Tutti i contenuti di Pierfrancesco Matarazzo
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Tipo: BlogMer, 23/12/2020 - 12:26
«Le decadi, dice Hemingway, finiscono ogni dieci anni, mentre le epoche possono finire in qualsiasi momento».
Decidere da dove iniziare a parlare dell’ultimo lavoro di Paolo Di Paolo (Svegliarsi negli anni Venti. Il cambiamento, i sogni e le paure da un secolo all'altro – collana Strade Blu di Mondadori) è una sfida che mi ha costretto a rivedere l’incipit di questa recensione più e più volte, scegliendo prima una frase di Saul Bellow, poi una di Virginia Woolf, sostituita da Paul Valéry, fino alla citazione al quadrato che leggete, estratta direttamente dal “Paolo Di Paolo pensiero”.
Nessuna però sembra cogliere appieno la chiave di lettura di questo libro, tanto che, alla fine, avevo deciso di eliminare la citazione e iniziare a raccontarvi quanto fosse complesso etichettare questo testo (un romanzo o un saggio?), parlandovi della sua capacità di raccontare il cambiamento che stiamo vivendo in questo tormentato primo ventennio del XXI secolo, del parallelismo con gli stessi...
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Tipo: BlogMer, 18/11/2020 - 11:30
La scrittrice americana Natalie Goldberg sostiene che un autore degno di questo nome debba scrivere “fino alle ossa”, dando alla carta il colore della propria consapevolezza. Penso che sarebbe stata soddisfatta del lavoro di David James Poissant e del suo primo romanzo La casa sul lago (tradotto con perizia da Gioia Guerzoni e pubblicato da NNEditore, cui sarò sempre grato per aver portato in Italia Kent Haruf), storia della famiglia Starling e del bisogno dei suoi membri di essere ascoltati, ascoltati davvero.
In un periodo come quello in cui stiamo vivendo, dove l’isolamento forzato e la separazione dal “resto del mondo”, anche solo attraverso un rettangolo davanti a naso e bocca, rischia di diventare la norma, il bisogno congenito di ascolto dell’essere umano pulsa come un mal di testa cronico sotto la nostra mascherina alla ricerca di una preda su cui scaricare le nostre frustrazioni, i nostri desideri infranti, la paura per quello che ancora deve accadere e...
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Tipo: BlogVen, 16/10/2020 - 10:30
C'è una versione tra le tante edizioni de La signora Dalloway che posseggo cui tengo particolarmente. È stata stampata nel 1949 da Mondadori con otto illustrazioni di Luigi Broggini che, con la folle indefinizione dell'acquerello, accompagnano il lettore nelle caverne di personaggi scavati da Virginia Woolf.
Questo per dimostrarvi che sono un Woolf-addicted e dubito si possa essere un appassionato e vorace lettore della prosa della Woolf senza diventarne dipendente. È una droga che scava nelle tue certezze, facendole implodere su loro stesse, costringendoti a guardare lì dove non vorresti, a soffrire e allo stesso tempo a godere di questa esposizione alle debolezze umane: «una tomba su cui stendersi a piangere, zattera di pietra dove gemere del proprio naufragio». Sì, per amare la Woolf, bisogna essere un po’ masochisti, vedere il bicchiere mezzo vuoto e concentrarsi almeno una volta al giorno sul senso della propria esistenza. Rispecchiandomi in questo ritratto, sulla carta ero il...
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Tipo: BlogVen, 17/07/2020 - 12:30
Per quanto tempo un moscone morto conserva un buon sapore? Come si parla senza avere una bocca? E come ci si sente a avere uno scheletro esterno?
Domande vitali per chi volesse scrivere una storia che ha come protagonista uno dei milioni di scarafaggi con cui conviviamo nelle nostre città. Domande che potremmo girare al primo ministro inglese, vero esperto nel campo, almeno secondo Ian McEwan e il suo nuovo romanzo Lo scarafaggio (edito da Einaudi e tradotto da Susanna Basso).
Una metamorfosi inversa rispetto a quella di Gregor Samsa, personaggio scolpito nella memoria collettiva di noi occidentali grazie alla mente visionaria di Franz Kafka, risvegliatosi una mattina nei panni, anzi nel guscio di uno scarafaggio. Il protagonista della storia di Ian McEwan vive infatti la sorte opposta, Jim Sams, nobile blatta dalla corazza splendente, si sveglierà una mattina in un disgustoso corpo umano, provando così l’ebbrezza...
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Tipo: BlogMar, 16/06/2020 - 10:30
William Blake diceva che coloro che reprimono un desiderio, lo fanno perché è abbastanza debole da essere represso.
Se avessi avuto dei dubbi sulla veridicità di questo pensiero, leggere Guida il tuo carro sulle ossa dei morti del Premio Nobel Olga Tokarczuk (riedito in Italia da Bompiani con la traduzione di Silvano De Fanti) li avrebbe dissipati. L’autrice desiderava scrivere questo romanzo, ne aveva un bisogno intenso e insopprimibile, per questo lo ha messo su carta. Allo stesso modo i lettori desidereranno leggerlo, non tanto per la storia (avverto gli amanti di thriller a base di omicidi e colpi di scena che non è questo il fulcro attorno a cui ruota la narrazione), ma per i suoi personaggi e per i temporali di dubbi e idee che da essi Olga Tokarczuk fa fluire attraverso le pagine fino alla mente del lettore.
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Il romanzo, aspramente criticato nella...
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Tipo: BlogMer, 10/06/2020 - 10:30
Sarà che avevo in mente due romanzi con protagoniste femminili molto ben cesellati (avevo da poco concluso la lettura di Onori di Rachel Cusk, continuando a pensare a Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman), ma mentre leggevo Gusci, romanzo d’esordio di Livia Franchini (traduttrice e poetessa di origini toscane trapiantata a Londra) pubblicato da Mondadori, sentivo che qualcosa della sua protagonista non mi convinceva. Entrambi i romanzi citati narrano, come fa Livia Franchini in Gusci, la storia di una donna sola che in Onori si limita ad ascoltare le confessioni di sconosciuti durante un viaggio per dimostrare che gli esseri umani (soprattutto gli uomini) sono un branco di egocentrici viziati, mentre in Eleanor Oliphant sta benissimo la donna sola in questione scopre...
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