“Coordinate d'Oriente” di Alessandro Perissinotto: un viaggio all'esterno e all'interno di noi
Alessandro Perissinotto ci porta lungo Coordinate d'Oriente con il suo ultimo romanzo edito da Piemme. Tutto inizia quando un docente di scrittura creativa, narratore in prima persona, trova sulla sua cattedra una corposa risma di fogli lasciati da tale Annarita Dionisio, studentessa la cui matricola risulterà inesistente. Il lavoro contiene una lunga intervista a Pietro Fogliatti, imprenditore con un matrimonio fallito alle spalle ed espatriato a Shangai. Il professore, deluso dall'apatia e dalla mancanza di interesse dei suoi studenti, si lascia coinvolgere dalla vicenda dell'ignoto emigrato. Vuole sapere «se». Se Pietro Fogliatti è ancora vivo. Se ce l'ha fatta.
Coordinate d'Oriente si sviluppa lungo una duplice direttiva che trae origine, dunque, da una pulsione di ricerca. Essa si concretizza nel viaggio che il docente compie, ma è anche metafora della scrittura che è in sé percorso di investigazione. Il noir e la suspense sono, inoltre, nelle corde di Perissinotto: con questi generi il nostro autore si è cimentato fin dal suo esordio con L'anno che uccisero Rosetta edito da Sellerio nel 1997. Questa volta, però, non ci sono né assassini né misteriose scomparse. C'è la biografia di un uomo comune (e paradigmatico) di cui conoscere l'esito.
Per farlo, il narratore seguirà "coordinate d'Oriente" che lo condurranno a Shangai. Da abile artigiano di macchine narrative, proporrà, invece, al suo lettore un itinerario più complesso e denso, intervallando il racconto del proprio viaggio a quello (svolto in terza persona) di quanto riportato nel plico della fantasmatica studentessa Dionisio. Quasi d'obbligo ricordare che Perissinotto insegna "Teoria e tecniche della scrittura" all'Università di Torino (al riguardo, di scrittura creativa si parla anche sul suo sito web personale, per i curiosi).
Narratore e lettore, seppure in tempi differenti, percorrono, dunque, la storia di un lutto personale e professionale. L'imprenditore di una start up per la produzione di macchine elettriche non ha successo in Italia, ma lo trova all'estero, in California, da dove partirà per la Shangai del capitalismo sfrenato dello Stato cinese. Una Shangai che, fino a qualche decennio fa, avremmo potuto definire, alla Marc Augé, uno dei tanti non-luoghi generati dalla globalizzazione, ma che, «storicizzandosi, è diventata un luogo». Paradosso vuole che proprio qui Fogliatti cerchi di realizzare il suo progetto di “impresa responsabile”.
Nelle pagine dedicate all'esperienza professionale e ai valori civili di Fogliatti risiede il maggior interesse del romanzo, che ci immerge nel mondo della New Economy, della delocalizzazione, dell'espatrio forzato, delle imprese "sostenibili" e dello sfruttamento del lavoro. Perissinotto rivela con un'abilità narrativa che lascia al sicuro Coordinate d'Oriente da ogni possibile taccia di didascalico o cronachistico.
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Ma la scelta dell'emigrazione è legata anche a un lutto personale, che legherà Pietro alla “madre di Tanggu Road”, una donna che, nel Paese della riservatezza in cui il dolore deve essere nascosto perché non sia turbata la serenità del prossimo, si ostina a ricordare in modo pubblico il figlioletto Zheng di 13 anni ucciso in un incidente da Xi Liu. Tra i due nasce una relazione saldata dalla dipendenza dal dolore e dall'odio. Ma anche qui la prospettiva si amplia: attraverso la madre di Zheng viene raccontata la Repubblica Popolare Cinese dei tempi di Mao, il cui libretto rosso appariva ostentato sotto le braccia o nelle tasche di tanti militanti di una sinistra che non c'è più. Una sinistra che il nome quasi caricaturale di Pietro Fogliatti non può non richiamare.
Coordinate d'Oriente racconta un lutto totale e totalizzante che non indulge, tuttavia, all'autocompiacimento nostalgico. Ne sono segni (e contrappesi) il vigore del ritmo narrativo e lo spessore di una vicenda che non lascia spazio al pianto. Il lutto è vissuto, non subito, ben sorretto da una struttura romanzesca frutto dell'esperienza dell'autore.
Dispiace semmai che il romanzo rimanga ancorato in modo eccessivo al mondo delle scuole di scrittura, in particolare alle riflessioni sulla valenza dell'(auto-)biografia. «Ognuno di noi ha bisogno di raccontare e di essere raccontato», e siamo d'accordo. Ognuno di noi ha anche bisogno di raccontare il proprio tempo e che il proprio tempo venga raccontato perché venga condiviso. Ma questo non vale anche di là dal lavoro sulla biografia su cui insistono alcune scuole di scrittura? Tra l'altro, ormai, non tutte frequentate da aspiranti autori o appassionati di scrittura, ma proliferate per gli scopi più vari? Non trovo che la pur apprezzabile intenzione di «rendere visibile l'astrazione», abbandonando giochi pseudo-strutturalistici e «varcandoil confine tra racconto e realtà», sia novità sufficiente. Anche i fin troppo evidenti riferimenti al Calvino delle Città invisibili sanno un po' di datato. Trovo un po' sopra le righe anche il richiamo a Cuore di tenebra, che potremmo accettare da un punto di vista ideologico ma la cui dimensione rimane troppo lontana da quella di Coordinate d'Oriente. Forse, tuttavia, non si può chiedere a un romanzo ciò che quel romanzo non intendeva prefiggersi.
Una breve nota sulla prosa vigorosa di Coordinate d'Oriente. Non si può non notare la capacità di Perissinotto di creare un linguaggio moderno, medio e stilisticamente decoroso, che sia un amalgama senza sprezzature, capace di assumere con naturalezza termini (come certi noti anglicismi) che troppo spesso, quando compaiono nei romanzi italiani, hanno ancora un sapore di “terra straniera”.
Immergetevi, dunque, nel romanzo di Perissinotto perché le sue coordinate non hanno nulla di esotico né sono impalpabili, evanescenti, mutevoli o poeticamente simboliche. Le coordinate, anche se convenzioni come le parole che fanno il racconto, conducono a un luogo, un tempo e a una storia reali e universali, una volta sospesa l'incredulità come ogni patto narrativo impone. E poiché ognuno di noi vive questo tempo e ognuno di noi ha il suo Xi Liu, Coordinate d'Oriente conduce lungo un viaggio all'esterno e all'interno di noi che non lascerà indifferente la maggior parte dei lettori.
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