Tutti i contenuti di Morgan Palmas
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Tipo: BlogGio, 25/02/2021 - 13:30
Nella scorsa puntata accennavo a Taylor Caldwell e al suo editor per parlarvi della necessità di tagliare qualche volta dove la trama e le descrizioni vanno oltre il necessario: un buon modo per migliorare il punto di vista d’una storia.
Restiamo negli Stati Uniti, ma questa volta immaginate William S. Burroughs, scrittore della Beat Generation, di fronte alla pagina bianca. Qual era il suo punto di vista preferito per scrivere un romanzo? Dimenticate le focalizzazioni o altre diavolerie dell’ingegneria narrativa. Non c’entrano le tecniche. Burroughs scriveva per immagini, partiva da una o più immagini. Non a caso fu anche pittore. Meglio soffermarsi, diceva, su un’immagine e poi le parole emergono come conseguenza naturale. C’è chi sostiene che la tendenza verso la generalizzazione e la generalizzazione non visiva sia la maledizione della scrittura.
Nel 1961 Burroughs si trovava a...
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Tipo: BlogGio, 18/02/2021 - 13:30
Avete forse intuito che mi piacciono anche gli aneddoti riguardanti la scrittura, siano essi di uno scrittore, di un editor, di un agente letterario o di un editore non importa, tutto serve a comprendere la natura e le tecniche dell’editing (oltre che della scrittura creativa e, più in generale, dell’editoria).
Janet Reback fu una scrittrice inglese naturalizzata statunitense, che si occupò soprattutto di temi storici e religiosi. Nel 1934 cominciò a scrivere La dinastia dell’oro in collaborazione con il suo secondo marito. Aveva accumulato fin da giovanissima tanti romanzi inediti, ma il nuovo romanzo le sembrava più maturo, anche per la prospettiva di renderlo una trilogia. Lo propose alla Macmillan, che lo rifiutò, tuttavia un editor le consigliò un certo Max Perkins, che lavorava come editor alla Scribner. Quest’ultimo fu catturato dalla lettura e le propose di incontrarsi perché desiderava, prima di altri pensieri, consigliare alcuni cambiamenti. Un incontro bizzarro, lui di pochissime parole con un udito debole e lei che con gli sconosciuti diventava balbuziente.
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Tipo: BlogGio, 11/02/2021 - 13:30
Prima di introdurre un tema importante che sfideremo in più puntate, permettetemi una digressione appropriata.
Nell’aprile del 1934 fu pubblicato «Tenera è la notte» di Francis Scott Fitzgerald e divenne un best seller a New York, ciononostante le vendite a livello nazionale si aggiravano sulle 10000 copie e rallentavano sempre più. Altri scrittori statunitensi raggiungevano numeri ben differenti.
Le revisioni di «Tenera è la notte» erano state numerose e travagliate: avevano provocato qualche contrasto fra l’autore e il suo editor. Uno dei problemi fu la ripetizione di non poche frasi simili o uguali dentro il romanzo, soprattutto perché Fitzgerald aveva prodotto diverse versioni fra le quali negli anni si era un po’ perso (dovete ricordare che a quel tempo non bastava una semplice funzione «Trova» in un file). Inoltre, aveva la convinzione che fosse un romanzo scritto per romanzieri e perciò poco fruibile dal grande pubblico. Alle critiche dell’editor, si aggiunsero anche quelle di Hemingway, la cui opinione contava più di...
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Tipo: BlogMar, 09/02/2021 - 13:30
Abbiamo deciso di intervistare Marco Civra di Marcovalerio Edizioni per porre l’attenzione su un tema di cui si sta parlando ancora troppo poco. Sono numerosi gli editori che si affidano per la distribuzione di libri a Poste Italiane, società italiana quotata in Borsa e controllata nella maggioranza dallo Stato italiano. Ma da qualche tempo c’è purtroppo una novità.
Civra, ci può spiegare in breve cosa sta accadendo, anche in riferimento alla sua esperienza diretta?
A partire dal primo lockdown per l'emergenza sanitaria di marzo 2020, il servizio postale italiano ha subito un vero tracollo. Quello che rappresenta uno dei pilastri dell'esistenza stessa di una Nazione, insieme alla moneta e alla difesa dei confini, è semplicemente venuto meno. La decisione di chiudere gli uffici postali a macchia di leopardo, di ridurre i servizi di consegna, ha rappresentato una vera...
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Tipo: BlogGio, 04/02/2021 - 13:30
Immaginate che Anna, personaggio principale del romanzo, si sposti in auto da Perugia ad Ancona: serviranno poco meno di due ore senza pausa. Se invece decidesse di andarci a piedi per una vacanza alternativa, impiegherebbe una trentina di ore (senza pause, quindi è verosimile la scelta di compiere il percorso in almeno tre giorni). In questo caso il rapporto fra spazio e tempo è determinato soprattutto dalla diversità di velocità dello spostamento. Inoltre, nel primo caso, se Anna guida, perderà tanti dettagli del paesaggio, nel secondo ci sarà modo di gustare gli attimi con più calma.
Relazionare lo spazio e il tempo con fini narrativi porta a conseguenze che un editor dovrebbe gestire allargando lo sguardo. Non è solo la scena che si sta raccontando bensì una necessità o meno di rallentare o velocizzare la percezione del lettore. In rapporto a cosa? Si può riflettere su quanto è accaduto prima, ma direi, per semplificare per ora il ragionamento, di porre l’attenzione su ciò che avverrà nella città di Ancona, cioè dopo. Supponete che là Anna riceverà una notizia...
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Tipo: BlogGio, 28/01/2021 - 13:30
Capita che un editor dica a uno scrittore: «La narrazione ha una sua logica ma manca la giusta suspense». Il punto è che la parola suspense può sembrare chiara ai più, ma come la si crea nella pagina scritta?
Chi scrive tende di frequente a concentrarsi negli eventi dell’intreccio, che di per sé è corretto, eppure una visione più consapevole potrebbe aggiungere un tassello fondamentale. Comunicare non è uguale a comunicare con efficacia. Si possono descrivere tanti eventi intrecciati fra loro ma compito dello scrittore è soprattutto descriverli in maniera efficace, anche per produrre suspense.
Chiarito almeno in parte il rapporto fra i cinque sensi e la narrazione, oltre alla relazione fra tensione narrativa e cliffhanger (e con le fragilità di un personaggio), è giunto il momento di riflettere sulla suspense che...
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