Il contratto editoriale: cos’è? - parte 1
Autore: Morgan PalmasGio, 11/03/2010 - 18:31
Di Morgan Palmas
Due luoghi si incontrano: uno con un foglio, l’altro con la penna. Formano insieme un bel contratto editoriale con una firma. Da qui dobbiamo partire per comprendere meglio il contesto delle cloache editoriali, alias case editrici a pagamento.
Anzitutto prego tutti i lettori di inviarmi via mail (sulromanzo@libero.it) una copia di un contratto stipulato o almeno ricevuto da una delle cloache. Vorrei raccogliere diversi esempi che possano illustrare la situazione vissuta da tanti scrittori esordienti. Carta canta insomma. Non farò i nomi di chi mi invierà la mail, non temete, la sforzo di Sul Romanzo è di informare quanto più possibile chi si accinge a firmare un contratto editoriale senza essere preparato alle conseguenze.
Quando leggete un contratto dovete come prima cosa individuare che vi sia oltre al nome della casa editrice, ovviamente, il luogo della sua sede legale e la partita IVA. Elementi chiari che in caso di avversità siano di aiuto per ulteriori approfondimenti.
Saranno poi indicati i vostri dati: Nome, Cognome, data di nascita, residenza, ecc.
Si parlerà di diritti, quelli della casa editrice e i vostri. Ora è evidente che stipulando un contratto donate i diritti di pubblicazione del vostro libro, ma le modalità con cui ciò è pattuito potrebbe comportare parecchi equivoci.
Di quali diritti si parla? Del libro o di altro anche? Vi state impegnando per quel libro oppure vi è chiesto qualche obbligo oltre la donazione dei diritti sulla pubblicazione? Leggete bene ogni voce del contratto.
Deve ESSERE SCRITTO CHIARAMENTE che la casa editrice si impegna a pubblicare la vostra opera senza ulteriori esborsi da parte vostra, altrimenti in mancanza di tale dichiarazione, in caso di processi, l’avvocato della controparte potrebbe farvi venire un’ottima orticaria.
Saranno indicate il numero di copie gratuite che vi spetteranno (da 3 a 20 generalmente) e che saranno inviate per via postale.
Sarà CHIARAMENTE resa nota la percentuale che vi è attribuita su ogni copia venduta, i margini per un esordiente vanno dal 6 al 10%, nomi già noti possono permettersi qualcosa di più. Le sfumature su questo campo sono numerose, proviamo a vederne oggi alcune.
Vi può capitare di ricevere un contratto che vi proponga un anticipo una tantum non indifferente (non si sta parlando qui di 50 euro, ma nell’ordine di 1000, 2000, 5000 euro o più), badate bene, massima attenzione, perché a volte non è un anticipo bensì una liquidazione della vostra opera senza altri ulteriori diritti economici.
Potrebbe accadere che una iniziale quantità di copie non partecipino alla conta delle vostre percentuali, magari le prime 200 copie. Questo potrebbe far sorgere una domanda: la casa editrice non è a pagamento magari, ma vi obbliga a non percepire nulla fino alla Xennesima copia, sta tentando di circuirvi? Beh, diciamoci la verità, un po’ sì, eppure è la norma per non poche case editrici definite NON a pagamento. Quindi, se questa voce vi turba, lasciate perdere drammi esistenziali, siete in buona compagnia. Anche perché queste presunte 200 copie senza alcun diritto sono comunque opera vostra, non della casa editrice, perciò, se la logica ha una sua ragion d’essere, dalla prima copia dovrebbero essere elargite le percentuali di guadagno. Ho visionato di persona quasi un centinaio di possibili contratti editoriali, questa forma ibrida l’ho trovata spesso. Dov’è il limite fra rassegnata accettazione della danza contemporanea e indecenza contrattuale? Beh, se le copie senza ricavo da parte vostra sono 1000, aprite il computer, inviate una mail alla casa editrice in questione scrivendo: “Queste non sono cose che si dicono in faccia, queste sono cose che vanno dette alle spalle dell'interessato”. Chi ha capito, ha capito.
Sia sui diritti che sui guadagni c’è molto da dire, e lo faremo presto sempre su queste frequenze.
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Commenti
Nuovo editore che si presenta come esperto di poesia, professore di liceo, direttore di rivista letteraria.
Popone contratti confusi, dice che è un editore non a pagamento, ma di fatto concede due copie gratis all'autore e poi propone il pagamento del resto, anche quello da distribuire. Inoltre ti obbliga all'editing (io l'avevo già effettuato per mio conto) a pagamento. Il costo delle copie per l'autore è del 70%.
Giugicate voi. Si chiama Ladolfi.
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