Gli influencer dei libri su Instagram – Intervista a Clarissa Neri – clarissaquestionedilibri
Prosegue il nostro viaggio nel mondo degli influencer dei libri su Instagram. E oggi ci occupiamo di @clarissaquestionedilibri, il profilo animato da Clarissa Neri, che conta quasi 9 mila follower.
Con lei abbiamo parlato della sua passione per la fotografia e per i libri, dell’importanza della collaborazione tra i profili Instagram che si occupano di libri, lettura e letteratura e dei rapporti con le case editrici in un contesto difficile come quello italiano.
Un tempo c’erano i blog letterari, poi arrivò Facebook, da qualche tempo Instagram sta veicolando molto della comunicazione sui libri. All’interno di questa evoluzione ‒ semplificata ma non così lontana dalla realtà ‒ tu cosa pensi del rapporto fra Instagram e libri?
Personalmente, sono dell’idea che, nonostante si tratti di un rapporto che, come dicevi tu, è ancora molto “giovane”, abbia già basi piuttosto solide. Da quando sono entrata a far parte della comunità di Bookstagram e, quindi, da quando la vivo ogni giorno, ho notato che le cose sono notevolmente cambiate. Se prima si guardava a questa comunità con una certa superficialità, adesso viene presa molto più sul serio anche da parte degli editori o, comunque, da chi si occupa di libri a livello professionale. Seppur non retribuito in alcun modo, quello che facciamo è diventato quasi lavoro, un lavoro che, anche se non sembra, ci occupa molto tempo, ci dà tante soddisfazioni e che, soprattutto, ci permette di condividere la nostra passione più grande con un numero consistente di persone che, come noi, ama la lettura. Questo, secondo me, è il lato migliore: il fatto che, finalmente, attraverso Instagram ci sentiamo compresi; ci sentiamo parte di qualcosa.
Le tue fotografie, su sfondo marrone, sembrano colazioni o momenti di pausa nel pomeriggio. Per quale motivo questa scelta?
Il motivo per cui le mie fotografie richiamano momenti di pausa è dovuto al fatto che, effettivamente, le scatto in quei ritagli di tempo in cui posso dedicarmi, in tutto e per tutto, a Instagram. Purtroppo, nonostante, come dicevo prima, io veda il mio profilo proprio come una sorta di lavoro, ormai non sempre riesco a organizzarmi come vorrei, quindi lo curo come meglio posso, compatibilmente con quelli che sono i miei impegni quotidiani (adesso, infatti, dato che spesso il mio tempo libero coincide con l’ora di cena, si può notare qualche cambiamento, scorrendo la mia galleria). In ogni caso, dal momento che, quando parlo di libri, tiro fuori una parte di me che non riesco quasi mai a condividere con gli altri, e che sento come qualcosa di molto intimo, a volte ho deciso di dare un’impronta personale anche alle mie foto: lo sfondo marrone è il tavolo della mia cucina e tutti gli oggetti che uso a mo’ di decorazione sono gli stessi con i quali sono cresciuta e di cui, ormai, non potrei fare a meno. Non lo credevo possibile, ma Instagram è diventato il mio mezzo di espressione.
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Quali mezzi (cellulare o macchina fotografica) e tecniche usi per arrivare alla foto definitiva?
Fin da quando ho iniziato a incentrare il mio profilo esclusivamente intorno ai libri – verso la fine del 2016 – utilizzo il mio fedele iPhone. Per quanto mi riguarda, non parlerei di “tecniche”, non solo perché, in tutta onestà, non ne conosco, ma anche perché sono una persona che segue molto l’ispirazione. Quando mi viene un’idea, la tengo a mente e cerco di “elaborarla” non appena possibile. Inoltre, sono una perfezionista: continuo a modificare gli elementi che costituiscono la foto finché il risultato finale non mi soddisfa al cento per cento.
Instagram è un hobby che ti diverte oppure ti piacerebbe farlo diventare un’attività lavorativa?
Un po’ come tutti, credo. Inizialmente ho aperto un profilo Instagram con l’intenzione di portare avanti quello che ho sempre sentito come un semplicissimo hobby ma, come ho già avuto modo di dire in precedenza, anche alla luce del fatto che per me è già adesso una sorta di lavoro, mi piacerebbe tantissimo se diventasse un’attività lavorativa a tutti gli effetti. Insomma, chi non vorrebbe che la propria passione diventasse qualcosa di ancora più grande? Onestamente, purtroppo, credo sia molto difficile, soprattutto in un Paese come l’Italia, in cui, come sappiamo, si legge davvero poco, ma posso sempre sognare, no?
Hai collaborazioni attive in questo momento con editori e aziende grazie al tuo profilo?
