"Fuori dal coro". L'esordio di Aldo Forbice tra romanzo, riflessione saggistica e poesia impegnata
Dopo aver condotto per oltre diciotto anni il popolare programma Zapping su Radio 1 Rai, il giornalista e saggista Aldo Forbice esordisce nel mondo della narrativa con Fuori dal coro, pubblicato per i tipi di Dario Flaccovio Editore. Si tratta di un giallo avvincente, un "romanzo anomalo", che proprio per le sue peculiarità e l'impronta personalissima dell’autore colpirà su più fronti i lettori.
Cominciamo da quello che Aldo Forbice definisce il “No prologo” del libro. Qui leggiamo che Fuori dal coro è un romanzo-saggio, con poesie. Alla parte romanzata, quella dai tratti più noir, infatti, si accompagnano inserti saggistici e vere e proprie poesie incentrate sul tema della tutela dei diritti umani. Questione che, per chi conosce Aldo Forbice, è molto cara al giornalista-scrittore. Ricordiamo a proposito uno dei libri pubblicati dall'autore su queste tematiche: Orrori – I crimini sui bambini nel mondo (Sperling & Kupfer, 2004). Queste tre componenti coesistono alla perfezione nel romanzo, si intrecciano e contribuiscono a disegnare da prospettive diverse il quadro generale della storia.
Storia che, l'autore tiene a precisare, non è autobiografica, ma è inevitabilmente intrisa di tutte le esperienze maturate dallo scrittore nel suo lavoro e nel suo impegno nell'ambito della difesa dei diritti fondamentali dell'uomo. Protagonista del romanzo è Max Ferrari, giornalista e conduttore radiofonico del programma La Ribalta, anch'egli impegnato a realizzare campagne umanitarie per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani che avvengono ogni giorno e in ogni parte del mondo.
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Ad attirare la sua attenzione però stavolta è un caso di cronaca. Un'ascoltatrice del suo programma, che con alcuni interventi in trasmissione aveva colpito molto Max per il proprio carattere e la sua intelligenza, viene ritrovata morta dalla polizia. La donna, di nome Sofia Chiti, si è gettata dal balcone della sua abitazione ai Parioli e gli inquirenti hanno archiviato il caso come suicidio. Max però non può far a meno di indagare sull'accaduto e man mano che conoscerà i parenti e gli amici della donna si formerà in lui la convinzione che c'è qualcosa di più dietro la morte di Sofia.
A destare i sospetti di Max vi sono in particolar modo tre figure: Luigi, architetto di successo, marito della giovane vittima; la sorella di Sofia, Giulia, misteriosamente scomparsa in America Latina poco dopo il tragico evento ed Alessia, collaboratrice del “Grande Architetto”, forse addirittura sua amante e custode di un segreto che ha paura di rivelare. Tanti interrogativi restano quindi in sospeso e così l'ispettore Di Mico continua le indagini sul caso, affiancato da Max, giornalista-detective, che con grande curiosità, perseveranza e desiderio di scoprire la verità darà un importante contributo alle ricerche.
In questo libro la narrazione mescola abilmente il filone investigativo con momenti di vita quotidiana all'interno della redazione de La Ribalta. Perché è vero che Max sente di essere estremamente coinvolto nel caso della morte di Sofia, ma egli non dimentica mai l'importanza del suo lavoro in radio, dove è impegnato a lanciare campagne umanitarie contro la pena di morte, la tortura, la violenza sulle donne e i bambini in vari Paesi del mondo. Nonostante il successo delle sue iniziative di sensibilizzazione e coinvolgimento popolare, però, Max sarà costretto ad affrontare un periodo critico in radio e le cose diventeranno sempre più serie per lui man mano che si avvicinerà alla verità sul caso di Sofia.
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Il romanzo risulta nel suo complesso godibile. Ben costruito il personaggio centrale, così come il filone incentrato sulle indagini. Unica nota negativa i dialoghi, caratterizzati da battute spesso troppo lunghe e l'uso di parole poco verosimili nel parlato. Ma di sicuro i lettori apprezzeranno il modo in cui l'autore contamina il genere con incursioni nel mondo della saggistica e della poesia, realizzando così un romanzo giallo certamente coerente col suo titolo, perché sui generis e diverso dal resto. Fuori dal coro appunto.
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