Cosa accade quando tua figlia decide di cambiare sesso? “La madre di Eva” di Silvia Ferreri
Quella che Silvia Ferreri racconta attraverso il suo primo romanzo: La madre di Eva, edito da Neo. Edizioni, è la storia di un senso di colpa: il lungo viaggio che accompagna la madre di una giovane donna che ha deciso di cambiare sesso.
È tutto già accaduto. Eva si trova rinchiusa fra le mura di una clinica serba e sta affrontando l’operazione definitiva, l’ultimo passo di un lungo percorso che la condurrà a un nuovo battesimo, quello come Alessandro.
Ma non è Eva la protagonista del romanzo, quanto la madre e soprattutto il suo dolore.
Un dolore che viene narrato attraverso la forma di un dialogo senza risposta, un monologo in cui il destinatario diventa lo stesso lettore, chiamato in causa come una sorta di giudice che sarà forse in grado di definire se le scelte di Eva siano giuste o sbagliate e quanti errori abbia invece commesso la madre attraverso le innumerevoli fasi che hanno condotto lei e la figlia in quella clinica Serba.
Eva ha manifestato il suo “disturbo” fin dalla nascita: non si è mai sentita bambina, né donna. Non ha mai manifestato interesse per le bambole e presto ha invece dovuto affrontare tutte i problemi che una situazione di questo tipo può comportare: la presunzione dei compagni, il bullismo, l’isolamento… fino alle difficoltà fisiche quali l’interruzione del ciclo mestruale e il conseguente trattamento ormonale.
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Attraverso il monologo scritto da Silvia Ferreri, la madre cerca allora una sorta di perdono, cerca di giustificare a se stessa le proprie scelte raccontando alla figlia, e indirettamente anche al lettore, il loro passato e tutto ciò che hanno affrontato.
Il dramma è chiaro ed è considerato dalla famiglia di Eva una vera e propria maledizione che dà vita e non lascia scampo a un senso d’inadeguatezza presente fino alla fine del romanzo.
Sono molti gli interrogativi della madre e lo stesso lettore non può fare a meno d’interrogarsi su quale scelta adotterebbe lui stesso in una situazione di questo tipo: si può prendere in considerazione il cosiddetto “trattamento correttivo”? Si può davvero pensare di aggiustare la deviazione di un figlio obbligandolo in qualche modo a tornare all’interno di un corpo al quale non sente di appartenere? Cosa costerebbe, in termini morali, una scelta di questo tipo?
I pensieri affrontati dalla protagonista sono spesso crudi, pesanti, ed è all’interno di un’intervista rilasciata a Rai Cultura che Silvia Ferreri afferma la volontà di descrivere un personaggio spesso antipatico quanto imperfetto.
È proprio l’imperfezione la chiave d’interpretazione per questa madre a tutti gli effetti “normale”. Una madre qualunque costretta ad affrontare un enorme carico di responsabilità e un dolore al quale non trova risposta.
Tutto ciò che vorrebbe fare è bloccare quell’operazione che lei stessa definisce “chirurgia demolitiva” e riprendersi il corpo che lei ha creato con tanta cura, ma non può farlo. La coscienza le dice che sarebbe un gesto egoista, l’ennesima scelta sbagliata.
Con La madre di Eva Silvia Ferreri affronta non solo il tema, attualmente caldo, dell’identità sessuale, ma argomenti ancor più vasti quali il senso della maternità, il rapporto madre/figlio e l’elaborazione del lutto: la perdita di una persona a favore di una trasformazione permanente e definitiva.
Non è un racconto facile né leggero, il lettore è alle prese con un senso del giudizio sospeso fra una figlia che merita di poter “rinascere” nel corpo al quale sente di appartenere e una madre afflitta dal caratteristico concetto cristiano di “colpa”.
Tutto sembra ricondurre infine a una profonda incomprensione dell’altro, a una mancanza d’ascolto e all’incapacità di concepire il diverso, l’anormale inteso letteralmente come “qualcosa che va oltre la normalità”.
Scegliendo la forma narrativa del monologo, Silvia Ferreri sembra voler sottolineare ulteriormente come questa storia manchi di un vero dialogo e sia invece segnata da un solido muro che divide le emozioni della madre e quelle della figlia: due entità contrapposte, definite da valori in opposizione.
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Silvia Ferreri è una giornalista e scrittrice, madre di tre bambini. Nella stessa intervista citata precedentemente, racconta la nascita del suo primo romanzo: l’incontro con una donna che ha realmente vissuto questa situazione, un confronto che l’ha segnata forse proprio per il fatto che in quel momento Silvia era in attesa del primo figlio.
Il libro della Ferreri può essere quindi considerato più che altro un libro sulla maternità, sul difficile compito che comporta l’essere madre e sulle responsabilità che un un genitore deve assumersi nei confronti del figlio.
La madre di Eva è un testo drammatico e doloroso ma è forse proprio grazie a una tale lettura che Silvia Ferreri ricerca la volontà d’insegnare al lettore l’accettazione e l’abbandono di una colpa che in fin dei conti non ha alcun motivo di esistere.
Per la prima foto, copyright: Dakota Corbin.
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