Come ironizzare sull’amore eterno. “Dente per dente” di Francesco Muzzopappa
Dente per dente è il terzo capolavoro umoristico di Francesco Muzzopappa, famoso copywriter italiano, che prosegue il suo filone ridanciano con Fazi Editore, dopo le pubblicazioni di Una posizione scomoda e Affari di famiglia.
Scrittore di origini baresi, lavora nel settore pubblicitario, ma i successi dei suoi romanzi humour lo stanno portando sempre più verso la figura dello scrittore comico. Fondamentalmente, il personaggio del libro, che è peraltro scritto in prima persona e quindi ancor più coinvolgente, è un comico o per lo meno sembra una di quelle figure protagoniste dei testi ilari di Zelig o Colorado. Non propriamente uno da cabaret da battuta fragorosa, piuttosto uno, con rispetto parlando, alla Montesano o alla Troisi o alla Pozzetto, un attore che non recita a memoria un copione, ma genera la risata fra la situazione bizzarra e inaspettata da una parte e lo stato d’animo catastrofico o esaltante dall’altra.
Lo si potrebbe definire un visionario, un sognatore e un’artista della vendetta. Perché questa storia è «una faccenda di vendetta».
Dente per dente riprende l’assioma celebre della civiltà mesopotamica, diventato luogo comune per rivalsa (occhio per occhio, dente per dente), ma ne ricava una parte soltanto per generare il titolo, il resto è tutto nel contenuto del romanzo.
Il protagonista è Leonardo, ragazzo ventottenne, addetto a controllare i visitatori (affinché non fotografino o creino situazioni fastidiose) del museo varesino del Mu.CO. (Museo d’arte contemporanea) e in possesso solo di otto dita, perché due le ha perse in un incidente giovanile. Da quel giorno è nata in lui una passione per i motori e le caratteristiche automobilistiche, così potente da diffondere il suo sapere in un blog, di cui è l’unico scrittore e proprietario e il cui seguito è piuttosto numeroso.
Non ha grandi titoli di studio, s’è diplomato al liceo artistico e la sua unica ragione di vita è l’affascinante Andrea, la sua ragazza rigorosamente cattolica, con cui è fidanzato da sette anni. In una vita monotona e piatta, un bel giorno, proprio quando decide di compiere il grande passo (chiederla in moglie), scopre che la sua ragazza lo tradisce con il vicino affascinante e donnaiolo.
Dopo una breve fase in cui metabolizza la delusione, decide di vendicarsi dell’affronto subito. Nessun omicidio, nessun rapimento e nessun sfogo totale di lussuria e depravazione, ma un oltraggio ai Dieci Comandamenti, vademecum dell’etica e della morale della sua ragazza.
Inizia, così, un percorso di vendetta, graduale e sempre più iperbolico per demistificare la sua donna e tutto il mondo che la circonda. Un accanimento ossessivo perfino contro i singoli oggetti, che diventano simboli di un tradimento immeritato.
Quando, a inizio del romanzo si confronta con il suo amico Ivan, che detesta la donna, queste sono le parole con cui la tratteggia Leo: «Lui non la vede come la vedo io, attenta, dolce, amorevole, ma stronza e sanguinaria, una fotocopia della malvagia strega dell’Ovest incapace, però, disciogliersi sotto un brutto acquazzone».
Dopo il tradimento, quella lodevole donna diventa «Quella». Segnale discorsivo che allude a indifferenza, rabbia, sofferenza e distacco sentimentale. Così, fra idee bizzarre e tentativi mal riusciti, si sviluppa una trama comica, simpatica e accattivante.
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Dente per dente è ideale per l’estate perché rilassa e distrae.
Stile ironico e brillante, fluido e trepidante, una sintassi molto colloquiale e fondamentalmente paratattica. Una miscela di autoironia, sketch comici, dialoghi sovrapposti e accostamenti da indurre facilmente alla risata.
Perfetto styling di libretto umoristico, quasi un manuale per sopportare l’atto del tradimento più che una commedia contemporanea.
Non inganni, tuttavia, la scelta di una scrittura briosa e gradevole, perché in Francesco Muzzopappa i contenuti ci sono e sono anche innovativi.
Scelta sperimentale e particolareggiata quella di inserire fra un capitolo nuovo e quello vecchio quadri o sculture d’arte moderna, che si possono collegare per stato d’animo o rappresentazione soggettiva alla situazione narrata nel testo. Ideati e realizzati dallo stesso scrittore (come specifica nella prefazione), vengono per gioco attribuiti ad artisti famosi, le cui opere, denigrate dall’umorista pugliese, sono presenti nel museo varesino. Un’ associazione parola-immagine già sperimentata dalla poetessa indiana Rupi Kaur e una novità che potrebbe presto rivoluzionare la lettura e il significato della parola romanzesca. D’altronde di originale non c’è solo questa scelta. Dentro alcuni blocchi narrativi troviamo dei nastri registrati di guide del museo, le cui voci vengono proposte nel testo narrativo. Un passaggio da espressione vocale e orale a scritta.
È un’idea di switching del canale interessante, che dà vita a un pastiche linguistico e narrativo che sorprende e crea una certa curiosità nei confronti del semplice dettato umoristico.
Questo libro di Francesco Muzzopappa è proprio ideale per lo zaino delle vacanze. È quello da inserire nel trolley per il formato, l’elasticità e la leggerezza ella scrittura.
C’è un altro motivo, tuttavia, che pone questo libretto fra gli imperdibili di questa estate: chi non è mai stato lasciato dal proprio partner a ridosso delle vacanze?
Ecco qui il manuale perfetto per non soffrire. Si pone però una doverosa annotazione: mai mettere in pratica le azioni di Leo per vendicarsi, altrimenti si rischiano guai giudiziari.
Ad ogni modo la demistificazione della donna come compagnia fedele, la propensione dell’egocentrismo e la capacità di reagire a un dolore psicologico di tale portata sono tre componenti, tre insegnamenti morali, che possono far bene a chi è propenso a vittimismo e demoralizzazione.
Dietro a giochi di parole e battute sarcastiche si cela un impianto ideologico dell’età moderna: quanto conta ancora la religione e soprattutto i suoi dogmi nel secolo attuale?
Un secolo fa un libro che ironizzava sui Dieci Comandamenti era da censura, mentre oggi nessuno se ne accorge della desacralizzazione in atto.
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D’altronde Dente per dente di Francesco Muzzopappa non solo desacralizza i comandamenti divini, ma affonda, nel goliardico vortice del personaggio Leo, la società attuale, che non si rende conto che non tutto è un gioco e forse talvolta bisogna prendersi sul serio, per non far deflagrare una base morale, eretta col sangue e con il sacrificio di guerre e rivoluzioni. È una forma critica sottesa e celata, ma c’è e oltre a ridere è necessario prenderne atto.
Per la prima foto, copyright: Paz Arando.
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