Forconi e populismo
Sono tornati a bloccare le strade statali e le città, sono tornati a fermare il traffico, il flusso di city users, studenti, lavoratori italiani. Sono i forconi, un movimento di camionisti e padroncini, che non ci sta al carovita.
Questo il senso dei blocchi, ma è anche vero che il contenuto della rivendicazione e le modalità della battaglia assomigliano a delle marce un po’ fasciste, dal sapore populista, tanto care a monsieur Beppe Grillo. Proprio quest’ultimo tenta di cavalcare l’onda delle protesta rivendicando un ruolo che stavolta il web non può assegnargli. Si tratta di una protesta reale, non di un movimento virtuale, in uno spazio reale che è quello delle strade da e verso le città, non delle autostrade gratuite del web.
Grillo, dunque, ci prova a fare il salto, mentre i forconi urlano quanto e più di lui esigendo una riduzione delle accise. Il punto è che in un Paese dove i lavoratori hanno rappresentanze sindacali impegnate sui tavoli, i padroncini non trovano più spazio nelle rispettive rappresentanze e si auto-mobilitano, dando sfogo come possono all’incazzatura, talvolta vittime di un certo populismo di categoria e di un certo qualunquismo italiota da ultras.
Come dissi due anni fa, anche questa volta i forconi rappresentano se stessi dentro una rivendicazione tutta partigiana, senza prospettive generali, appiattita sul presente, sull’urgenza benzina, mentre il resto d’Italia, quando protesta, esce dal corporativismo e si spende su un pensiero più ampio, su un’idea complessa di Paese.
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Questi limiti si vedono tutti: sono limiti culturali e politici, che nella pratica mostrano tutta la loro arrogante debolezza e un leghismo di categoria che cerca non solidarietà, ma favore. Perciò disapprovo questa lotta, pur nella consapevolezza dei problemi che vive la categoria, sentendo a tal proposito la necessità di un cambio di passo del governo, o di un ritorno alle urne entro il 2014.
Nell’incertezza politica, che vomita i suoi malesseri sulla vita di ciascuno di noi, la direzione più utile è quella della ricerca di un’espressione democratica nella rivendicazione, e francamente questi blocchi deturpano una democrazia già violata da un ventennio paranoide e fascistoide. Sarebbe meglio tracciare un’idea di trasporto pubblico e privato delle merci coinvolgendo i sindacati dei trasporti, per definire un quadro di trattativa ampio e concertato. Ma così non sarà e i forconi, dopo quest’ennesima fiammata, accenderanno i motori per tornare a lavorare.
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Commenti
Strano paese l'Italia:
quando il popolo protesta allora è populista, se muore di fame in silenzio, allora sì che è popolare.
I miei complimenti.
http://www.ilcittadinox.com/blog/popolare-e-ordinario-per-chi-non-e-stra...
Gustavo Gesualdo
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