Male e letteratura: ha senso parlarne oggi?
Autore: Morgan PalmasGio, 04/03/2010 - 15:59
Di Morgan Palmas
Sabato e domenica parteciperò a un evento stimolante: “Male e letteratura”, a Noventa Vicentina (VI). Questo il link su Facebook.
I relatori saranno Giuseppe Genna, Giorgio Vasta, Demetrio Paolin, Emanuele Tonon, Giulio Mozzi, Adone Brandalise, Giorgio Bonaccorso.
Il tema è così descritto: “Un tentativo di leggere in profondità il nostro tempo, passato, presente e futuro, attraverso la lente privilegiata del romanzo e della riflessione di chi scrive, incrociando la politica, la storia, la teologia e l’estetica - contro facili e spesso censorie semplificazioni e divisioni settoriali, nella convinzione che fare davvero politica sia una pratica per forza di cose multidisciplinare, aperta, pericolosa, libera da ogni schematismo, da ogni ghettizzante definizione e quindi continuamente alla ricerca di una sua impossibile definizione”.
Meditare sui concetti di male e di letteratura, relazionandoli, impone una premessa necessaria: che cosa è il male e che cosa è la letteratura per l’essere umano?
Quali sono le manifestazioni che sono ritenute un male? Verrebbe da pensare subito alla violenza, qualunque essa sia, ogni volta che si scorge il male c’è qualcosa che muore; una morte fisica o interiore, una debolezza temporanea o una tragedia. In realtà, è del tutto impossibile standardizzare la categoria del male, dipende da un’infinità di fattori che sono le rappresentazioni di un singolo individuo, rappresentazioni che sono frutto di eredità culturali e riflessioni. E la percezione può cambiare in una stessa persona con il trascorrere degli anni, nuove esperienze e meditazioni si integrano in maniera diversa. Gli occhi verso se stessi e la società mutano, acquisendo valore e colore, scalfendo in superficie talvolta, talora distruggendo i mitocondri di un’anima. Il respiro appare abitudinario, ma anch’esso, foriero in alcuni casi di tempeste, è un corpo vivo e in evoluzione.
Simili accadimenti li abbiamo nella letteratura, in come noi la pensiamo e la interpretiamo, alla ricerca di leggi interiori e scientifiche che ne diano il senso, nonostante il tempo e lo spirito dei tempi siano ostacoli che possono e devono divenire stimolo per una rinnovata ricerca fruttuosa.
Ecco la ragione per la quale il tema proposto dall’evento di Noventa Vicentina ci appare invitante e lo vogliamo segnalare.
Se qualcuno pensa di venire e volesse scambiare qualche opinione con il sottoscritto mi contatti alla mail sulromanzo@libero.it.
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