La maggior parte delle mie collaborazioni, attive ancora oggi, sono nate a seguito della crescita del mio blog letterario, aperto, ormai, circa tre anni e mezzo fa, ma devo dire che ultimamente anche il mio profilo Instagram mi sta dando tanti motivi di gioia, in questo senso: proprio di recente, infatti, sono nate tre nuove collaborazioni con altrettante case editrici, le quali mi hanno contattata dopo avermi “scoperta” proprio grazie alle mie foto. Si tratta di editori che io, personalmente, non conoscevo, anche perché, per lo più, sono realtà ancora giovani, quindi non posso che esserne doppiamente felice. Ecco un altro lato positivo di Instagram: se non fosse per questa piattaforma, mi perderei tantissimo a livello editoriale, soprattutto per quanto riguarda quell’editoria indipendente che io amo così tanto.
Quale rapporto hai con i lettori? Sei una persona che vive il mezzo in maniera biunivoca vagando su altri profili e commentando o tendi a concentrarti su quanto pubblichi?
Il rapporto che ho con gli altri lettori è assolutamente biunivoco. Dal momento che ho deciso di circondarmi solo di profili che mi interessano davvero e che hanno gusti simili ai miei, non ne seguo un numero eccessivamente alto, ma quei pochi li seguo molto fedelmente. Adoro il fatto di poter trarre ispirazione dalle letture altrui, così come adoro potermi confrontare su letture comuni e scambiarci idee e opinioni a riguardo. Si tratta di un ambiente molto arricchente, sotto questo punto di vista, ma mi ha anche permesso di conoscere persone che per me sono diventati amici con i quali condivido molto più che la mia passione per i libri. Per questo motivo, quando posso e quando sento di avere qualcosa da dire, cerco sempre di lasciare un commento sotto le foto degli altri: è questa costante possibilità di condivisione, secondo me, la vera forza di questa piccola comunità.
Fra i tuoi colleghi, chi ti piace seguire?
Non riuscirei mai a fare i nomi di tutti, quindi, temendo di poterne dimenticare qualcuno tra coloro che seguo più assiduamente, preferirei non nominarne nessuno. Di base, comunque, sono tutte persone i cui scatti mi colpiscono non solo a livello contenutistico ma, naturalmente, anche a livello estetico: questa, nel bene o bel male, è la caratteristica principale di Instagram. Se una foto non ci colpisce, prima di tutto a livello visivo, è molto difficile che ci soffermeremo a leggere la didascalia sottostante. So che, a volte, è limitante, soprattutto perché, purtroppo, non sempre le belle foto sono accompagnate da parole altrettanto significative – o viceversa – ma, dopo un po’ di tempo, ci si fa la mano e si inizia a dare vita a una sorta di “piccolo mondo virtuale” in cui sentirsi davvero a casa.
Si sta molto parlando dei profili noti che pubblicizzano prodotti in cambio di denaro senza però palesare l’accordo commerciale. Che cosa pensi di questo argomento?
Da quella che è la mia esperienza all’interno della comunità italiana di Bookstagram, trovo che sia un argomento che, almeno per il momento, non ci tocca da vicino. Come dicevo, complice il fatto che l’Italia, è uno dei Paesi in cui si legge di meno al mondo, qualsiasi tipo di collaborazione tra chi parla di libri su Instagram – o su YouTube o sul proprio blog o su qualsiasi altra piattaforma – e chi li produce e/o li vende non prevede un compenso monetario. A livello generale, però, sono dell’idea che qualsiasi tipo di accordo commerciale vada palesato. Trovo che sia più che giusto che le persone vengano informate, quando un influencer viene pagato per sponsorizzare un prodotto. Nel mio piccolo, ogni volta che ricevo un libro in cambio di una recensione, lo metto subito in chiaro e, onestamente, non mi faccio influenzare in alcun modo dal fatto che si tratta di un omaggio: una volta letto, dico sempre quello che penso con la massima sincerità.
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Immagina di precipitare nel 2023, fra cinque anni, come ti immagini il futuro di Instagram sulla comunicazione dei libri?
Sono assolutamente convinta che, da qui a cinque anni, l’impatto di Instagram sul mondo dei libri e della letteratura sarà ancora più evidente di quanto già non sia adesso: già da ora, infatti, è estremamente facile notare quanto gli amanti della lettura – e io mi metto in prima fila – si facciano influenzare da questo social nella scelta del prossimo libro da leggere. Per esempio, non nascondo che sono tantissime le volte in cui, non essendo del tutto certa se acquistare o meno un determinato titolo, mi sono lasciata consigliare da chi l’aveva già letto, basandomi, appunto, su una semplice fotografia. Per questo motivo, infatti, non faccio alcuna fatica a credere che, tra cinque anni, si farà ancora più affidamento su questa piattaforma – molto più che sui blog, diventanti, ormai, praticamente obsoleti – e non potrei esserne più felice.
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