A proposito di turismo culturale
Inauguriamo, oggi, un piccolo spazio dedicato al turismo culturale in Italia, provando ad indagarne, settimana dopo settimana, le ragioni del successo, così come quelle dell’insuccesso.
Nato nel 1974 come Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, passato attraverso riforme e cambiamenti di competenze, ma rimasto sempre una delle Cenerentole governative, l’attuale Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, come è stato ribattezzato nel 2013 dal governo Letta, dovrebbe in realtà assumere un ruolo molto più impegnativo.
In un Paese come l’Italia, in cui le materie prime scarseggiano, l’industria è in pesante recessione e le esportazioni soffrono la concorrenza dei Paesi in grado di produrre beni di consumo a costi infinitamente più bassi, il nostro patrimonio artistico, se ben amministrato, potrebbe diventare una delle maggiori fonti di reddito pro capite, considerando il forte impulso che il cosiddetto turismo culturale ha registrato un po’ ovunque negli ultimi anni.
Ma cosa s’intende per turismo culturale? Se in passato la parola turismo era associata soprattutto al concetto di vacanza, ovvero un periodo più o meno lungo da trascorrere in qualche amena località soprattutto al mare o in montagna, in tempi più recenti ci si sposta di frequente anche per raggiungere le città d’arte, per scoprire monumenti e musei, o anche solo per visitare importanti mostre temporanee.
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Associare ai Beni Culturali ciò che restava di un Ministero del Turismo soppresso già da diversi anni potrebbe essere davvero il primo passo verso una revisione generale di un settore fino ad oggi ingiustamente sottovalutato. Basti pensare alla mancanza di vere politiche dell’accoglienza nei confronti delle centinaia di migliaia di turisti stranieri che giungono ogni anno in Italia, e si trovano costretti ad affrontare spesso pesanti disservizi: trasporti inefficienti, strutture alberghiere carenti, musei dagli orari troppo ridotti o addirittura chiusi per carenza di personale, monumenti inaccessibili a causa di restauri che si protraggono per anni, guide turistiche improvvisate, ecc.
Un viaggio attraverso la gestione attuale del patrimonio artistico e culturale italiano, che dovrebbe essere la materia prima che alimenta il turismo culturale, non può che riservare molte sorprese, nel bene e nel male. Proveremo a intraprenderlo insieme a partire dalla prossima settimana.
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