Bullismo rosa a Bollate: autoritratto di un popolo
Non pubblicherò il video che ha fatto il giro del web in pochi giorni e nel quale si vede una minorenne di Bollate che picchia, filmata da un cellulare e circondata da suoi coetanei, un'altra ragazza che non risponde alla violenza ma anzi prega di venire aiutata da chi sta lì fermo a guardare. Non scriverò nemmeno il nome di questa “bulla” in erba.
Scelgo di parlare del fatto e non per dire ovvietà su quanto sia sbagliato tutto ciò o per insultare la ragazza (su Facebook ne ha già ricevute abbastanza di parolacce, oltre che una valanga di minacce di morte), ma per soffermarmi su due punti che sono passati in secondo piano, e sui quali vorrei chiederevi un parere:
- I ragazzi che guardavano non sono intervenuti: alcuni dei primi commenti sotto al video pubblicato on line lamentavano il fatto che nessuno dei presenti fosse intervenuto a fermare il pestaggio. Ho potuto constatare che la faccenda era ampiamente annunciata sui siti personali delle persone coinvolte. Tutti i loro amici sapevano che queste due ragazze si sarebbero incontrate per parlare di questioni amorose e nessuno le ha fermate prima che la situazione degenerasse, anzi sono state incitate. La “folla” voleva la violenza. In queste dinamiche agiscono forze che vanno oltre il singolo individuo, come la forza della massa, la paura di subire le stesse umiliazioni e il caos che ogni adolescente porta dentro di sé. Recriminare il non intervento significa non ricordarsi più cosa voglia dire avere 16 anni. Attenzione! Non sto dicendo che se fossi stato lì non mi sarei messo in mezzo, da adulto consapevole.
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- Gli insulti sui social: come se ce ne fosse bisogno, Selvaggia Lucarelli, in maniera più o meno consapevole, ha incitato il popolo dei social (che non aspettava altro) all'insulto gratuito su Facebook. Sono state create pagine contro e pagine di solidarietà alla ragazza. Comunque la pensiate, non aderite a questi paradisi per “troll” dove l'unico obiettivo è la provocazione, sia da una parte sia dall'altra. Si rischia di fare una pessima figura e se solo un quarto delle cose che sono state scritte fossero vere o frutto di pensieri reali che hanno un peso sulle azioni quotidiane, mi ritroverei circondato da un popolo che non è molto migliore di una ragazza che pesta una sua compagna per il fidanzatino. Quasi come se questo fatto fosse un'appendice di un sistema “mafioso” dove vige solo la legge della giungla.
Nelle scuole, e soprattutto nelle famiglie, bisognerebbe insegnare che se pensi che “la legge del più forte” sia la cosa più giusta da attuare, significa che hai già perso: c'è sempre qualcuno più forte di te, più furbo di te, più violento di te. Se invece la forza delle idee facesse da padrona intorno a noi, incontrare qualcuno più intelligente di te sarebbe la cosa più bella che ti possa capitare.
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