Scrivere un romanzo in 100 giorni - Lezione 64
Autore: Morgan PalmasGio, 06/08/2009 - 10:54

Uno dei fattori assorbiti con più forza è stato lo sviluppo delle descrizioni con l’ausilio dei cambiamenti di scena, propri della macchina da presa. Se pensate per esempio a una descrizione classica tolstoiana vi sarà facile reputarla totalizzante, ricchissima di dettagli, una visione completa.
Oggi non è più così, qualche dettaglio, qualche oggetto, avanti e indietro con l’aspetto visivo, salti continui. La parola “approfondito” non è contemplata nel presente letterario, non si deve dire tutto o quasi tutto, ma quanto basta, a tratti, a pennellate, in modo che chi legge abbia un’idea di dove ci si trovi, non una descrizione precisa dell’ambiente in ogni suo dettaglio.
Una descrizione colma di particolari che sarebbe stata gradita fino a cento anni addietro, oggi sarebbe con probabilità cestinata.
I gusti mutano, il modo di fare letteratura trova nuove soluzioni, differenti prospettive. Se avete seguito finora con interesse le lezioni, avrete oramai compreso che il mio consiglio per quanto concerne le descrizioni è di renderle ricche e originali sia dal punto di vista semantico che contenutistico, ma badando con cura a non renderle pesanti, eccessivamente prolisse.
Il confine è diafano, inutile pontificare su eventuali leggi scientifiche a riguardo, credo con convinzione che tale confine possa divenire più chiaro a chi scrive grazie a tante letture e a una discreta consapevolezza delle tecniche.
Sono dell’idea che la lezione di oggi rappresenti uno dei nodi più difficili per uno scrittore alle prime armi, gravoso individuare ciò che è sufficiente e separarlo dall’inutile.
Mi auguro che l’impegno che mi sono preso con voi da qualche mese, come sapete, fatto in modo del tutto generoso e gratuito, possa aiutarvi a calibrare con miglior cognizione, fra le altre cose, quel confine diafano che distingue il necessario dal non necessario. Almeno lo spero.
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Commenti
Il "confine diafano" è il punto sul quale sto cesellando.
Aggiungendo per ora. Sarò un po'anomala, ma nella seconda parte (la prima è una "storia nella storia" e in quella qualche breve descrizione l'avevo inserita)non avevo messo neanche un accenno di descrizione.
Comunque, cesellando è la parola che si addice a ciò che sto facendo su quel "diafano" di cui sopra.
Credo che fermarsi a considerare ogni aspetto, come tu ci spingi a fare con le tue lezioni, sia un grande aiuto.
Indipendentemente dal risultato finale.
Anche se il romanzo non fosse 'bello' intendo.
Ma possiamo sempre tentare di migliorarlo, no?
Oggi sono stata prolissa. Dovrei limarmi :)
Capita che la vita, la quotidianità dentro la quale con estrema fatica ho cercato di fare posto a questo progetto, si riprenda il tempo che le avevo strappato. Capita che le cose della vita non siano semplici magari anche dolorose, una malattia, una complicazione seria di salute... Capita che con il cuore si voglia tornare lì, tra quelle poche cartelle scritte con difficoltà, ma secondo un progetto definito, ma il cervello non c'è, non gira, non si fa coinvolgere e una vocina dice che quello che ho scritto in buona sostanza fa schifo! Capita che non si riesca a dare ascolto nè alla ragione, nè al sentimento e con questo caldo si ceda alla tentazione di rispondere alla vocina, hai ragione fa veramente schifo! lasciando per l'ennesima volta una storia a metà, personaggi in sospeso, in una attesa che so già inutile.
Grazie comunque, stella.
@Morena: cesella, cesella! :) prolissa tu? Naaa! ;) comunque credo con sincerità che se una persona avesse in testa tutte le lezioni fatte finora e avesse riflettuto con calma da solo avrebbe già ottima consapevolezza per individuare al meglio il confine.
@Stella: un consiglio se me lo concedi, non smettere di scrivere, fosse anche solo una o due frasi al giorno, vedrai che poi, quando la situazione sarà meno dura da digerire o forse tu riuscirai a convivere meglio con i problemi, allora riprenderai con ritmo e ti sembrerà tutto più semplice. Quando si sta male Stella non bisogna giudicare ciò che scriviamo, siamo troppo severi e condizionati dalle nostre vite, tenta di scrivere poco e sempre, non giudicare. Fidati. Verranno tempi migliori.
C'è chi ha perso persone care, ha avuto una malattia grave, ha rischiato grosso il suicidio, una situazione economica disastrosa per anni, amicizie e amori finiti male, studi irregolari e altro a complicare la vita e poi piano piano ha ritrovato la luce e la fiducia per andare avanti. Se ce l'ha fatta lui, ce la puoi fare anche te, fidati. ;) tieni duro Stella, tieni duro. Se non credi tu in te stessa chi ci crederà?
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