro! Sponsorizzare qualcosa è già così evidente che il capire che dietro c’è un accordo commerciale dovrebbe essere immediato dato che spesso si inseriscono hashtag appropriati a farlo capire. Nonostante su Instagram non ci sia un contatto fisico con le persone è evidente quando si sponsorizza qualcosa solo a scopo di lucro, come se mancasse la genuinità di un consiglio. Se reputo qualcosa interessante, che mi rispecchia, sono ben felice di presentarlo a chi mi segue sia con ricompenso che senza.
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Immagina di precipitare nel 2023, fra cinque anni, come ti immagini il futuro di Instagram sulla comunicazione dei libri?
Molto probabilmente Instagram sarà sempre lo stesso, nonostante ciò, essendo una persona a cui piace cambiare, sarà interessante partecipare a una eventuale trasformazione del social. Anzi, forse ci spero. Ma non riesco a immaginare cosa ci potrà essere di nuovo. Gli aggiornamenti sono così rapidi che viene difficile ipotizzare qualcosa. Ciò che potrei immaginare adesso, magari nel 2023 sarà già superato. Probabilmente a cambiare sarà il mio modo di comunicare la mia passione per i libri. La monotonia, sia nel mio modo di fare le foto sia nello stare in uno stesso posto per molto tempo, non mi è mai piaciuta. L’unica cosa che mi dispiace è che fra cinque anni, non sarò più così “piccolo” da far meravigliare le persone che mi seguono quando mi chiedono quanti anni ho!
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