Di tutti questi cuochi non ne possiamo più. Ridiamoci su con Antonio Albanese
Lenticchie alla julienne, libro scritto dal poliedrico attore, regista e cabarettista Antonio Albanese e pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli, narra le vicissitudini di uno dei più grandi chef esistenti, Alain Tonné, che già dal cognome evoca quel rinomato piatto che si prepara durante un'occasione importante e che prende il nome di vitel tonné.
La missione che Tonné dovrà compiere sarà quella di ottenere la quarta stella che lo consacrerà il guru della cucina sperimentale. Poco si sa di lui e della sua sfera intima e familiare; tutto ciò che salta all'occhio di un lettore attento è quell'aurea che gli si crea intorno e che gli fa ottenere un consenso dietro l'altro, tanto da fare proseliti ovunque e creare schiere di seguaci agguerriti e appassionati che non si perdono nessun numero del grande chef.
Il personaggio descritto nel libro vi risulterà familiare, dato che i programmi tv sono invasi da chef che ci propongono ricette alternative con ingredienti improbabili da reperire.
Antonio Albanese ne fa un eccellente ritratto, annotando quelle che sono le caratteristiche bizzarre di quest'uomo e prendendo un po' in giro, con simpatica ironia, le manie di questi profondi conoscitori del cibo nostranoche, oramai, è contaminato da intrusioni esotiche e gourmand.
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Non è un caso, dunque, se anche Albanese cita il pepe rosa dell'Himalaya, spezia rara proveniente da molto lontano che suscita un risolino divertito, per far capire quanto le ricette, presenti nei menù dei ristoranti stellati, abbiano subìto notevoli cambiamenti e siano caratterizzate da componenti esterofile che non sempre incontrano il favore del pubblico.
Per non parlare, poi, delle porzioni mignon e della cucina molecolare, la nuova frontiera del gusto, che il nostro Tonné sicuramente conoscerà o avrà sperimentato durante la sua lunga carriera.
Da qui, nasce l'idea di sbeffeggiare questi cuochi-pasticceri di palato sopraffino e di far notare al lettore che la cucina è ovviamente un'arte nobile, ma necessita di una dimensione più circoscritta, anche perché diciamola tutta di show cooking, piatti cucinati a qualunque ora del giorno e di stramberie culinarie non ne possiamo proprio più.
Alain Tonné, quindi, incarna tutti loro e la sua alterigia è tale da non dare confidenza a nessuno, se non a qualche eletto.
Ciò che colpisce di questo bizzarro protagonista è, infatti, quell'atteggiamento tipico dei grandi che, boriosi, osservano tutti dall'alto in basso e che si credono i migliori solo perché stellati e osannati da quei commensali che, smaniosi, non vedono l'ora di scoprire il segreto di una ricetta elaborata o di carpire quell'ingrediente che fa la differenza.
Nello specifico, Alain Tonné è avvolto da un'aurea di mistero, tanto che alcuni detrattori mettono in dubbio il suo genio e se abbia cucinato davvero in posti eccellenti e di prestigio.
Tante sono le ricette che vengono elencate e tutte surreali. L'estro creativo, non tanto dello chef, quanto quello di Antonio Albanese si percepisce in ogni battuta. L'attore, infatti, da sempre interpreta molteplici personaggi ai quali siamo affezionatissimi, e ognuno di essi è rimasto nel nostro immaginario per una caratteristica precisa.
Tutti ricorderete Pier Piero, il giardiniere di Arcore, Cetto La Qualunque, imprenditore e politico calabrese corrotto, Frengo il tifoso pugliese o Alex Drastico, il tifoso palermitano, quante risate ci hanno fatto fare.
Oggi, si aggiunge anche Alain Tonné, nato dalla penna fantasiosa di Albanese che, per rendere questo libro speciale, ha dovuto unire alla sua immensa cultura e a quel senso dell'ironia, che gli appartiene fin nel midollo, quell'elemento narrativo fantastico che gli ha permesso di creare personaggi esilaranti che rispecchiano in toto la realtà.
Questa è l'era dei grandi chef stellati e Alain Tonnè è uno di loro: onnipresente, talentuoso, dotato di un linguaggio forbito e di una manualità ineccepibile.
Tutti lo adorano, tutti sperano di incontrarlo.
È un personaggio divertente, sopra le righe, un conoscitore di luoghi inusuali e grande esperto di materie non propriamente alla nostra portata.
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Ciò consacra Albanese come scrittore brillante che ama mischiare le carte, stupire il pubblico e suscitare una risata che, in questo periodo di magra, è diventata quasi una necessità.
E Lenticchie alla julienne, il suo primo libro, suscita senza ombra di dubbio il buonumore e se amate le sfide impossibili potrete provare a sperimentare le ricette dello chef, andando magari alla ricerca di un'alga speciale o di un cervo albino da cucinare durante le festività di Capodanno.
Per la prima foto, copyright: Katie Smith.
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