Ciò che accade mentre la vita corre. Intervista a Beatrice Mariani
Beatrice Mariani torna in libreria con il nuovo romanzo Mentre la vita corre (Sperling&Kupfer, 2020) a due anni di distanza dal buon esordio di La ragazza inglese (Sperling&Kupfer, 2018).
Siamo a Roma, in un universo borghese costellato di famiglie scomposte, ricomposte, allargate o ristrette secondo i casi. Elisa, la protagonista, è una quarantenne divorziata che cerca di tenere insieme il suo ruolo di madre degli ancora giovanissimi Laura e Lele, il lavoro importante presso un ministero e il complesso rapporto con Carlo, ex marito e padre che vuole comunque continuare a seguire la crescita dei figli anche se è responsabile del naufragio del matrimonio.
Un giorno, però, a un incontro di lavoro Elisa conosce Stefano, col quale finisce per approfondire la conoscenza a causa di un problema che deve risolvergli: come lei, Stefano è reduce da un matrimonio fallito con la francese Angélique, che è tornata a vivere a Parigi mentre la figlia Julia, un’adolescente irrequieta e in perenne conflitto con la madre, a cui non vuole perdonare il secondo matrimonio, ha scelto di restare a Roma col padre.
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Tra Elisa e Stefano nasce ben presto una certa attrazione, ma per nessuno dei due sembra facile instaurare un nuovo rapporto dovendosi destreggiare tra ex consorti, figli problematici, genitori anziani e rancorosi, amici prigionieri a loro volta di situazioni non facili. Attraverso i suoi personaggi, Beatrice Mariani traccia un ritratto efficace e realistico delle famiglie contemporanee, toccando anche temi molto attuali come il bullismo e le insidie della tecnologia, a cui siamo tutti esposti ma che possono colpire soprattutto i più giovani.
Mentre la vita corre è un romanzo sentimentale ma profondamente realistico. Ne abbiamo parlato con l’autrice.
Cominciamo dal titolo: Mentre la vita corre sembra definire fin dall’inizio il ritmo delle vicende narrate, perché leggendo questo romanzo si avverte spesso l’impressione che i personaggi siano in qualche modo sempre “di corsa”, tra problemi da risolvere e scadenze da rispettare. È questo il senso del titolo?
Il titolo si riferisce a tutto quello che accade proprio… mentre la vita corre. Quello che ci perdiamo, quello che dimentichiamo, quello che non sappiamo, quello che non pensiamo, quello che non godiamo proprio perché la vita ci sfugge veloce tra impegni, problemi e scadenze. I protagonisti, Elisa e Stefano, avranno bisogno di cercare il tempo per capire se dal loro incontro può nascere un’occasione diversa Non è semplice, quando si conducono vite già piene di responsabilità e appesantite da dolori e delusioni, riscoprire la curiosità e la voglia di mettersi in gioco.
Come avviene sempre più spesso a molti bambini e adolescenti contemporanei, i figli di Elisa e Stefano appaiono pesantemente coinvolti nei problemi dei genitori, ma soprattutto nelle loro vite sentimentali, mentre in passato nelle famiglie le questioni coniugali o extraconiugali erano rigorosamente tabù per i giovanissimi. Secondo lei questo è un bene o un male?
Tanto Elisa quanto Stefano, pur avendo alle spalle esperienze molto diverse, provano un forte senso di responsabilità nei confronti dei propri figli. Sono consapevoli di doverli proteggere e tenere al riparo, si sentono in colpa per non essere riusciti a garantire loro la famiglia perfetta che ogni figlio sogna. Un tempo, è vero, le famiglie rimanevano più unite almeno in apparenza e i figli non erano a conoscenza di quanto accadeva intorno a loro. Dubito però che fossero più sereni dei ragazzi attuali. Oggi esiste un rapporto più diretto tra genitori e figli ed è inevitabile una parte di coinvolgimento. L’importante è che il genitore non dimentichi mai il proprio ruolo di guida e di esempio. Stefano ed Elisa commettono errori ma sono pronti a fare l’impossibile pur di rimediare.
I personaggi del romanzo, come tutti noi del resto, fanno largo uso della tecnologia nei rapporti sociali, dagli scambi con gli amici alle chat scolastiche su WhatsApp, il che genera spesso la falsa sensazione di poter esercitare un controllo su tutto e su tutti: ma non ci stiamo, al contrario, allontanando sempre di più da una gestione reale e concreta delle nostre vite, a partire dai rapporti interpersonali?
Nessuno di noi, ormai, sa vivere senza connessione. Io stessa, a quasi cinquantatré anni, non ricordo più come fosse possibile vivere quando non c’era la possibilità di comunicare di continuo. Questo comporta grandi rischi. Il telefono diventa una porta verso l’ignoto, oltre a essere spesso un intruso molto invadente nella nostra vita quotidiana. Mi sembrava naturale che i personaggi si confrontassero anche con questo aspetto. Ci si confronta la figlia di Elisa, una tredicenne che finisce coinvolta involontariamente in un piccolo scandalo, nato dall’aver messo in rete un video innocuo. Ma ci si confrontano anche gli adulti, che a volte si dimostrano persino più incauti degli adolescenti. Questo è un aspetto in cui i genitori devono saper spiegare e vigilare.
Mentre la vita corre racconta una storia sentimentale, profondamente inserita nel presente e nella quotidianità di tutti noi. Pensa che le lettrici oggi possano preferire queste vicende di vita vissuta, in cui magari riconoscersi con maggiore facilità, rispetto ai classici romanzi sentimentali che sono spesso collocati in mondi piuttosto improbabili?
Il bello della lettura è proprio la possibilità di aprire mondi e di portarci altrove. In ogni genere si può trovare qualcosa di speciale. Io, ad esempio, sono una lettrice molto curiosa di tutto. I romanzi sentimentali a volte sono improbabili ma ci regalano sogni e ci fanno vivere emozioni importanti. Se proviamo a ragionare sul successo perenne di Harry Potter o anche dei supereroi, ci rendiamo conto di quanto sia forte l’esigenza di sperimentare mondi fantastici attraverso le pagine o attraverso uno schermo. Il mio romanzo, come molti altri, ci riporta invece nella realtà, e ci offre, spero, una possibilità di immedesimazione Leggere una storia che potrebbe esserci accaduta e affrontarla insieme ai protagonisti può essere appassionante.
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Sia Una ragazza inglese, sia Mentre la vita corre sono ambientati in una Roma non stereotipata. Qual è il suo rapporto con la città? Ambienterà qui anche il prossimo romanzo?
È una domanda difficile, perché è un rapporto quotidiano nel quale sono immersa. Sono nata e cresciuta a Roma, ma nemmeno io mi riconosco negli stereotipi. Per me è naturale ambientare le storie che racconto nella realtà in cui vivo. In Una ragazza inglese mi occorreva un luogo isolato e così ho collocato la storia in una delle grandi ville con giardino che sono alle porte di Roma e che mi ricordano la mia infanzia perché abitavo in una zona simile. Mentre la vita corre si svolge nelle strade dei quartieri centrali che percorro ogni giorno, trafficate e caotiche. Per scrivere una storia devo poterla immaginare e quindi, sì, penso che i miei romanzi saranno tutti romani.
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Per la prima foto, copyright: Christopher Czermak su Unsplash.
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