Case editrici di Milano
Le case editrici di Milano rivestono un’importanza particolare perché si trovano nella città editoriale per eccellenza del nostro Paese.
Tuttavia, urge subito una precisazione: non tutte le case editrici "di Milano" sono milanesi… Un discorso che vale sia per gli editori "assorbiti", sia per chi si è trasferito a Milano come scelta strategica. Ad esempio, si tengono stretta la loro piemontesità (e sono rimasti nei loro quartieri generali di Torino) Einaudi e Bollati Boringhieri, nonostante sulla carta siano oggi inglobati, rispettivamente, in Mondadori e Mauri Spagnol. Neri Pozza, invece, nata a Venezia e facente parte di un gruppo editoriale veneto, si è trasferita a Milano in un secondo momento.
Però è certo vero che i colossi editoriali del capoluogo lombardo hanno allungato i tentacoli tirando a sé un’infinità di marchi e sono i principali responsabili dell’alta densità di editori della città.
Prendiamo, ad esempio, i quattro giganti: Mondadori, RCS, Mauri Spagnol e Feltrinelli. Sotto quattro egide si raccoglie buona parte degli attori culturali italiani: Rizzoli, Adelphi, Marsilio, Bompiani, BUR e Fabbri dentro a RCS; Einaudi, Piemme, Sperling e Kupfer e Frassinelli per Mondadori; e poi l’enorme famiglia del Gruppo Mauri Spagnol, con Bollati Boringhieri, Chiarelettere, Corbaccio, Coccinella, Garzanti, Guanda, Longanesi, Nord, Ponte alle Grazie, Salani, Tea e Vallardi; infine Feltrinelli, impero dell'identità decisamente meno frammentata, che negli anni ha acquisito anche Apogeo, Kowalski ed Edizioni Gribaudo.
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Ma Milano non è solo terra di grandi gruppi; tra gli indie resiste un’ottima selezione: editori di narrativa con stile da vendere (Marcos y Marcos e ISBN), editori specializzati in didattica e formazione scolastica (Mursia e Alpha Test, proprietaria anche di Sironi), editori dalla coscienza ecologista (Edizioni Ambiente), editori esotici (Iperborea e ObarraO), saggisti puri (il Saggiatore)
e specialisti di genere (Marco Polillo con i suoi gialli d’annata). Merita una menzione anche la Baldini & Castoldi (fu Baldini Castoldi Dalai, già Dalai Editore), che continua a stare a galla tra crisi e rifondazioni.
Insomma se Milano si pone come l’epicentro editoriale nazionale (non dimentichiamo anche i giornali e le riviste che la città sforna ogni giorno), la prossima settimana vedremo come la capitale abbia risposto per le rime con una serie di effervescenti case editrici indipendenti dalle mille risorse.
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Commenti
Molto interessante. Più interessante ancora sarebbe sapere come fare a raggiungerle (e non parlo di Frecciarossa... :D ). Questo impero editoriale nordico che ha al suo interno tanti regni è, per i più, inarrivabile. Con questo non voglio dire che più a sud le cose vadano diversamente, la sindrome da "editoria imperiale" dilaga. Come possono gli aspiranti scrittori, le nuove leve che si affacciano alla scrittura o che magari si sono già esposte un bel po' ma non riescono a saltare, come possono avere udienza presso tali reggie? Non è dato sapere... poi escono fuori le magagne del Premio Strega.
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