Anche nella guerra è possibile l’amore. “Addio alle armi” di Ernest Hemingway
Addio alle armi è un romanzo di Ernest Hemingway, meno conosciuto del celeberrimo Il vecchio e il mare ma ugualmente intenso. Il romanzo si ispira alle esperienze dell’autore vissute nel 1918, sul fronte italiano durante la prima guerra mondiale, ove il giovane Ernest si arruolòvolontario, prestando servizio come autista di autoambulanze. Vita privata e romanzo si mescolano e il giovane protagonista ricalca il carattere e gli eventi personali dell’autore pur chiamandosi Frederic Henry. Iniziato nel 1928 a Parigi, fu poi pubblicato nel 1929, mentre in Italia bisogneràaspettare il 1945, quando venne tradotto di nascosto da Fernanda Pivano. In Italia infatti, il regime fascista vietò la pubblicazione di un libro che non valorizzava, anzi demitizzava, la guerra e il valore militare degli italiani.
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E in effetti un sentimento di arrendevolezza, di fatalità, di uguaglianza delle sorti sia nella vittoria che nella sconfitta e la totale mancanza di un senso della guerra pervadono tutto il romanzo: «Sono stati battuti quando li hanno presi dalle loro campagne e li hanno messi nell’esercito. Per questo il contadino è saggio, perché è sconfitto fin dal principio»;
«Avevo sperato in qualcosa.»
«Sconfitta?»
«No, qualcosa di più.» […]
«Non credo più alla vittoria.»
«Neanch’io. Ma non credo alla sconfitta. Anche se sarebbe meglio.»
«A cosa credi?»
«Al sonno.»
E ancora: «Parole astratte come gloria, onore, coraggio o dedizione erano oscene accanto ai nomi concreti dei villaggi.»;
«Cosa pensa della guerra, sinceramente?»
«Penso che è stupida».
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Il bisogno di avventura che pervade la vita di Hemingway, e quindi di Frederic, lo spinse ad arruolarsi, ma ben presto si rende conto che non c’è nulla di avventuroso ed eroico nella guerra. Forse è per questo che l’avventura la ricerca altrove… nelle braccia di un’avvenente infermiera inglese, Catherine Barkley. Tra i due scatta l’attrazione fisica, presto tramutata in un amore passionale, avvolgente e totalizzante: «Mi sento svenire d’amore» e dovei sentimenti sonoesplicitati dai dialoghi languidi, erotici, sinestetici tra i due amanti:
«Oh caro, ti desidero tanto che vorrei anche essere te.»
«Lo sei. Siamo la stessa cosa»
«Lo so. Di notte lo siamo»
«Di notte è straordinario»
«Voglio che ci mescoliamo sempre di più».
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Nella guerra è possibile l’amore. Ma soprattutto è possibile, anzi necessaria, l’amicizia tra gli arruolati. Il sentimento di cameratismo pervade tutti i racconti sulla guerra e questo romanzo nonne fa a meno. Il dottor Rinaldi è il compagno di stanza e amico del protagonista. È una figura con caratteri tipicamente italiani: di cuore, quasi sempre con la battuta pronta e la voglia di scherzare con un bicchiere di vino o whisky in mano. La guerra stancherà e deprimerà anche questo giovane, costretto a operare senza sosta le innumerevoli vittime.
Non mancano episodi di avventura, soprattutto nei capitoli finali, a cui fa seguito un capitolo di quiete e di utopica pace, quando i due innamorati, presto in tre, si rifugiano nella neutrale Svizzera. Qui il romanzo è sospeso e ovattato, un respiro di aria pura in mezzo a distruzione e ingiustizia, ricalcando la situazione politica della suddetta nazione.
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La tragica fine è il punto emotivamente più alto. Con sapienza Hemingway costruisce la narrazione e ci rende partecipi del crescendo delle emozioni. Fino alla fine, in cui ricompare quella fredda malinconia che pervade tutte le cose, dalla guerra, alla morte, alla vita. Anche l’amore èbattuto. Quell’amore così caldo e avvolgente è ormai una fredda statua. Fuori dall’ospedale ove giace Catherine, piove. La pioggia forse è la vera protagonista del romanzo perché è una presenza costante: «Senti la pioggia?» «piove forte» «E tu mi amerai sempre vero?» «Sì» «E la pioggia non cambierà niente?»; «Se il mio dolce amore Catherine potesse piovere»; «Non è bella questa pioggia?»; «Ho paura della pioggia perché a volte mi ci vedo dentro morta». Il presentimento di Catherine si avvera e il gioco di rimandi interni al romanzo è compiuto con l’allontanarsi di Frederic nella pioggia.
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Hemingway con la sua prosa apparentemente lineare e realistica e le frasi brevi e scarne è capace di aprire dei varchi nei sentimenti e nella riflessione. Le emozioni, così come i caratteri, sono contenuti nei dialoghi o nel paesaggio, mai in una descrizione. I rimandi e le sottigliezze ci fanno scoprire il vero cuore del romanzo, ogni parola ha un peso e dietro ad esse si nascondono sentimenti densi e pieni, a partire dal titolo A farewell to Arms, addio alle armi e addio alle braccia della donna amata. A quelle braccia che hanno dato un senso alla vita, impedendogli disprofondare.
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